Home CRONACA Flaminia, su Monte delle Grotte si interviene ma non si bonifica

Flaminia, su Monte delle Grotte si interviene ma non si bonifica

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Si sono conclusi gli interventi di messa in sicurezza sul Monte delle Grotte, la grande collina di tufo in via Flaminia Nuova, all’altezza del civico 834, dopo la recente frana che aveva provocato il cedimento di un tratto della parete adiacente alle antichissime grotte.

Il Dipartimento capitolino ai Lavori Pubblici, in collaborazione con la Protezione Civile, ha coordinato le operazioni su un’area che per via della sua conformazione orografica è soggetta a piccoli cedimenti e frane, soprattutto durante le intense piogge.

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A spiegare cosa è stato fatto è l’assessore capitolino alle Infrastrutture, Linda Meleo. “Sono state installate delle barriere new jersey sul margine della pista ciclabile in fase di realizzazione per una lunghezza complessiva di circa 77 metri e sopra di esse una transenna contenitiva provvisoria, per evitare che ulteriori crolli di massi e materiale tufaceo possano invadere la carreggiata di via Flaminia, nel tratto in direzione di Roma Centro”.

“Successivamente – conclude l’assessore – sarà necessario progettare e realizzare, dopo previa autorizzazione della Soprintendenza Archeologica, un intervento definitivo di messa in sicurezza del costone roccioso, anche per la presenza di cavità di origine antropica, di pini sottoposti a vincolo e di tombe antiche scavate all’interno del blocco tufaceo”.

Fortunatamente, osservando dal basso, sembra che le grotte non siano state danneggiate, ma questo saranno gli esperti del Comune e della Sovraintendenza a dirlo.

Resta però il fatto che se si è rapidamente intervenuti sulla frana nulla è stato fatto per eliminare o quanto meno ridurre la situazione di degrado che coinvolge tutta l’area archeologica.

I cumuli di rifiuti e detriti non sono stati rimossi così come l’accampamento abusivo sorto tra gli alberi anni fa è ancora là, circondato da grande quantità d’immondizia e accessibile tramite un cancelletto chiuso con fil di ferro dall’interno.

Francesco Gargaglia

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