Home CRONACA Corso Francia, Gaia e Camilla morte in un amen. La terribile testimonianza

Corso Francia, Gaia e Camilla morte in un amen. La terribile testimonianza

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Galvanica Bruni

Gaia V.F. e Camilla R., sedicenni entrambe, abitavano a Collina Fleming e frequentavano il Liceo De Sanctis, in via Antonio Serra. Sono morte in un amen, la loro vita è stata spezzata in una manciata di secondi lasciando nel baratro del dolore tre famiglie: le loro e quella del ventenne alla guida della Renault Koleos che le ha, forse inconsapevolmente, travolte.

Si tratta di Pietro Genovese, figlio del noto regista Paolo che, dopo essersi fermato per prestare soccorso alle giovani ragazze, in stato di choc è stato trasportato in ambulanza al policlinico Umberto I dove è stato anche sottoposto agli esami del sangue per capire se guidasse sotto effetto di alcol o droghe. L’esito delle analisi non è ancora noto.

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Era da poco passata la mezzanotte e il manto stradale di Corso Francia era bagnato dalla forte pioggia caduta per ore sulla capitale. Secondo le ultime ricostruzioni, Gaia e Camilla dopo aver passato la serata a Ponte Milvio con degli amici avevano deciso di tornare a casa, una delle due era stata anche sollecitata  via cellulare dalla mamma a farlo. “Ti rendi conto di che ora è”? più o meno questo il tono del messaggio inviato alla figlia che comunque era sulla strada del ritorno.

Mancava poco ad arrivare a casa. Sarebbe bastato attraversare Corso Francia e percorrere via Flaminia Vecchia. Il problema era tutto lì: attraversare quella maledetta strada dove tutti corrono, dove, ad ogni ora del giorno, preso il primo verde si pigia sull’acceleratore per cogliere tutti gli altri semafori fermi sullo stesso colore.

Non è detto che Pietro Genovese corresse; testimoni sostengono inoltre che sia passato col verde. Come riferisce anche il Corriere della Sera  “sembrerebbe che l’automobilista sia passato all’incrocio con il semaforo verde e che si sia improvvisamente trovato davanti, in un tratto di strada con visibilità ridotta, le due giovani che avrebbero scavalcato il guard rail senza avere la possibilità di evitarle”.

Fatto sta, sempre stando alle prime ricostruzioni, che Gaia e Camilla cercano di attraversare Corso Francia non al semaforo con via Flaminia Vecchia, non sulle strisce ma poco più avanti, forse per guadagnare tempo e terreno, probabilmente sentivano di aver fatto troppo tardi.

E lì si consuma la tragedia. Scavalcato il guard rail, tradite dal buio, attraversano proprio mentre sopraggiungono alcune auto. L’impatto con la Renault di Pietro Genovese è tremendo e mortale.

La terribile testimonianza

Io ero lì ed ho visto tutto. Una scena che una persona non deve mai vedere, figuriamoci vivere“. Così scrive sulla pagina facebook di VignaClaraBlog.it Joel Z. che nel raccontare l’accaduto precisa anche che la sua testimonianza è stata resa due volte nel corso della notte alla Polizia Locale di Roma e che, appena accaduta la tragedia, il marito è uscito dall’auto e si è gettato al centro della strada a braccia levate per fermare le auto in arrivo.

Le due giovani ragazze, racconta Joel, “volevano attraversare la strada nonostante il semaforo fosse verde per le macchine, e volevano attraversare in un punto senza strisce, dove all’altro lato c’è il guard rail. La macchina sulla corsia centrale ha rallentato per far passare le ragazze che hanno attraversato correndo, mano nella mano, senza vedere se passavano altre macchine nella corsia di sinistra, quella vicina al guard rail. L’auto che le ha travolte andava sicuramente veloce, ma la macchina centrale copriva la visuale e quella in arrivo non poteva vedere che le ragazze stavano attraversando“.

Di conseguenza, continua Joel, le due giovanissime “sono state catapultate per aria e investite una seconda ed una terza volta da macchine che arrivavano da dietro sfrecciando ignare dei corpi distesi per terra. Una tragedia mai vista prima. Ognuno di noi poteva essere l’autista che le ha travolte, perché corso Francia è una strada a scorrimento veloce e le ragazze attraversavano senza strisce, di notte, con la pioggia, con scarsa visibilità. Una tragedia. Povere ragazze e povere famiglie.”

Il riconoscimento

L’incidente accade intorno alla mezzanotte e mezza e a Ponte Milvio la movida è ancora nel pieno. La notizia si sparge con velocità e frotte di giovani accorrono sul posto. Piangono, si disperano.

Camilla aveva con sé i documenti ed il riconoscimento è immediato. Gaia invece viene riconosciuta dal papà, ufficiale dei carabinieri in congedo, che non appena saputo il nome della ragazza amica della figlia accorre subito sul posto: sapeva che le due erano uscite insieme quella sera.

Le indagini

La procura di Roma ha subito aperto un fascicolo affidato al procuratore aggiunto Nunzia D’Elia che procede per omicidio stradale.

Stando a quanto scrive il Corriere della Sera, “Fra le ipotesi investigative al vaglio c’è anche quella che il conducente della Renault fosse al telefonino, che stesse parlando oppure chattando. Il suo smartphone è stato infatti sequestrato dai vigili urbani e sarà sottoposto entro breve ad accertamenti per capire se fosse attivo qualche genere di comunicazione al momento dell’incidente o immediatamente prima. Se l’ipotesi fosse confermata dalle indagini, la posizione del ventenne potrebbe aggravarsi ulteriormente”.

I fiori degli amici

Diversi mazzi di fiori sono stati lasciati questa mattina a Corso Francia là dove Gaia e Camilla sono decedute. Uno spicca in particolare ed è firmato “i tuoi amici”.

Al cordoglio delle famiglie si è unita la sindaca Raggi dichiarando: “Profondo dolore per la tragica morte delle due ragazze. Roma si stringe alle famiglie colpite da questa tragedia. E’ inaccettabile morire così. Aspettiamo che si faccia chiarezza ma guidare in modo responsabile è un dovere“.

Edoardo Cafasso

AGGIORNAMENTO delle 19:30
il ventenne risultato positivo ai test di alcol e droga: clicca qui

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8 COMMENTI

  1. Corso Francia NON è una strada a scorrimento veloce!
    Semmai una strada urbana a tre corsie per senso di marcia.
    C’è il limite di 50 km/h (poi certo ci vuole fegato per provare ad andare “solo” a 50).

  2. che tragedia , con i nuovi lampioni orrendi adesso è ancora più buia.. il guard rail in città non dovrebbero esistere e corso francia è sempre stata troppo pericolosa, servono sottopassaggi per le macchine come da famoso progetto vincitore anche di un premio ma mai realizzato o rotonde, è un’autostrada in mezzo alla città, impossibile anche camminare sui marciapiedi per quanto corrono fa paura. non c’è verde non c’è piu serenità. vediamo se faranno qualche lavoro adesso o rimarrà sempre tutto invariato

  3. Ritenete che queste inutili polemiche siano utili? Servano a qualcosa, a riportare in vita due anime, a lenire l’inconcepibile dolore di due famiglie e quello diverso di un’altra? Teniamo sempre presente che i media forniscono sempre versioni discordanti dell’accaduto. Ricordiamo, tutti, che dietro questo “episodio di cronaca” e dietro a tanti altri tragicamente simili, c’è sempre un solo fatture comune la DROGA (ma anche questo con beneficio di inventario)!

  4. Sig.Venza mi perdoni l’ardire.
    Ma un attimo prima critica le polemiche inutili ed un attimo dopo butta li’ la sentenza e la certezza che la causa sia stata la droga?
    Io passo dieci volte al giorno in quel punto.
    Di notte,sotto la pioggia,fuori dalle strisce e con la visuale ridotta dalla rampa che sale sull’Olimpica,ognuno di noi avrebbe potuto causare la tragedia.
    Lasciamo da una parte i processi mediatici e da social e rispettiamo il dolore di tre famiglie distrutte

  5. Sig. Andrea, sicuramente una persona sotto l’effetto di droga ed alcool, quale era l’investitore “secondo i media”, ha più probabilità di Lei e credo di anche di me di incorrere in un simile guaio. Rispettiamo il dolore di TRE famiglie distrutte, Buonasera,

  6. Probabilmente il ragazzo se sotto effetto dell’alcool avrebbe dovuto moderare ancora di più la velocità invece di correre. Succede di continuo che una macchina a destra rallenti o si fermi per pedoni che attraversano fuori dalle strisce e non va assolutamente sorpassata se non di capisce perché si sia fermata o abbia rallentati lo sa chiunque guidi in città da un po’di anni. Anche davanti agli autobus attraversano di continuo non bisogna sorpassare in velocità ma rallentare ed essere certi che non ci sia nessuno. Le ragazze sono state molto imprudenti ma bisogna guidare con più attenzione in città e soprattutto a bassa velocità soprattutto se piove e si sa che in questo caso la frenata non può inchiodare la vettura. Chi guida è responsabile se investe qualcuno soprattutto in città dove devi andare piano.

  7. Comunque è allucinante e vergognoso che, non ostante il comunicato di senso opposto delle autorità, qualcuno affermi ancora che le povere ragazze siano state investite da altri veicoli oltre quello dell’investitore! Basta, pietà!

  8. Nel 1971 la “Guida ai piaceri di Roma”definiva corso Francia una “una strada da angoscia” percorsa, giorno e notte da un fiume di auto ad alta velocità. Si cercano ora le responsabilità e tutti vogliono dire la loro. Uno ha ricordato che la famiglia dell’investitore è di sinistra!Le responsabilità (sono più) le stabiliranno i giudici!
    Intanto pensiamo a salvare altre vite. Ho chiesto alla sindaca di mettere dei dossi dissuasori che, se non altro, danno la sensazione della velocità. Gli autovelox provocherebbero altri incidenti per le brusche frenate. Attualmente ad , andare a 50Km si rischia di essere tamponati come è successo a mia moglie (portabagagli distrutto).
    Io, per mio conto, limiterò l’uso dell’auto andando a piedi (fa bene alla salute) o con i mezzi pubblici che non funzionano tanto male

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