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Saxa Rubra, ancora feci e rifiuti nel sottopasso di via Emery

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Agli studenti dell’Istituto “Piero Calamandrei”, anche quest’anno  non resta che dire:“lasciate ogni speranza o voi ch’entrate”.  Mancano infatti pochi giorni all’inizio del nuovo anno scolastico e per i ragazzi (ma non solo per loro) dell’Istituto Tecnico di Via Carlo Emery, strada secondaria parallela a via Flaminia Nuova, che dovranno raggiungere la fermata dei mezzi pubblici non c’è scampo: il sottopasso è lì ad attenderli più sudicio e puzzolente che mai.

Parliamo del piccolo tunnel che conduce da via Carlo Emery, nel quartiere Saxa Rubra, alla Flaminia, in corrispondenza delle fermate per i mezzi di trasporto pubblici. Sebbene via Emery sia una strada secondaria è molto frequentata perché proprio in quella zona, e a poca distanza, ci sono la stazione della Ferrovia Roma Nord, il centro RAI, diversi uffici e appunto l’Istituto Tecnico Commerciale “Piero Calamandrei”.

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Per chi è a piedi quel sottopasso è l’unica soluzione per arrivare in pochi minuti alla fermata dei mezzi pubblici, ma è anche una grandissima prova di coraggio oltre che di resistenza.

Il tunnel degli orrori

Sono pochi metri di sottopasso, impraticabile di giorno, impensabile affrontarlo con il buio: ad accogliere all’entrata del tunnel chi arriva da Via Emery erba incolta, rifiuti di ogni genere in terra, vetri rotti e un marciapiede completamente sconnesso. Non conviene alzare lo sguardo perché sulla parete che sovrasta l’entrata compare una centralina elettrica scoperta e in completo stato d’abbandono.
Chi giunge dalla Flaminia invece deve dotarsi di grande coraggio e affrontare una scalinata sudicia che conduce giù verso il tunnel (buio).

Una volta entrati nel sottopasso lo spettacolo è da film dell’orrore: al soffitto luci fulminate e plafoniere a pezzi, sulle pareti scritte di ogni genere, muri scrostati e una grata che separa il sottopasso da un’altra scalinata che non conviene nemmeno chiedersi dove porti.

In terra immondizia di ogni genere, siringhe, abiti lerci abbandonati, sacchi di plastica, bottiglie in frantumi e escrementi umani e di animale. Topi non ne abbiamo visti ma probabilmente per pura fortuna. Il tutto condito da un fetore di urina che ti assale già fuori il sottopasso. Figuriamoci dentro.

La denuncia degli studenti nel 2015

La storia del tunnel di Via Emery è vecchia ma purtroppo non a lieto fine. E’ la fine del 2015 quando uno studente del “Calamandrei” fa una segnalazione su facebook per lamentare le condizioni in cui versa il sottopasso. Con i nostri occhi andiamo a verificare la situazione e quello che troviamo è davvero da capogiro. Ad attenderci feci e urina, rifiuti, bottiglie, cartacce. Anche in quel caso, come questa volta, solo pochi centimetri di spazio per camminare senza finire con i piedi nella sporcizia.

“Chiedo gentilmente di intervenire quanto prima”, scriveva educatamente lo studente sui social e la richiesta, pervenuta per vie formali anche da parte della dirigente scolastica all’amministrazione locale di allora del XV Municipio, viene inoltrata all’Atac.

Anno nuovo vita nuova, ma …

All’inizio del nuovo anno, a gennaio 2016, interviene l’Ama con una bonifica del tunnel.

Tutto sembra risolto, e invece no. Nell’autunno del 2017 lo stesso studente torna a denunciare lo stato del sottopasso, sui social monta la protesta e Vignaclarablog.it torna a verificare la situazione. Stesso lerciume, stesso tanfo. In quella zona non ci sono telecamere di videosorveglianza e quel tratto diventa terra di nessuno.

Notiamo che gli studenti che devono attraversare il tunnel non lo fanno mai da soli ma sempre a piccoli gruppi di tre – quattro accelerando il passo. D’inverno fa buio presto e il pomeriggio, per non parlare della sera, diventa davvero pericoloso e spaventoso fare quei pochi metri di strada.

Chiunque debba attraversarlo compie lo stesso gesto: prima di entrare porta una mano sul viso a coprire naso e bocca perché l’odore è davvero insopportabile. Da VignaClaraBlog.it la notizia rimbalza addirittura sul TGR Lazio e Ama torna a pulire l’area.

Anche nel 2018 nulla di fatto

Solo un anno fa, immancabilmente la storia si ripete: le scuole riaprono, tornano gli studenti in quella zona e scatta una nuova denuncia sui social: il sottopasso è lì ad attenderli fetido come sempre.

Anche in quell’occasione il nostro giornale raccoglie le testimonianze di chi esasperato si trova costretto ogni giorno ad attraversare quel tunnel per andare a lavoro o per frequentare la scuola, certi del fatto che basterebbe anche un solo attraversamento per rendersi conto che la situazione è davvero al limite.

365 giorni dopo…

Da quel giorno ne sono passati altri trecentosessantacinque, ma la situazione è rimasta invariata, come anche il fetore di escrementi che ti entra nel naso già nelle vicinanze del tunnel e lo stato di completa abbandono in cui versa.

Nonostante le promesse dello scorso maggio da parte dell’amministrazione locale, l’inferno dantesco che gli studenti del Calamandrei dovrebbero studiare sui banchi sarà già sotto i loro occhi fin dal primo giorno di scuola. E quand’anche avvenga un nuovo intervento una decisione drastica andrà presa e attuata: o installare telecamere o tombare il sottopasso.

Ludovica Panzerotto

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1 commento

  1. Alla vostra ricostruzione manca un passaggio , sempre a seguito di polemiche mediatiche, l associazione Cives Valle Muricana a titolo dimostrativo e andata sul posto e con due persone in 20 minuti e riuscita a pulire il camminamento e siamo riusciti a passare anche un disinfettante . Il nostro e stato un gesto per spronare dei cittadini a curarsi da soli il proprio territorio , al di fuori di ogni connotazione politica , se pur a noi avete dato un cappello che non ci rispecchia

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