Home ATTUALITÀ Coronavirus, CNA-Commercio: “ok chiudere, ma servirà aiuto per riaprire”

Coronavirus, CNA-Commercio: “ok chiudere, ma servirà aiuto per riaprire”

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Grido di consapevole dolore per il diffondersi del contagio che fra i tanti problemi sta causando anche il blocco delle attività del commercio di vicinato, quel tessuto estremamente diffuso nella capitale dove il negozio sotto casa, alimentari e non, è ancora un punto di riferimento.

Oggi, nel rispetto del DPCM emanato ieri sera, a Roma sono chiusi tutti i negozi per la vendita al dettaglio. Ma non solo, chiusi pub, ristoranti, bar, pizzerie, gelaterie, laboratori artigianali. Chiusi anche negozi di abbigliamento, mercerie, parrucchieri, barbieri ed estetisti. Ma domani, sconfitto il virus, ce la faranno a riaprire?

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E’ questa la riflessione che Giovanna Marchese Bellaroto, presidente di CNA-Commercio Roma, pone all’opinione pubblica ricordando che i commercianti sono “una parte dell’intero sistema imprenditoriale di Roma” e nel contempo sono anche “la parte più numerosa e, nelle varie declinazioni, quella che assolve alle più svariate esigenze nella vita dei cittadini tutti i giorni e di conseguenza, quella che macina più PIL“.

Proprio per questo, appena i flussi delle abitudini comuni subiscono improvvisi mutamenti il commercio va subito in sofferenza. “Questo accade nella normalità, figuriamoci in un momento di tragedia comune come questo che stiamo vivendo e del quale, forse, abbiamo preso pienamente coscienza con un po’ troppo ritardo” sottolinea Giovanna Bellaroto guardandosi intorno ed esclamando “questa è la realtà oggi: Roma deserta, poche persone in giro con la mascherina (forse l’avremmo dovuta indossare da subito) che si aggirano, come vivessimo in un’altra latitudine, alla ricerca di supermercati e farmacie“.

Ora la paura ci appartiene e con essa dobbiamo organizzare la nostra quotidianità, certo non c’è spazio per andare per negozi o per bar. Le indicazioni chiare del governo “iorestoacasa” per interrompere la catena del contagio sono arrivate forti e chiare“.

I segnali però sono preoccupanti. Con gli incassi crollati già nei giorni scorsi per effetto dei precedenti DPCM, molte attività hanno deciso di comunicare la chiusura. Tante in centro storico, dove la stretta sugli orari di somministrazione e ristorazione si era sentita molto forte, ma anche in altri quartieri, dalla Balduina a viale Marconi, da viale Jonio alla Prenestina, dai Parioli a Vigna Clara. Ad affermarlo è sempre Giovanna Bellaroto che dall’osservatorio di CNA-Commercio ha una visione del fenomeno sull’intera città.

Dalle nostre telefonate abbiamo calcolato che per lo meno il 20% di noi ha già chiuso. Sicuramente è una decisione difficile, forse più dura per un’attività a condizione familiare che non per i marchi del franchising. Comunque sia,si tratta di economia in fumo e costi vivi che non si azzerano con le saracinesche abbassate per decreto, ma anzi continueranno a sommarsi. Gli affitti, tutte le bollette delle utenze, l’Ama che ancora non ritira i cartoni, le rateizzazioni, gli avvisi bonari, l’agenzia delle entrate, gli stipendi, i contributi e non in ultimo, la merce già in negozio, anche quella andrà pagata“.

Come CNA-Commercio siamo tutti pronti ad osservare i provvedimenti più ristrettivi che si sono resi indispensabili per la salute di tutti e per il rallentamento dei contagi. Noi chiuderemo i nostri negozi, ma da soli non c’è la faremo mai a riprenderci” sostiene la presidente affermando convintamente che provvedimenti straordinari andranno presi per farli ripartire quando tutto sarà passato.

Azzerare la filiera produttiva tutta significa mettere in ginocchio l’economia del nostro paese, ma non si discute, questa è questione di salute pubblica la mia, la tua, di tutti. Quel giorno però – conclude – quando avremo trovato il modo di domare il covid-19, noi ci saremo e cercheremo di fare la nostra parte, se lo Stato ci offrirà la sua mano“.

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