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Il desiderio di sentirsi belli, giovani e attraenti è radicato nell’uomo fin dall’antichità. I trattamenti estetici non sono un’invenzione moderna, ma i modi per restare giovani oggi sono di certo più numerosi e meno invasivi. Sono stati sviluppati trattamenti mirati per ogni esigenza, e anche la pelle delicata del volto gode di formulazioni specifiche.
Le innovative maschere per il viso ne sono un esempio, e rappresentano uno dei prodotti più amati del momento.
Tante le notizie circa i prodotti da usare e sul sito di Nivea è possibile anche leggere che ingrediente base deve contenere una determinata maschera per il viso per assolvere ogni specifica funzione.
Per esempio, se il volto appare stanco e affaticato, una maschera adeguata vanterà ingredienti come acido ialuronico, retinolo e glicerina. Se invece la pelle è grassa, il trattamento viso dovrà avere componenti come menta, argilla bianca ed estratti di magnolia.
Oggi i trattamenti sono delle coccole rilassanti, ma in passato chi bella voleva apparire non poco doveva soffrire.
Egitto
Per difendere la pelle del volto dal clima arso e ventilato, gli antichi egizi utilizzavano quotidianamente creme ed oli, impiegati anche nella creazione dei cosmetici.
Più stravagante era l’abitudine in voga nei banchetti nobiliari: sulle teste degli invitati venivano riposti corni con unguenti profumati che sciogliendosi si riversavano sul volto per rinfrescarlo.
Antica Grecia
L’incarnato eburneo è stato a lungo sinonimo di bellezza e le donne greche ricorrevano alla biacca per sbiancare la pelle.
Peccato si trattasse di carbonato basico di piombo, un pigmento pittorico tanto facile da reperire quanto tossico per la salute. Oltre a danneggiare la pelle, provocava sterilità e follia.
Inghilterra 1500
Dagli antichi greci, alle cinquecentesca Inghilterra elisabettiana, il passo è breve in fatto di cosmesi. Il colorito diafano resta emblema di grazia e signorilità e la biacca si conferma protagonista del make-up popolare insieme all’albume d’uovo. Elisabetta I utilizzava invece un cosmetico noto come “Maschera di gioventù”.
Giappone XVIII
Volti bianchi e denti neri, per esaltarli erano il dogma beauty delle nobili dell’impero nipponico. I trattamenti per ottenere entrambi erano però nocivi.
La cipria sbiancante era realizzata con polvere di riso ed escrementi di uccelli, la tintura per i denti, invece, era a base di polvere di ferro.
Fine 1800
Laird’s Bloom of Youth è il nome di una delle prime creme antiage. Benché fosse commercializzata come deliziosa e innocua, conteneva acetato di piombo e carbonato.
Nel 1869 uno studio scientifico smascherò gli effetti collaterali della crema ma il suo utilizzo funzionale alla rincorsa all’eterna giovinezza non diminuì.
Novecento
Nel XX secolo, candore del volto significava anche pulizia da qualsiasi macchia, lentiggini comprese. L’unguento “Dr. C.H. Berry’s Freckle Ointment” doveva soddisfare tale desiderio, ma la presenza del 10-15% di mercurio all’interno causava enormi danni. La percentuale venne ridotta nel tempo, finché nel 1970 fu bandito l’utilizzo del mercurio per la cosmesi.
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