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Covid-19, nuovo focolaio a Roma Nord

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Galvanica Bruni

Un nuovo focolaio di coronavirus è divampato a Roma Nord, nella Residenza per anziani “Anni Azzurri” che si affaccia sul Parco di Veio. I positivi sono ben 51, di cui 14 sono operatori dipendenti della struttura, mentre 37 sono pazienti, tutti anziani e molti affetti da patologie gravi.

La struttura si trova in via Barbarano Romano 43, a La Giustiniana, e appartiene al gruppo di sanità privata Kos. Dispone di 118 posti letto e, come si legge sul relativo sito web, accoglie persone anziane in condizione di forte riduzione della propria autonomia per patologie cronico-degenerative, persone affette da patologie psicogeriatriche (quali la demenza senile) e persone che non necessitano di assistenza ospedaliera ma che sono a rischio di riacutizzazione e hanno necessità di un monitoraggio delle condizioni cliniche e dei parametri vitali.

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Da quanto riferiscono le fonti, il contagio è partito da uno degli operatori del centro che nelle settimane precedenti si era trovato a stretto contatto con una persona successivamente risultata positiva al Covid-19.

Non appena ne è stata data comunicazione, la struttura ha messo in atto le precauzioni necessarie, ma nel mentre l’infezione si era diffusa velocemente tra gli anziani ospiti della residenza.

Sono stati, così, tutti sottoposti al tampone molecolare, sia gli oltre cento pazienti sia i dipendenti della Rsa; a oggi sono emersi 50 casi positivi, dei quali 13 sono operatori mentre 47 sono persone molto anziane e affette da patologie gravi, infatti alcuni di essi sono già stati trasferiti in strutture di ricovero. Inoltre, negli scorsi giorni sono deceduti tre pazienti, anch’essi risultati positivi.

La Residenza “Anni Azzurri” fa parte del XV Municipio, quindi è di competenza dell’ASL Roma 1, la quale sta supportando il centro e monitorando con attenzione l’evolversi della situazione.

Il direttore del Sisp ASL Roma 1, Enrico Di Rosa, ha dichiarato a VignaClaraBlog.it che “Il numero dei casi riscontrati nella struttura Anni Azzurri è importante e rispecchia purtroppo quanto sta avvenendo in questo periodo, infatti esistono diverse situazioni simili e tutte molto delicate proprio per la tipologia di persone che ospitano. Il nostro intervento è stato immediato e da parte della direzione del centro abbiamo ricevuto estrema collaborazione, ciò ci permette di tenere sotto controllo i pazienti e di poter dar loro un’assistenza continua, quindi di seguire tutto con attenzione e cautela”.

Per poter limitare al massimo la possibilità che il Covid-19 si diffonda ulteriormente, la direzione, in accordo con l’ASL, ha dedicato uno dei due edifici di cui si compone la residenza alle persone risultate affette dal virus, che vengono assistite da personale dedicato. Inoltre, come indicato dalla procedura, ogni cinque giorni viene effettuato un nuovo tampone.

Giulia Vincenzi

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2 COMMENTI

  1. Si sta verificando esattamente quello che è successo ne mesi della prima ondata della pandemia, quando purtroppo a pagarne le conseguenze mortali sono state, come sempre, le persone più fragili. Non si è imparato nulla dalla dolorosa esperienza e ancora oggi gli anziani delle case di riposo sono aggrediti dal COVID e anche questa seconda ondata registra Case di riposo che diventano focolai di contagio, mentre dovrebbero essere le prime ad essere messe in sicurezza. Non c’è mai nulla di nuovo sotto il sole. Sono molto addolorata per gli ospiti della Casa di riposo romana e molto preoccupata per loro.

  2. Signora Vincenzi,
    Ho appena letto il suo articolo sulla RSA Anni Azzurri a Roma. In questa struttura è ricoverata mia zia affetta da demenza vascolare. Dal 3 ottobre 2020, la direzione non da più informazioni ai famigliari per iscritto. Una telefonata per dire che il primo tampone era negativo e una seconda negli ultimi giorni per dire che purtroppo al terzo tampone mia zia è risultata positiva e che ha la febbre. Più della metà dei pazienti sono positivi ci dice la dottoressa al telefono.

    Sempre e solo per telefono, ci suggeriscono di farla portare in ospedale. Per quale motivo? Eppure il direttore della ASL Roma 1 ha detto che sono seguiti e attrezzati.

    Ora mi chiedo, le persone trasferite sono portate in ospedale o in altre strutture pubbliche tristemente conosciute a Roma?

    Gentile Direttore della ASL Roma 1,
    Le informazioni relative alla situazione all’interno della struttura dobbiamo leggerle sui giornali noi famigliari?

    Adesso speriamo che i nostri anziani in struttura ce la facciano ma verrà il tempo di rispondere dei fatti e di prendersi le proprie responsabilità.

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