Home CRONACA Cimitero Flaminio, sequestrati i depositi e stop all’invio delle urne

Cimitero Flaminio, sequestrati i depositi e stop all’invio delle urne

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Il cimitero Flaminio continua a far parlare di sé, male. La situazione di degrado appare infatti sempre meno dignitosa, tanto che la Procura di Roma ha disposto il sequestro del deposito di bare e urne e la sospensione la consegna delle stesse.

Ieri, giovedì 11 febbraio, durante un sopralluogo, i Carabinieri della Stazione di Prima Porta hanno rilevato le disastrose condizioni in cui vigono gli spazi dedicati a custodire le bare e le urne cinerarie. “Sono stati posti i sigilli dalla Asl ai depositi urne per inosservanza alle norme sulla prevenzione degli infortuni e igiene del lavoro”, ha comunicato Maurizio Politi, capogruppo Lega in Assemblea Capitolina.

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I Carabinieri, infatti, hanno avvisato la procura di Roma di aver trovato molte urne rotte e altre aperte, tanto da far fuori uscire la cenere, oltre a escrementi di topi ed estintori scaduti, come riportato questa mattina da Il Messaggero.

Il pubblico ministero Antonella Nespola ha così ordinato l’immediato sequestro dei locali e, in accordo con l’Asl, è stato interrotto l’invio al Flaminio di altre urne cinerarie fino a quando le circostanze non saranno state rese nuovamente adeguate. Di conseguenza, le agenzie funebri sono state avvisate dall’ispettorato del lavoro Flaminio che “dal 12 febbraio, per sopraggiunti motivi tecnico-organizzativi sono sospese le tumulazioni, inumazioni e affidi urne cinerarie sino a nuova comunicazione”.

Il grave episodio va ad aggiungersi a una realtà già difficile per i cimiteri della Capitale. A questo proposito, nell’ambito della commissione Ambiente di Roma Capitale tenutasi a metà gennaio, i rappresentanti di Federcofit (Federazione Comparto Funebre) denunciarono che “la domanda di cremazioni non riesce a essere esaudita dall’Ama a causa della mancata manutenzione dei forni e per la carenza di personale. Questo comporta depositi pieni di cadaveri, con le salme in attesa della cremazione, quindi non contenute in contenitori di zinco, in piena decomposizione e con perdita di liquami”.

Infatti, in seguito all’aumento del numero dei morti a causa della pandemia e ai ritardi nei processi di cremazione, i cimiteri non riescono a dare il giusto spazio a tutte le salme in tempi adeguati. Come abbiamo riportato meno di un mese fa, per la cremazione bisogna aspettare dai 30 e i 40 giorni e Ama ha dovuto noleggiare numerosi container refrigerati per custodire le bare “in attesa” di un’opportuna collocazione e per le quali non c’è posto nelle strutture già esistenti all’interno del cimitero. In particolare, al cimitero Flaminio sono stati assegnati ben dieci di questi container.

Sono molti, forse troppi ormai, i motivi per cui l’organizzazione del cimitero più grande di Italia si è dimostrata inadeguata e le forze degli operatori di Ama insufficienti. Solo negli ultimi mesi nella nostra testata abbiamo riportato raccapriccianti scoperte avvenute al Flaminio: la sabbia nelle urne al posto delle ceneri, i resti di cadaveri gettati nell’ossario comune, i feti sepolti con i nomi in chiaro delle madri – ignare – sulle croci e lo scambio di salme. Ma basta affacciarsi al cimitero per accorgersi della poca cura verso questo luogo sacro, per via della strada sconnessa, dei rovi, delle sterpaglie e dei servizi igienici inutilizzabili. Una domanda sorge spontanea: ora che i cimiteri romani sono stracolmi e i depositi del cimitero Flaminio sigillati, dove verranno portate le urne e le bare?

Giulia Vincenzi

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1 commento

  1. Altri temporali e gli edifici crollano ,guaina assente sui lastrici solari infiltrazioni da tutte le parti complimenti anni e anni di menefreghismo non aggiungo altro.

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