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Roma – Tolli, Torquati (PD): nomadi, Campidoglio e XX Municipio giocano a tetris

Galvanica Bruni

“Dopo le 20mila espulsioni promesse,ecco il piano nomadi del Comune di Roma. A farne le spese, come avevamo ben intuito, è la periferia”. E’ quanto dichiarano in una nota Daniele Torquati, Consigliere al XX Municipio e Marco Tolli, segretario PD a Roma Nord, che così proseguono: “dopo aver tentato di costruire nuovi campi nomadi come quello di S. Maria di Galeria, dopo aver verificato la non percorribilità delle 20.000 espulsioni promesse in campagna elettorale, ora si cerca di rimediare ed invece di studiare un piano nomadi come era stato promesso, il Comune di Roma gioca a tetris, spostando gli abitanti dei campi smantellati e rinforzando i campi già esistenti”.

“Del tutto inaccettabile era l’dea di spostare tutti i campi nomadi fuori dal GRA, ovvero in periferia, appare ora del tutto fuori luogo che vengano distribuite persone in campi già esistenti con il rischio di alterare equilibri all’interno degli stessi, creati con fatica negli anni. La scelta quindi di potenziare e ingrandire il River, villaggio della solidarietà lungo la Via Tiberina a Prima Porta, è sbagliata in quanto carente di una idea complessiva di riqualificazione e di rafforzamento dei presidi a garanzia della sicurezza urbana.”

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“Il XX Municipio – incalzano Tolli e Torquati – grazie all’aiuto dei cittadini di Osteria Nuova e alla protesta messa in atto dal PD ha allontanato l’ipotesi di S. Maria di Galeria, ma adesso non ha potuto dire di no all’aumento del Camping River di Prima Porta. Facciamo appello al Prefetto – concludono i due esponenti PD – affinché venga messa in campo una azione politico amministrativa complessiva che possa da un lato garantire livelli adeguati di sicurezza con i presidi di 24 ore e che possa, dall’altro, accelerare i programmi di recupero, le opere pubbliche e i servizi da tempo finanziati che la giunta Alemanno continua a tenere fermi.”

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14 COMMENTI

  1. Stamane c’erano i carabinieri nel sito di Tor di quinto, lato Tangenziale.
    Prima di tutto un saluto e un ringraziamento alle Foze dell’ordine.
    Come è andata ?

  2. Non si scarichino ulteriori problemi in periferie che non hanno condizioni di risolverli.

    Da decenni permane una permanente e difficile mediazione tra comune, municipi, prefettura, comitati di quartiere per decidere dove organizzare i campi autorizzati dove trasferire i Rom che vivono ora in spazi precari e illegali.
    Il tema è delicato e complesso. Da oltre trent’anni si ripetono le stesse parole da parte delle diverse amministrazioni (dal governo nazionale ai municipi) senza riuscire a pianificare strategicamente una soluzione.
    Si è sempre drammatizzata la situazione, si è strumentalizzata anche nell’ultima campagna elettorale, esasperando animi e creando contrapposizioni che non permettono di affrontare il tema in modo razionale e responsabile.
    Il Prefetto di Roma Pecoraro, Commissario Straordinario sull’emergenza Rom, ha chiarito che, nel quadro del nuovo Regolamento sui campi Nomadi, è prevista la costruzione nuovi campi nel territorio del comune di Roma e che solo a lui spetta l’ultima parola sulla scelta delle aree dove collocare i nuovi insediamenti.
    Ora si viene a sapere che questi nuovi campi sono spostati in zone periferiche dove la carenza di servizi (socio sanitari, trasporti, culturali, ecc.) è tale si ripercuote negativamente nella qualità della vita degli abitanti.
    La situazione delle comunità locali della via Tiberina (nel XX° Municipio) dove sorge il Camping River (uno dei luoghi prescelti) è una di queste : manca in tante case l’acqua corrente, le fogne, i trasporti verso il centro della città sono inadeguati.
    “Siamo già sofferenti, non si può fare un campo nomadi dove non ci sono servizi. Abbiamo già molti problemi legati alla sicurezza – ha ricordato tempo fa il presidente del XX Municipio – Giacomini. C’è il parco di Vejo dove ci si nasconde bene, il Tevere che e’ zona di degrado. Io non credo le autorità competenti poi sceglieranno di spostare il campo in questa zona. Sarebbe contraddire cioè che era stato stabilito, ovvero, di mettere i campi laddove ci sono i sufficienti servizi”.
    La maggioranza dei Rom e i Sinti che vivono a Roma non sono nomadi, ma stanziali (sebbene vittime di continui sgomberi) e aspirano ad una soluzione abitativa stabile. Ciò è dimostrato dalle centinaia di famiglie che sono in lista d’attesa nelle graduatorie per l’assegnazione di case popolari. Per giunta 5000 di loro vivono a Roma da più di trenta anni.
    Il Comune di Roma spende da alcuni anni circa 5 milioni di euro l’anno per la gestione di sette campi nomadi. Altri 8 milioni di Euro sono stati stanziati per i nuovi campi. La regione Lazio, la provincia di Roma, il governo nazionale e la Unione Europea stanziano e possono stanziare altre risorse. Perché non impegnare questi milioni di euro, già disponibili, per incrementare o avviare una politica della casa anche per Rom e Sinti nella Capitale, invece di utilizzarli per soluzioni che si sono manifestate fallimentari a tutti i livelli?
    E anche per i semi nomadi e per gli apolidi occorre proporre misure che aiutino a superare l’assistenzialismo e impostare logiche di medio termine, che permettano di riconoscere i diritti di cittadinanza e i diritti economici, sociali e culturali di queste popolazioni.
    Le culture non sono un’entità statica e data per sempre. Le culture si trasformano e si adeguano alle esigenze del tempo. La sfida è proprio quella di riuscire a creare le condizioni di libertà e di non urgenza in cui sia possibile realizzare ciò senza costrizioni umilianti.
    Partire dai bambini e dai giovani. Attivare misure concrete e decisive per la promozione umana dei piccoli, spesso prime vittime degli sgomberi che ne interrompono il faticoso processo di integrazione scolastica. E ai giovani dare lavoro e opportunità di inserimento e inclusione sociale.
    Il rispetto della legalità deve essere una conquista comune che nasce dal dovere dei singoli ma anche dal diritto delle comunità a veder riconosciute le condizioni per poterlo fare . E in questo è fondamentale il ruolo dello stato democratico e delle sue istituzioni.

  3. Anche se questo comunicato viene da due persone intelligenti e serie come Tolli e Torquati e riceve un apporto ulteriore dal bravo Pira, mi sembra giusto prendere una posizione su un argomento delicato come questo su cui peraltro noi abbiamo vinto (giustamente) le elezioni.
    Quando si afferma “rischio di alterare equilibri all’interno degli stessi (campi), creati con fatica negli anni”, lo si fa con cognizione di causa o per mero indottrinamento politico?
    Io credo che sia noto a tutti l’altissimo rischio di conflitti che, al contrario, incombe su quasi tutti questi campi. Lo stesso campo di Via del Bajardo è una polveriera che potrebbe esplodere in qualsiasi momento proprio a causa di conflitti etnici. Mi è capitato di difendere alcuni di loro nel tempo e credo di avere un minimo di cognizione di causa.
    Il Campo Roman River ha un regolamento ferreo che non consente il soggiorno a persone sottoposte a misure cautelari e questo mi pare un aspetto da non sottovalutare. Non debbono divenire quartiere prigione! Nessun bambino deve crescere in tali condizioni.
    Dunque i campi hanno organizzazioni diverse e regolamenti diversi.
    Non è vero che “si è sempre drammatizzata la situazione, si è strumentalizzata anche nell’ultima campagna elettorale, esasperando animi”, caro Vincenzo, perché i morti li hanno visti i cittadini, li ho visti io e li ha visti Lei …
    Dice: “La situazione delle comunità locali della via Tiberina (nel XX° Municipio) dove sorge il Camping River (uno dei luoghi prescelti) è una di queste : manca in tante case l’acqua corrente, le fogne, i trasporti verso il centro della città sono inadeguati.”
    Non è vero!
    E’ un campo attrezzato più di molti altri. Ha un ufficio Croce Rossa, ha un sistema di depurazione di buon livello che non inquina il Tevere. Manca l’acqua in alcune residuali roulotte. Ha un servizio navetta che, semmai, ha fatto innervosire molti nostri elettori che vedevano garantiti eccessivi diritti ad extracomunitari piuttosto che italiani. Ha un servizio di scuola-bus per i ragazzi e i bambini.
    Ma certo non possiamo dire che in tutti i campi la scolarizzazione veniva rispettata. Lo capiva un cittadino di normale intelligenza…
    E invece scrivete: “Partire dai bambini e dai giovani. Attivare misure concrete e decisive per la promozione umana dei piccoli, spesso prime vittime degli sgomberi che ne interrompono il faticoso processo di integrazione scolastica.”
    Semmai la gran parte dei campi non rispettava gli standard minimi per la scolarizzazione e dunque non si interrompeva un bel nulla … Roman River, lo riconosco, per esperienza diretta da sopralluogo, sembra rispettare tali standard.
    Infine “Il rispetto della legalità deve essere una conquista comune che nasce dal dovere dei singoli ma anche dal diritto delle comunità a veder riconosciute le condizioni per poterlo fare .”
    No, guardate: il rispetto della legalità è un dovere che si ha quando si è ospitati da un’altra comunità. E basta !
    Qui si vede la differenza tra il Vostro e il nostro modo di pensare…
    Dato che l’estrazione politica di coloro che amministrano tale campo non è comunque a me affine, mi viene il dubbio che questa sia una questione tutta interna alla sinistra a cui noi certamente non intendiamo partecipare.
    Il Campo Roman River ha dei buoni standard qualitativi e forse si contrappone a quei modelli fallimentari che erano il fiore all’occhiello delle comunità di genesi rutelli-veltroniana e forse questa è l’unica loro colpa… Magari un po’ troppo autoritari e lagalisti, come dovevano essere tutti fin dall’origine.
    Sono ben note le operazioni di spostamento notturno che Veltroni faceva realizzare ad esempio in XIX Municipio, ma che spesso erano paralizzate dello strapotere di certi capi-Rom, uno strapotere di cui certo noi non sentiamo la mancanza!
    O forse la spiegazione è molto più semplice… Quando si trattava di parlare di problemi esterni alla propria realtà, tutto era semplice, ma alla fine dei giochi, nessuno (a destra come a sinistra) vorrebbe avere un campo nomadi davanti casa…

    G.Mori
    (Presidente Commissione Politiche Sociali e Sanità – XX Municipio)

  4. Presidente Mori
    Sono d’accordo su molte delle su affermazioni, e molte di esse mi paiono attinenti anche al problema di via Gradoli -dove sono residente- e Via Due Ponti.
    Anche in queste realtà è altissimo il rischio di conflitti, vuoi per il degrado sociale in cui molti extracomunitari iregolari stanno vivendo, vuoi per il rischio effettivo di incidenti per le scarse condizioni di sicurezza.
    Anche qui il rispetto della legalità SAREBBE un dovere quando si è ospitati da un’altra comunità…e ancor più lo sarebbe per i criminali che affittano e subaffittano cantine come appartamenti.
    Ma soprattutto, anche qui le eventuali azioni corretive sono paralizzate dallo strapotere di qualcuno, che evidentemente ha interesse a mantenere questo stato di cose.
    E infine, le do ragione su un ultimo aspetto. Nessuno, a destra come a sinistra, vorrebbe avere una ‘città sotterranea’ formata da cantine abitate, davanti casa, o sotto casa…

    Quanto tempo dovremo aspettare per vedere qualche cambiamento?i controlli sono stati fatti, quando verranno puniti i responsabili e ripristinato l’ordine e la sicurezza?

    Mi scuso per il ‘fuori tema’, ma la situazione non è più tollerabile.

    Mauro Ottavi

  5. No, Mauro, non per cortesia reciproca, ma Lei ha ragione.
    Qualche diversità però c’è, perchè i campi rom sono, sopratutto nell’ottica di sinistra, una tutela delle autonomie culturali, sociali e antropologiche che tutti i popoli dovrebbero avere…
    Noi ne contestiamo proprio l’esistenza in quanto spesso si sono dotati di norme interne che prescindevano assolutamente dalla realtà ospitante (la nostra), consentendo spesso l’illegalità.
    Tale illegalità era tollerata perchè ricondotta a rapporti interni e a un fantomatico diritto personale attribuito a rom e etnie simili.
    Insomma si diceva: beh, loro sono zingari e lo possono fare.
    Se lo fa un italiano, però è un crimine.
    Sappiamo tutti come è finita…
    Quando tocca a nostra sorella/madre/figlia allora … fa male e tutto cambia …
    Via Gradoli è invece una realtà che non ha nulla in comune con questi pseudolaboratori antropologici, è solo frutto di una serie di problematiche sovrapposte e forse ad arte, nel tempo …
    Il comitato mi ha raccontato una cosa interessante.
    Il variare delle comunità straniere presenti nella via nel tempo: peruviani, filippini,cinesi… Dunque comunità sempre diverse, per una diversità che deve avere una spiegazione…!
    Alcuni poi dicono invece che si è consentito “scientemente” di creare un sistema di illegalità diffusa per coprire una serie di situazioni delicate che poi tutti noi immaginiamo.
    Qui non sto certo parlando dell’amministrazione del consorzio, lo preciso…
    Ma è come la storia di Ustica. Tutti sanno la verità, ma non si può dire.
    Nemmeno io lo posso fare, caro Mauro.
    Anche se la strada io ho provato ad indicarla… A volte i comunicati stampa sembrano solo autoreferenziali, ma leggendo bene le parole, c’è scritto di più…
    E poi questo castello di carte ha troppe incrinature.
    Io spero che, a breve, tutti i veti incrociati cadano.
    Altrimenti sarebbe un problema grave per la nostra amministrazione…
    Insomma, come dice Lei, presupposti diversi, ma conclusioni identiche !

    G.Mori

  6. Il campo River è ben attrezzato ha i servizi fondamentali adeguati e, in media 300 persone vi hanno vissuto dignitosamente , seguite e assistite dignitosamente.

    Vi sono due problemi : superare l’assistenzialismo favorendo soluzioni strutturali al problema di inclusione sociale, autonomia e sostenibilità di queste comunità che da decenni vivono a Roma.

    La carenza di servizi (acqua , fgne e trasposrti) è un problema che tocca la comunità dei cittadini romani. Il comitato di via Piccinini e S. Isodoro è stato ricevuto dal prefetto a cui sono state presentate richieste che da anni la comunità locale chiede : acqua, fogne, trasporti, servizi sanitari, che appunto mancano. Nel territorio del comune di Roma. Non è il caso di provocare guerre tra poveri ma non possono essere i territori di periferia che si devono far carico di problematiche che non si risolvono con continui spostamenti o con frammentarie attività di assistenza.

    E per coerenza di posizioni politiche il sindaco Alemanno ha vinto le elezioni promettendo 20 mila espulsioni dal comune di Roma; non è con slogan propagandistici o alimentando tifoserie contrapposte, a prescindere da una analisi razionale libera da preconcetti, che si risolvono le questioni complesse.

  7. Presidente Mori, perchè non si può dire la verità?e perchè non si può fare qualcosa? Dobbiamo solo aspettare che il castello di carte cada? se da 30 anni va avanti questa storia cosa le fa pensare che cadrà adesso? Perchè non si può dire chi ha rilasciato condoni e autorizzazioni per abitare quelle cantine? perchè non si può sapere quanto hanno pagato i proprietari per avere quelle autorizzazioni? E se non lo so io, che posso essere un ingenuo e male informato, perchè chi sa non fa qualcosa?
    E se anche viene miracolosamente presa un’iniziativa per ripristinare una parvenza di giustizia basta che uno di questi criminali faccia ricorso contro l’ordinanza di sgombero per mandare all’aria tutto.

    Non è più possibille fare spallucce e dire ‘tanto in Italia è sempre così”. in Italia sarà così finchè le persone ‘comuni’ e i governanti, a OGNI LIVELLO diranno “Tutti sanno la verità, ma non si può dire. Nemmeno io lo posso fare”.

  8. E’ vergognoso leggere che una istituzione (o sbaglio?) possa dire “Tutti sanno la verità, ma non si può dire. Nemmeno io lo posso fare, caro Mauro.”.
    Ma stiamo scherzando o cosa? Non può dire cosa? Si sta mettendo a livello di chi è contro la legge e lei proprio non può permetterselo. Lei deve pensare solo a far salire a galla le schifezze presenti e basta. Lei deve amministrare BENE e CORRETTAMENTE, dico CORRETTAMENTE!
    Sono letteralmente allibito da quella frase… ma stiamo scherzando o cosa?
    Se non può dire la verità, come dice Mauro, che senso ha il suo ruolo? Possiamo farne volentieri a meno visto che non bada agli interessi LEGALI della collettività.
    Spero si renda conto di quello che è riuscito a scrivere!!! INCREDIBILE!!!

    Mi auguro di aver letto male il senso del messaggio, ma purtroppo non credo!

  9. Gen.mo Mauro,
    trascurando i contenuti dell’ultimo messaggio, mi permetto di segnalarLe che il mio ultimo comunicato stampa aveva proprio, sulla base delle corrette parole del Presidente, segnalato quella strada.
    Io ho, come gli altri consiglieri, il compito di amministrare il territorio e di farlo in modo efficace ed efficente, rispondendone politicamente.
    La responsabilità penale è altra cosa. Sono le forze dell’ordine, sulla base di notizie di reato, le uniche che possono agire per il rispristino della legalità.
    Non siamo sceriffi. Non abbiamo competenza su altri uffici …
    E non sto scherzando !
    Forse bisognerebbe ripensare il ruolo degli amministratori prima di parlare. (non mi riferisco a Lei, come capirà)
    Dunque, se legge bene le mie parole, Mauro, non faccio spallucce, ma, invece che gridare, mi adopero, per quanto di mia competenza, a cercare di ridurre al minimo i danni per la collettività.
    G.Mori

  10. Dove stanno le cose strane nel mio messaggio? Per me è davvero vergognoso leggere quanto ha scritto, lo ribadisco. Terrò a mente, presto si vota per fortuna!
    Tenga presente che comportarsi nel modo “trascurando i contenuti dell’ultimo messaggio” è un modo per scappare ed evitare una risposta. Troppo facile caro G.Mori. Troppo facile, lei è tenuto a rispondere e non a evitare quando le fa comodo.

    Ma giustamente lei “non lo può fare” schierandosi dalla parte del torto.

    Lasciamo perdere meglio non commentare, infatti. Qui si dovrebbe far parlare i fatti e di fatti, per ora, non ce ne sono. Semplice, facile, ovvio ed in molti se lo ricorderanno (ne sono certo).

    Saluti

  11. Egregio Sig. Mori
    prima di rispondere al suo ultimo messaggio, vorrei leggere il suo comunicato stampa. se volesse essere così cortese da indicarmi dove trovarlo, lo farò senz’altro.

  12. https://www.vignaclarablog.it/201001138960/xx-municipio-mori-pdl-via-gradoli-si-indaghi-su-ufficio-condoni-comune-di-roma/

    Le parole del Presidente sono chiarissime.
    Ed io mi associo totalmente.
    Come giustamente alcuni di voi osservano, non bastano le parole.
    Ecco che allora io mi impegno, al più presto, a chiedere al Comune di Roma di realizzare un lavoro di verifica sistematico, in relazione a certe “situazioni” particolari del tessuto urbanistico cittadino con conseguenti eventuali “inchieste interne”.
    Farlo adesso in modo pesante e gridato potrebbe apparire strumentale alla campagna elettorale in corso e questo non ci sembra opportuno.
    Troppe sono le azioni che vengono promosse in campagna elettorale e poi finiscono in un dimenticatoio poco dopo il voto.
    Ecco perchè, caro Federico, certe cose non possono essere dette.
    Non perchè non si deve fare nulla, ma perchè si deve ragionare politicamente e aspettare il momento giusto per provare a risolvere certe difficili situazioni, valutando anche con molta attenzione quale può essere il modo migliore per farlo…

    G.Mori

  13. Egregio presidente resto sconcertata nel leggere il suo post sulle verità note ma sottaciute!
    Sconcertata prechè in un mio post lei mi riprendeva (non avendo neanche compreso il contenuto del mio intervento) perchè a suo dire parlavo della legge come deterrente e quindi come specchietto per le allodole!
    Vede caro presidente e collega, io nella legge ci credo davvero, svolgo la mia professione di avvocato e non mi occupo di politica se non come elettrice.
    Come elettrice resto ancora più sconfortata nel costatare la distanza netta che c’è tra elettore ed eletto, l’eletto che promette ma che per tattica politica non parla!
    devo dirle io le verità nascoste di via gradoli? ma per chi ci avete preso per degli ignoranti che non seguono la storia d’italia, che non leggono circa le inchieste sui sequestri e altro ancora?’? e qui mi fermo!
    Caro presidente io non devo rispondere a nessuno perchè non sono eletta e perchè non prometto nulla a nessuno nè giuro sulla costituzione.
    Ma lei, lei che svolge un’incarico istituzionale DEVE parlare. DEVE combattere le illegalità, DEVE scoprire il coperchio delle menzogne e dare tutela a tutti noi, senza favoritismi nè buonismi, delle risposte concrete e quindi dei fatti!
    Lei crede davvero che noi elettori crediamo alle chiacchiere delle OPPORTUNITA’ POLITICHE quale elemento ostativo per far emergere le verità e quindi le illegalità?
    Mi dispiace caro presidente ma è lei che rende la legge specchietto per le allodole.
    Null’altro da aggiungere tutto il resto parla da se.
    Distinti saluti
    sabrina fortuna

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