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Ponte Milvio, un po’ di birdwatching sul Tevere

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Se avete qualche ora di tempo, non avete voglia di fare con l’auto lunghi spostamenti per andare da qualche parte e soprattutto volete fare qualcosa di diverso vi consigliamo un po’ di birdwatching sul Tevere.

Per farlo occorrono tre cose: un binocolo (un 8×30 va benissimo: è leggero, luminoso e ha abbastanza ingrandimenti), un guida per il riconoscimento degli uccelli (se non l’avete potete usare il vostro smarthphone e cercare su uno dei tantissimi siti di birdwatching) e infine non essere troppo schizzinosi.

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Già l’idea di recarsi sulle sponde del Tevere a qualcuno può far storcere il naso ma il fiume di Roma, nonostante facciamo di tutto per cercare di farlo assomigliare ad una fogna, mantiene faticosamente un certo fascino e come tutti i fiumi (o gli specchi d’acqua) ha una sua spiccata biodiversità.

Il birdwatching

Il birdwatching è una semplice attività che consiste nell’osservare e se possibile fotografare gli uccelli  nel loro ambiente naturale che in genere sono oasi faunistiche con postazioni attrezzate per l’osservazione. Ma l’osservazione può essere condotta in ogni ambiente e quelli fluviali e lacustri sono i più ricchi.

Un tempo sul Tevere, davanti al Palazzo della Marina Militare e subito dopo Ponte Risorgimento, un tratto di sponda era stato trasformato dal WWF in un oasi protetta con sentieri e pannelli illustrativi. Poi l’oasi è andata a farsi benedire e ai sentieri sono subentrati i rifiuti.

Dalle sponde sotto Ponte Milvio

Noi consigliamo il tratto di fiume prima e dopo Ponte Milvio  che nonostante tutto, grazie forse anche alla corrente e alle piccole isole che emergono dalle acque mosse, è ancora bello; qui l’osservazione condotta rimanendo un po’ al coperto della vegetazione vi darà buone soddisfazioni. Tra l’altro le sponde sono invase dai canneti e le canne, si sa, danno ospitalità ad un gran numero di uccelli.

Le presenze più numerose sono quelle degli uccelli acquatici che si contendono il territorio con i gabbiani, ultimi arrivati: il bellissimo Germano Reale diffusissimo e ormai stanziale, il Cormorano che sosta con le ali aperte sui rami dei pioppi o dei salici per far asciugare il piumaggio e infine il signorile Airone cenerino.

Di solito uno o due esemplari sostano al centro del fiume o tra la fitta vegetazione delle sponde; molto sospettoso, se disturbato si leva lentamente in volo per poi atterrare a qualche centinaio di metri.

Sebbene poco amati i gabbiani rappresentano una vivace presenza: invadenti, combattivi e voraci contendono le prede soprattutto alle cornacchie grigie, altra presenza diffusa in città. I giovani dei gabbiani reali sono picchiettati di marrone mentre il Gabbiano comune ha il capo color cioccolato.

Più difficile da osservare è la Gallinella d’acqua che molto timorosa al primo accenno di pericolo corre a nascondersi tra le canne o i detriti.

Tra la vegetazione vivono e si riproducono un gran numero di uccelli di dimensioni più contenute; merli, ballerine bianche, grigie o gialle, passeri, cince, verzellini e cardellini, piccioni selvatici, usignoli e i piccoli scriccioli dal canto potente ( i “Chippewa” dei nativi d’America); se si è fortunati può anche capitare di vedere un mignattino..

Altra presenza straordinaria è il Martin pescatore, con i suoi colori scintillanti e il volo rapidissimo; tra i canneti di Ponte Milvio è possibile osservarlo anche se la sua presenza non è numerosa.

Più numerosi invece i parrocchetti dal collare, i pappagalli africani  ormai comunissimi nella Capitale.

Non si tratta certo di presenze straordinarie ma il semplice fatto di poter osservare queste specie all’interno di una città caotica e rumorosa è senz’altro una attività piacevole e istruttiva specie se decidiamo poi di coinvolgere i nostri figli.

Un’attività istruttiva per bambini

Portare i bambini sul greto del fiume Tevere per fare birdwatching e osservare la natura che sopravvive all’interno di una metropoli è sicuramente istruttivo; può anche essere l’occasione buona per mostrare ai giovanissimi quali sono i danni che stiamo provocando all’ambiente.

Il fatto che tantissime persone pratichino il canottaggio o la canoa fluviale sul Tevere sta a significare che non c’è un pericolo reale nel frequentare il fiume e che sono sufficienti poche cautele come indossare un paio di scarpe chiuse e pantaloni lungi e magari irrorarsi di un repellente per insetti per stare più che tranquilli (non serve uno scafandro).

E chi teme l’incontro con giganteschi ratti stia pure tranquillo perché se ne vedono molti di più sulle strade e intorno ai cassonetti; tutt’al più potrete scovare una intera famigliola di castorini nuotare nella corrente ma le nutrie, si sa, sono del tutto innocue.

Francesco Gargaglia

 

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