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Un tunnel sotto Corso Francia: progetto del 2010 ancora valido

Un tunnel sotto Corso Francia, un progetto datato 2010 ma ancora valido nei minimi dettagli. Fu inoltrato in Campidoglio: che fine ha fatto?

Galvanica Bruni

A poco più di un mese dalla terribile notte in cui hanno perso la vita Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli, investite e uccise a Corso Francia nel tragico incidente con Pietro Genovese alla guida del suo Suv, mentre prosegue la maxi perizia disposta dalla Procura di Roma che dovrà ricostruire la dinamica che ha provocato l’impatto e le responsabilità sulla morte delle due amiche, resta alta l’attenzione sulla sicurezza stradale a Roma Nord, in particolare su quel tratto di strada diventata ormai una vera e propria autostrada nonostante il limite di velocità fissato a 50 km/h.

L’appello dei residenti

Solo pochi giorni fa, attraverso la rubrica “Una città, mille domande” del Corriere della Sera, era stata avviata una raccolta firme, a cui aveva partecipato anche la mamma di una delle vittime, per la proposta di un ponte pedonale su Corso Francia a salvaguardia dei tanti pedoni che quotidianamente attraversano le due carreggiate ad alto scorrimento con un attraversamento pedonale semaforico che dura appena 30 secondi.

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L’idea proposta faceva da eco ad uno dei primi progetti di ponte pedonale su Corso Francia presentato nel 2013 dallo studio di architettura & design Officinaleonardo, il “French Bridge”:  un ponte in legno completamente pedonale e ciclabile che in quel caso avrebbe collegato via Flaminia a Collina Fleming con via Ronciglione a Vigna Clara, progetto presentato in Campidoglio e lì rimasto.

Alla raccolta firme sottoscritta a metà gennaio da un centinaio di residenti del Fleming, a cui poi si è aggiunta anche l’iniziativa del Comitato “i Quartieri della Stazione di Vigna Clara e Dintorni che ha raccolto e consegnato in Municipio altre trecentocinquanta firme, era seguito un documento firmato e votato ad unanimità da tutte le parti politiche municipali nel consiglio del XV Municipio del 17 gennaio scorso; una richiesta al Campidoglio per l’applicazione di provvedimenti urgenti per la sicurezza stradale di Corso Francia.

“Percorso Francia”: ecco l’idea

Da qualche giorno però è tornato alle cronache un altro progetto riguardante la sicurezza stradale di Corso Francia e più in generale la riqualificazione di quella zona.

Si tratta di un piano urbanistico realizzato dieci anni fa dai due architetti: Alessandra De Cesaris, docente di Progettazione Architettonica presso la prima Facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni” dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e il collega Alessandro Franchetti Pardo, vincitori del primo premio del concorso bandito nel 2010 dall’Ordine degli Ingegneri di Roma “Dieci idee e proposte per la città”, dedicato appunto alla riqualificazione urbana della Capitale.

Il progetto, a cui Vignaclarabog.it all’epoca aveva dedicato ampio spazio,  prendeva le mosse da considerazioni tutt’ora valide sottolineando come Corso Francia già allora mostrava “elevati livelli di criticità non solo in relazione ai tempi di percorrenza del traffico veicolare ma anche in termini di continue interferenze, regolate da molti semafori, tra il traffico locale e il traffico a scorrimento veloce”.

Criticità dovute anche al forte inquinamento ambientale (acustico e atmosferico) “aggravato dalla particolare condizione morfologica che non facilita il ricambio dell’aria, dal mancato uso sociale dell’invaso stradale, dato l’attuale utilizzo quasi esclusivamente veicolare, e dalla mancata connessione tra i due quartieri limitrofi a causa della forte cesura creata dall’arteria”.

Il progetto elaborato dai due architetti puntava quindi al risanamento ambientale dell’intero invaso stradale di Corso Francia e addirittura prevedeva l’interramento di un tratto stradale dalla confluenza tra Cassia e Flaminia fino allo svincolo per la Tangenziale Est, attraverso la realizzazione di un tunnel semi aperto in grado di garantire in parte un’illuminazione e un’aerazione naturale.

Corso Francia a due piani

Un tunnel sotterraneo di circa 1,2 km dotato di due ingressi a nord (uno sulla via Cassia Nuova all’altezza di Largo. P. Saraceno e uno sulla via Flaminia Nuova nel tratto compreso tra via G. Fabbroni e via M. Pantaloni) e uno a sud (all’altezza del cavalcavia dell’Olimpica in diretta connessione con Ponte Flaminio e con il viadotto di Corso Francia) che, secondo quanto sostenuto dal team di architetti, avrebbe garantito lo scorrimento veloce del traffico, lasciando in superficie il traffico locale.

In questo modo, le carreggiate in superficie sarebbero state alleggerite dal traffico a scorrimento veloce, per intenderci quello diretto verso il viadotto che porta al Villaggio Olimpico e verso la Tangenziale o viceversa dal centro verso lo svincolo tra Via Cassia e Via Flaminia, e sarebbero state arricchite da giardini lineari attrezzati con percorsi pedonali e ciclabili, aree di sosta, punti ristoro, aree gioco attrezzate, parcheggi a raso per la sosta breve.

E ancora…

Il progetto prevedeva (e prevede) la creazione di un parcheggio interrato su due livelli per circa 350 posti auto nel triangolo compreso tra via Cassia Nuova, via Flaminia Nuova e via A. De Viti De Marco; parcheggio pensato anche in vista della riapertura della Stazione Vigna Clara che nel 2010 sembrava un sogno e che oggi invece è alle viste entro la fine del corrente anno.

E ancora. Nel progetto era (ed è) inserita anche la realizzazione di un ponte pedonale e carrabile di riconnessione tra i due quartieri del Fleming e di Vigna Clara che avrebbe collegato via di Vigna Stelluti con Via Nitti, al Fleming.

corso francia Tav-4Un progetto ambizioso

Un progetto ambizioso e al contempo studiato nei minimi dettagli, figlio di un’attenta osservazione dell’area oltre che di una grande conoscenza del territorio essendo i due architetti – come precisò Alessandra De Cesaris nell’intervista di dieci anni fa – residenti in zona.

Il piano progettuale, corredato da una relazione dettagliata e da tavole pubblicate sul sito dell’Università di Roma La Sapienza, oltre a vincere il concorso,  venne presentato in XV Municipio, all’epoca XX, dove i due architetti incontrarono l’allora Assessore alla Cultura Marco Perina e l’Assessore all’Urbanistica Giuseppe Mocci i quali si mostrarono molto interessati.

Ambizioso, appetibile ma dimenticato

A testimonianza della presa in carico da parte dell’Amministrazione locale dell’epoca c’è la relazione annuale del 2010 in cui Mocci illustra l’attività svolta dal suo assessorato, relazione nella quale trova spazio il progetto in questione che viene citato come come un’opportunità di riqualificazione del territorio anche in vista delle Olimpiadi 2020 a Roma (candidatura poi rifiutata dall’allora Governo Monti).

Questo assessorato, dopo aver incontrato i progettisti e dopo aver esaminato il progetto nella Commissione Urbanistica del Municipio, ha approvato la Mozione di Giunta (seduta del 9 Febbraio 2011) dove è stato richiesto al Sindaco di Roma e all’Assessore all’Urbanistica del Comune di Roma di inserire il progetto nell’ambito delle opere urbanistiche previste per la candidatura di Roma 2020” – scriveva Mocci nella relazione.

Da allora non se ne seppe più nulla, il progetto restò chiuso, e probabilmente lo è ancora, nei cassetti di chissà quale ufficio capitolino.

È ancora attuale?

Il progetto di riqualificazione urbana di Corso Francia ideato dieci anni fa e con il quale vincemmo il concorso nasceva proprio dall’osservazione delle continue interferenze tra il traffico locale e il traffico a scorrimento veloce Cassia/Flaminia-Centro e viceversa, il nostro obiettivo era quello di ideare un piano di riqualificazione urbana dell’area che oltre a migliorare il traffico in zona contribuisse anche a ridurre l’inquinamento ambientale, acustico e atmosferico, recuperasse il mancato uso sociale dell’invaso stradale e la mancata connessione tra i due quartieri limitrofi, Vigna Clara e il Fleming divisi  dall’arteria a scorrimento veloce” – spiega oggi a VignaClaraBlog.it l’architetto Alessandro Franchetti Pardo.

A distanza di dieci anni da quel concorso posso dire che certamente il progetto sarebbe ancora valido perché sostanzialmente dal punto di vista della viabilità in quella zona poco è cambiato, quasi nulla, per cui perché no? Sarebbe interessante riprendere in mano le carte e approfondire la questione …”

Intanto, come confermatoci anche dall’architetto, dal XV Municipio e dal Campidoglio fanno sapere di non aver avuto nessun confronto in merito al progetto e di non conoscere le carte.

Lo afferma oggi sul Corriere della Sera Linda Meleo, assessore capitolino ai Lavori Pubblici che a precisa domanda risponde: “Non lo conosco nel dettaglio e debbo esaminarlo. Se è stato presentato, è probabile che negli uffici capitolini ve ne sia una copia” e non lo conosce il presidente del XV, Stefano Simonelli, che comunque lascia aperto uno spiraglio: “È una proposta di cui non ho copia, se qualcuno ce la invia la porteremo al tavolo”, ha dichiarato riferendosi al tavolo tecnico, l’incontro tecnico-politico con i Dipartimenti competenti (Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana e Dipartimento Mobilità e Trasporti) sulla sicurezza stradale di Corso Francia, che si terrà su sua richiesta il prossimo 4 febbraio.

Ludovica Panzerotto

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15 COMMENTI

  1. UN parcheggio interrato dove un tempo scorreva la marana e a due passi dal Tevere? Auguri!
    Ci hanno provato sotto al mercato di Via Riano e come hanno provato ad andare più giù hanno trovato l’acqua.

  2. Parcheggio interrato a parte, il progetto mi piace. Per quel che riguarda invece il French Bridge, mi chiedo a chi possa servire un collegamento pedonale con Via Ronciglione (a parte i pochi residenti di quella via che hanno già a disposizione la scalinata per raggiungere corso Francia)! C’è già praticamente una predisposizione per un ponte tra Via Nitti e Via Vigna Stelluti (dove ci sono i giardinetti ): perchè non è stato presentato un progetto di ponte pedonale in quel punto? Non è forse quello il punto miglior per congiungere Vigna Clara con il Fleming?

  3. A quasi 10 anni di distanza le cose non sono cambiate e, purtroppo, le non poche obiezioni al progetto non hanno avuto risposta.

  4. il progetto sarebbe un SOGNO! MAGARI! MA CHI CI CREDE?
    il ponte pedonale ne parlano dagli anni 80…ta via nitti e vigna stelluti.. MAI FATTO… l’unica cosa del progetto che non convince è il parcheggio sotto ai giardini di vigna clara ( quello che voi chiamate triangolo ) ..li sotto ci passerà il treno adesso.. e bisogna piantare alberi non levarne come sempre. il sottopassaggio risolverebbe tantissimo e trasformerebbe uno stradone brutto, pericoloso e pieno di traffico in un bel viale, vivibile ed oltretutto unirebbe le due zone di vigna clara e fleming.rimarrà un sogno? come tutto il resto in questa zona… fondamentale per il traffico della cassia la rotonda angolo via cassia via di grottarossa come hanno fatto con giustiniana. dobbiamo aspettare 40 anni per ogni miglioria?

  5. Il problema di non avere copia del progetto del 2010 mi sembra risolvibile immediatamente dagli autori stessi …..sarebbe un’ottima idea e risolverebbe insieme l’attraversamento della strada, il parcheggio della stazione Vigna Clara, il traffico spesso caotico della zona e l’insopportabile inquinamento acustico e atmosferico . Mi sembra la soluzione migliore, fermo restando ovviamente lo studio di fattibilità in relazione al percorso sotterraneo della stazione …..Spero che se ne riparli quanto prima, una volta recapitata copia del progetto a tutte le sedi competenti. O c’è qualche “manina” che vi si oppone?

    • Nel territorio del XV Municipio ci dovrebbero essere altre priorità.
      Mi riferisco alla riqualificazione delle periferie, dove alcuni tratti sono senza fognature, vedi La Storta e Prima Porta.e per migliore la viabilità ed evitare ingorghi a tutte le ore.
      Sulla via Cassia, altezza Giustiniana, ci sono voluti 10 anni per fare una rotatoria che costituisce un palliativo per chi deve immettersi sul GRA, quando si doveva proseguire la via Braccianese Bis e collegarla allaTrionfale Bis evitando di passare alla Giustiniana.

      • questo progetto è una priorità assoluta perchè corso francia è l’arteria principale di ROMA NORD dove si crea il traffico ed inoltre è molto brutto e pericoloso cos’ com’è. Una non esclude un’altra poi che ragionamenti sciocchi..sempre a criticare ciò che non si sente proprio per egoismo.

  6. E’ un progetto bellissimo, quasi un sogno, ma vi immaginate cosa diventerebbe il quartiere per quei 2-3, forse 4 anni che servirebbero alla realizzazione di quest’opera? Sotto corso Francia c’è già un cunicolo per i servizi dove passano gas,acqua,telefoni e corrente elettrica e poi ci sono le fognature ecc. ecc. Quanto credete che ci vorrebbe per spostare tutti questi sottoservizi? Non basterebbe un anno e dopo di questo inizierebbe la costruzione del tunnel e di quanto altro prevede il progetto. Per noi residenti sarebbe l’inferno. Queste cose andavano pensate e realizzate 50 anni fa quando è nato corso Francia, oggi è troppo tardi.
    Se le auto vanno troppo veloci si mettano un paio di autovelox e nel giro di poco tempo le velocità saranno conformi a quanto prevede il codice della strada e si facciano altre migliorie che oggi rendono impossibile il traffico nelle ore di punta (ad esempio il ponte tra via Nitti e vigna Clara) e sopratutto si faccia l’allargamento della Flaminia Nuova tra via Fabbroni e via Flaminia (Tor di Quinto) in modo da rendere quel tratto a quattro corsie come è il resto della strada.

    • a Roma non si fa mai nulla perchè molti ragionano cosi..sempre a criticare … con questi ragionamenti nel passato adesso non avremmo il patrimonio che abbiamo.

  7. I progetti si un sottopasso sotto Corso Francia o del cavalcavia da Vigna Stelluti al Fleming si sono rivelati pure utopie e sono rimasti sulla carta non solo per le proteste dei residenti. Chi finanzierebbe? E quanto tempo durerebbero i lavori? Non siamo in Cina dove stanno per ultimare due ospedali in pochi giorni. E poi una cosa è costruire un nuovo edificio, altra scavare sotto una strada che ha fabbricati ai due lati. E la fognatura e i cavi dei servizi che fine farebbero? Meglio i provvedimenti allo studio, che possono essere realizzati in poco tempo, con minori spese e senza impatto sul traffico e sulla stabilità dei fabbricati. Bene il tavolo tecnico per modificareo i tempi dei semafori, programmare i dissuasori e i controlli per la velocità delle auto, curare l’illuminazione ecc. E magari un piano mobilità per evitare la necessità di ricorrere alle auto aprendo finalmente l’anello ferroviario, ristrutturando i trasporti pubblici su gomma per consentire l’uso del treno che arriva a piazzale Flaminio e i collegamenti dei nostri quartieri con la metro.

  8. pensate a mettere i velox su tutto il tratto da corso francia a cassia nuova ..e pure sull’olimpica…quanto costa questo? 50 milioni? ma per favore..finiamola con gli sperperi ed i costosi tunnel e si finanzi pure un tram che colleghi fleming e vigna clara..al centro. ridurre le auto, non agevolarle con costosi progetti. tram! rete tram! e gli incidenti diminuiranno

  9. cara bea, su Corso Francia passano 10000-20000 auto al giorno, dove potrebbero passare se per tre anni il traffico fosse interrotto?

  10. Ma se il tunnel invece di essere sotterraneo fosse in superficie? Si potrebbe incanalare tutto il traffico delle corsie principali in un lungo tunnel, in questo modo si aggirerebbero i problemi legati agli scavi e l’inquinamento acustico ed ambientale si ridurrebbe di molto. Inoltre si creerebbe un nuovo livello che potrebbe essere esclusivamente pedonale dove poter mettere giardini e giochi per bambini che migliorerebbe parecchio la vivibilità del quartiere.

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