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Ponte Milvio-Castel Giubileo: pista ciclabile o ciclopedonale?

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Galvanica Bruni

Sabato  20 febbraio un bel sole ha riscaldato, fin dalle prime ore del mattino, la città e allora niente di meglio che trascorrere qualche ora sulla “ciclabile” che da Ponte Milvio porta a Castel Giubileo: un lungo percorso che attraversa la bellissima campagna romana e costeggia il Tevere.

Ciclisti, pattinatori, pedoni, mamme con i bambini, anziani a passeggio: sulla ciclabile l’affollamento è inevitabile. Inevitabili anche i contrasti tra i tanti utenti che ovviamente “viaggiano” a velocità diverse. Soprattutto tra ciclisti e pedoni.

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Caschetto aerodinamico, tutina aderente, guantini, scarpe da ciclista, occhiali con le lenti a specchio e biciclette del peso di pochi chilogrammi: isolati o in gruppo serrato i ciclisti viaggiano sfrecciando tra pattinatori e pedoni e ogni tanto vola qualche parola o frase poco elegante: “Scansati” oppure “Ma che ci venite a fare” e ancora “Togliti di mezzo”; neanche fosse in corso il campionato mondiale di velocità!

E allora sorge spontanea qualche domanda: ma i ciclisti a che velocità devono andare sulle ciclabili? E la “ciclabile” che porta a Castel Giubileo è accessibile anche ai non ciclisti, pedoni e pattinatori?

Al solito la chiarezza, quella limpida e cristallina, non è di questo paese e dopo lunghe ricerche qualche dubbio rimane ancora; dal momento che la bicicletta soggiace a tutti i limiti imposti dal CdS ai veicoli, quando è in strada non può oltrepassare i 50 km/h.
Su di una pista ciclabile, riservata esclusivamente alle bici, non esiste limite (anche se in alcune località del Nord Italia è stato imposto un 20 km/h) ma il ciclista è tenuto a sapere che “non deve costituire pericolo o intralcio alla circolazione”  e che in ogni caso va salvaguardata la sicurezza stradale. E sulle piste ciclo-pedonali qual è il limite? Il CdS lo fissa categoricamente a 10 km/h.

Se una pista è riservata a pedoni e ciclisti, e in questo caso deve figurare l’apposita segnaletica con pedone e bicicletta uno sopra l’altro, il limite è 10 km/h, un limite molto basso che non permette, a quanto pare, di fare gare di velocità.

Resta ora da chiarire se la “ciclabile” Ponte Milvio-Castel Giubileo  è una “ciclabile” per sole biciclette o una “ciclabile-pedonale”: ovviamente si tratta di una differenza notevole perché nel secondo caso le bici dovrebbero viaggiare quasi a passo d’uomo o poco di più.

Premesso che su questa ciclabile non c’è una segnaletica che la qualifica come “pedonale” è anche vero che da sempre è frequentata da pattinatori, runner, famigliole con bambini, anziani e perfino da qualche pastore con pecore e mucche al seguito; d’altronde si sa che la consuetudine a lungo andare si fa legge.

Una situazione che potrebbe cambiare solo con l’introduzione di una specifica segnaletica che ne faccia una pista ad uso esclusivo dei ciclisti o una pista per tutti.

In attesa che qualcuno decida cosa fare è opportuno che i ciclisti, specie quelli che amano la velocità, tengano presente quanto riportato nel sito “ciclista urbano”: “Il Ciclista che pedala su una pista ciclabile riservata non è esonerato  dall’obbligo di ispezionare costantemente la strada e adeguare la velocità alle condizioni oggettive del tracciato in modo da potersi arrestare in sicurezza di fronte ad un ostacolo prevedibile per cui, se il Ciclista vede che ci sono dei Pedoni, deve ridurre la velocità in modo da essere pronto a fronteggiare qualsiasi situazione. Molti Ciclisti pensano, sbagliando, che essendo la pista a loro riservata possono pedalare anche veloci e in caso di collisione con il Pedone loro hanno ragione: no! Potrebbero avere ragione solo se riescono a dimostrare che il Pedone é comparso dal nulla davanti alla bici e quindi non é stato possibile evitare l’incidente ma se il Pedone fosse già visibile all’orizzonte o la sua presenza prevedibile egli assume la responsabilità dell’investimento; poi il Pedone potrebbe venire multato per non aver fatto uso di un marciapiede, se presente a fianco della pista o sull’altro lato della strada, ma la responsabilità dell’investimento sarebbe tutta del Ciclista”.

Inoltre non va dimenticato che sulle piste ad uso dei ciclisti (interdette ai pedoni) gli utenti possono essere di diverso tipo: dai velocisti in cerca di primato ai bambini che si sa vanno in bicicletta non per correre ma solo per divertirsi.

Francesco Gargaglia

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11 COMMENTI

  1. All’inizio del percorso, a Castel Giubileo è presente il cartello stradale blu definito “PERCORSO UNICO PER PEDONI E CICLISTI”.

  2. Gentile Sonia, all’inizio del percorso oltre al cartello da lei indicato c’è anche un cartello del Comune di Roma con su scritto “Pista ciclabile” e accanto riprodotto il segnale a fondo blu con bicicletta bianca. Ora tenuto conto che una pista ciclabile è “una strada opportunamente delimitata riservata alla circolazione dei velocipedi” mi sembra che ce ne sia abbastanza per fare confusione.

  3. Per aumentare la confusione:
    a) viale Tiziano, pista ciclo pedonale, con accanto un marciapiede largo mai usato dai pedoni o da mamme con passeggini, tutti sulla pista ciclopedonale;
    b) ciclabile da Ponte Milvio a Piazza Maresciallo Giardino, sempre invasa da pedoni e runners, deve essere l’asfalto rosso su cui si cammina o corre meglio;
    b) ciclabile di Lungotevere Vittoria sempre invasa da pedoni, runners e passeggini.
    E così via, scampanellare e prudenza da parte dei ciclisti, mai da parte dei pedoni.

  4. “un lungo percorso che attraversa la bellissima campagna romana e costeggia il Tevere”. Gradita esperienza che per le solite polemiche sulla manutenzione e poi anche sulle disposizioni a volte indecifrabili per l’emergenza sanitaria ci si nega da tempo con reale disappunto.
    la pista ciclabile è stato un costosissimo progetto contro il logorio della vita moderna, una volta vinta la timidezza siamo stati assidui frequentatori del circuito ed abbiamo incontrato tutti a loro modo intrigati dal “….” di cui sopra, speriamo resti com’è e cioè svago.

  5. Se la pista ciclabile di Roma Nord sia stato un “costosissimo progetto” non saprei dal momento che l’argine del fiume già c’era e sopra anche una sterrata che veniva percorsa da mezzi agricoli…sicuramente è costata meno della “Nuvola” di Fuksas (il centro congressi che avrebbe dovuto generare 30 milioni di Euro di utili all’anno!) o del “muro del pianto” di Meier; meno della “vela” di Calatrava (oggi buona giusto per girare qualche scena di “Suburra”) o del Ponte e teatro della Musica…La pista è una delle pochissime belle realizzazioni fatte a favore dei cittadini dal momento che non si paga una lira per andarci; ma non è stata pagata con i soldi di sindaci, assessori e consiglieri ma con le tasse dei romani. Perciò è bene dirlo: non ci hanno regalato un bel fico secco…ce la siamo pagata con i nostri soldi!

  6. @Kurtz,
    le notizie in mano a noi cittadini sono queste:
    La “nuvola” di Fuksas è costata circa 500/600 Ml di euro in 10 anni ma è un opera sconvolgente per il concetto di spazio che esprime riferito a chi è vissuto per anni, tanti anni, 3 o 4 persone in 50/60 mq.
    La “Vela” di Calatrava è una struttura sportiva destinata ad accogliere manifestazioni nazionali ed internazionali di Volley e Basket, è costata soltanto 11 Ml di Euro, progetto sospeso per ragioni di opportunità, scelta forse animata più dall’ottimismo e dall’entusiasmo che dal riscontro sul suo reale successo.
    il “Ponte della Musica” sarebbe dovuto costare c.a. 3 Ml di euro per ragioni tecniche è arrivato a costarne c.a. 7 Ml di euro.
    La pista ciclabile invece è un “progetto” dell’era Rutelli, tra permessi, concessioni, accordi, deroghe, compensazioni ed espropri, manutenzioni e varie rispetto al successo che ha avuto è costata abbastanza ma rimane una salubre sempre gradita esperienza, qualcosa da fare per se, per i propri congiunti o amici e per l’ambiente, a basso costo, pattini, monopattini, tricicli, biciclette, o e-bike, scarpe, borracce, ecc., ecc., insomma l’equipaggiamento necessario e per i più esigenti anche i dispositivi tecnologici come ad esempio i cardio frequenzimetri o vari tutor elettronici.
    Piuttosto le colonnine per le emergenze, ma ci è sembrato ci fossero.

  7. Mi sa che il Signor Leosc s’è perso qualche numero per la strada….la “nuvola” non si capisce se sia costata 239 mln (come dice il suo ideatore) o 407 o di più…boh…secondo me non lo sa nessuno; il fatto che esprima poi un “concetto di spazio” non credo freghi niente a chi vive e continuerà a vivere in 50 mq. Quanto alla “vela” è costata 250 mln al contribuente invece dei 60 previsti e come detto serve da palcoscenico ai borgatari violenti di “Suburra”: niente male! ma la Corte dei Conti ha archiviato il caso.
    Quanto alla ciclabile (da “costosissimo progetto” è arrivata a “costare abbastanza”…) è del tutto irrilevante se sia costata poco o tanto, se non altro consente ai romani di fare un po’ di sport e movimento. Ma una cosa è certa: con tutti i soldi spesi in opere tanto cervellotiche quanto inutili sarebbe stato possibile forse riparare le strade, potare gli alberi, tagliare erba ed erbacce, sistemare parchi e giardini, rimettere i giochi dei bambini nei parchi pubblici, aggiustare le fontanelle…se non altro chi ha la sfiga di vivere in 50 mq, anziche andare alla “nuvola” a rodersi il fegato, se ne poteva andare al parco pubblico con i figli senza rischiare di azzopparsi strada facendo o di vedersi precipitare sulla testa un platano.

  8. Leggendo l’articolo dell’illuminato Gargaglia sembra che la pista ciclabile in questione e tutte le altre fortunatamente presenti a Roma siano deputate (anche) allo svago domenicale di candide famigliole a passeggio altrimenti costrette in quattro mura. Così non è. Le strutture sono, in primis, piste per consentire ed incentivare gli spostamenti in bici (non solo di svago), costruite con con ambizioni green e come tali dovrebbero essere utilizzate. I pedoni hanno altri luoghi dove passeggiare, praticamente ovunque, l’astenersi dall’invadere percorsi riservati ad altri mezzi è una questione di civiltà riconosciuta in tutto il mondo! Invito gli ARROGANTI (e ve ne sono) o solo distratti pedoni a provare a mettere anche un solo piede sulle piste ciclabili olandesi, inglesi, tedesche, danesi o californiane. Passerà subito la voglia, in barba alle responsabilità dei pedalanti mal evidenziate nell’articolo.
    La non osservanza delle regole, la generalizzata tolleranza e lo sfrenato individualismo sono i limiti per il nostro progresso civico, il costante logorio della nostra civiltà, e ciò è vero anche quando banalmente si sceglie dove passeggiare o pedalare.

  9. Gentile Tobbi nel ringraziarla per la definizione di “illuminato” le faccio presente che non sono io a decidere se una pista ciclabile è anche deputata allo svago domenicale di famigliole ma il Comune di Roma che per la pista in questione sembra aver generato non poca confusione.
    Secondo il sito pisteciclabili.com/comune di Roma, i tracciati ciclabili sono 189 di cui 66 ciclabili e ben 45 ciclopedonali (le altre sono strade, sterrate, sentieri), un numero abbastanza elevato per chi vuole evadere dalle 4 mura (dove peraltro i ciclisti sono tenuti a viaggiare a 10 km/h). Cordiali saluti.

    • Caro Gargaglia, nulla di personale la leggo sempre con sincero piacere. Non si arrocchi però in inconferenti repliche, sia le ciclabili che le ciclopedonali sono evidenziate con appositi segnali posti non solo per i ciclisti ma anche per i pedoni. Le piste ciclabili hanno il primario obiettivo di consentire una viabilità alternativa green, salutare e a basso impatto occupazione suolo (10 bici in un parcheggio auto) giustificare ed anzi difendere il pedone che vuole invadere spazi riservati a ciclisti è insensato quando lo sarebbe difendere questi ultimi qualora pretendano di usare il marciapiede. Saluti

  10. Al signor Tobbi andrebbero segnalati tra agli arroganti anche quei ciclisti che scambiano la pista per un velodromo.

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