Home ATTUALITÀ Escluso per una svista. Salta un progetto del Teatro Patologico

Escluso per una svista. Salta un progetto del Teatro Patologico

Dario-D'Ambrosi
Galvanica Bruni

Volevano partecipare alla selezionare indetta dal Campidoglio per ottenere contributi e vantaggi economici a sostegno della loro  proposta progettuale. Volevano promuovere un dialogo tra il mondo della cultura e la cittadinanza,ma una mera dimenticanza, una vera e propria svista, gliel’ha impedito.

Loro sono i ragazzi del Teatro Patologico, ubicato in via Cassia 471, fondato e diretto da Dario D’Ambrosi che da trenta anni porta avanti un difficile e faticoso lavoro di teatro-terapia, rivolto a persone con disabilità fisica e psichica, alleviando molte sofferenze a centinaia di famiglie con ragazzi disabili.
Dall’altra parte troviamo il Comune di Roma, nella vesti asettiche del rigido rispetto letterale delle regole alla base del bando di gara “Èureka! – Roma 2020 – 2021 – 2022“.

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Non c’è bisogno di ricordare cosa sia il Teatro Patologico, la cui attività artistica e sociale ha permesso a questa realtà di rappresentare l’Italia e la città di Roma in tutti continenti, presentando il primo corso universitario al mondo di Teatro Integrato dell’Emozione nella sede delle Nazioni Unite a New York, a Tokyo, Bruxelles, Johannesburg e a Londra, vincendo inoltre con la “Medea” il Premio come Miglior Spettacolo Straniero.

Tornando al motivo del contendere e alle ire di Dario D’Ambrosi che sui social sta facendo ferro e fuoco, è accaduto che il Dipartimento Attività Culturali del Comune abbia escluso dalla selezione “Èureka! – Roma 2020 – 2021 – 2022” la proposta dei ragazzi diversamente abili del Teatro Patologico perchè un allegato al progetto non risulta “siglato in ogni pagina“.

così come appunto previsto dall’avviso pubblico che all’articolo 8 pone come causa di esclusione la mancata sigla delle singole pagine del quel documento.

Una mancanza irrilevante, cosa cambia se la sigla c’è o non c’è? Burocrazia fine a se stessa? Penalizzati per una banale svista? Ma il regolamento parla chiaro. Dura lex sed lex.

Rimango davvero sconvolto e deluso da questa sconcertante decisione” tuona invece D’Ambrosi su facebook in questi giorni, facendo però sotto sotto notare quel che potrebbe apparire come una discriminazione.

Pare infatti, stando alle parole del regista, che “l’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma abbia sollecitato le associazioni a regolarizzare le domande dei vari progetti, sollecitazione che però non ha riguardato il Teatro Patologico che, senza sapere per quale motivo, non ha quindi avuto la possibilità di regolarizzare la propria“.

Non è chiaro, da quanto denuncia, se i funzionari della commissione abbiano utilizzato lo strumento del “soccorso istruttorio” e se il Teatro Patologico ne sia rimasto escluso. Resta il fatto che D’Ambrosi non usa mezzi termini nel palesare la sua ira dichiarandosi “letteralmente schifato da questa decisione dell’Assessorato alla Cultura” ed annunciando che comincerà a gridare ai quattro venti che “il Comune di Roma esclude progetti con e per persone disabili, per piccoli dettagli burocratici e non per un giudizio sul valore dell’iniziativa“.

Questa decisione che mi lascia deluso e affranto – conclude D’Ambrosi – rischia di metterci nella condizione di lasciare a casa decine e decine di famiglie con figli disabili che nel Teatro Patologico avevano invece trovato una speranza e, soprattutto, un futuro“.
Ed è per questo che su facebook chiede ad amici e supporter di condividere e commentare il suo post sulla pagina del Campidoglio o su quella del vicesindaco e assessore alla cultura. (cc)

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