Home CRONACA Lavori a Tor di Quinto, ed è subito caos traffico

Lavori a Tor di Quinto, ed è subito caos traffico

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I lavori in corso a Tor di Quinto per il potenziamento della rete elettrica dello stadio Olimpico in vista degli Europei di calcio del prossimo anno si stanno inesorabilmente ripercuotendo in modo pesante sul traffico. Non poteva essere diversamente visto che il viale è un’importante arteria di comunicazione del quadrante di Roma nord.

Anche se il tratto interessato non è lungo, il fatto che i lavori siano stati intrapresi a fine estate, al rientro dei romani dalle vacanze, non è cosa da poco. In questi giorni, col fatto che il cantiere dall’incrocio con via Lupi è stato esteso fino all’altezza di via Riano, si registrano lunghe code in ambedue i sensi in virtù del fatto che l’intervento comporta un senso unico alternato che si traduce in un collo di bottiglia dal quale è difficile uscire. Basti pensare che, in direzione Centro, in questi giorni la fila inizia dalla rampa della tangenziale fino a un centinaio di metri prima di Ponte Milvio.

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Una situazione che ricorda alla lettera quanto si verificò esattamente due anni fa, quando un analogo cantiere venne aperto nello stesso punto per oltre un mese – dal 28 agosto al 26 settembre 2017 – per sostituire il cavo dell’alta tensione tra piazzale dello Stadio Olimpico e Viale di Tor di Quinto. Anche allora fu caos traffico ma a quanto pare l’esperienza negativa non ha insegnato nulla.

E quindi anche quest’anno la scelta di fare i lavori a inizio settembre ha scatenato una ridda di contestazioni. Poco conta che, stando alle migliori previsioni rese note in queste ore, essi termineranno venerdì 13 settembre. Poco conta perché questa pare essere solo la prima tranche, altre ne arriveranno nei prossimi mesi.

E a dare voce alle proteste degli automobilisti incolonnati è stato il conduttore televisivo Tiberio Timperi dal sul suo profilo Instagram: “Questo è il benvenuto che Roma dà ai suoi cittadini. Una società che lavora per Acea deve posare cavi della media tensione per lo stadio Olimpico, mi dicono richiesto dal Coni per evitare black out. Si lavorerà da oggi fino a marzo causando così il collasso della circolazione per chi entra ed esce da Roma per via Tor di Quinto o vive e lavora in zona.”

“Lavori che si potevano fare magari d’estate, con la città semi vuota. Non so se stupirmi o indignarmi…e il sindaco che ne pensa?” si chiede Tiberi pubblicando un video diventato virale in poche ore.

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Edoardo Cafasso

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4 COMMENTI

  1. bel casino!!! l’unica cosa sulla quale concordo con l’attuale giunta comunale ed il sindaco è: avere detto NO alle Olimpiadi a Roma.

  2. Certo che noi abitanti di Roma siamo proprio unici!
    Se vengono fatti i lavori ci lamentiamo perché vengono fatti. Se non vengono fatti i lavori ci lamentiamo perché non vengono fatti……. insomma non ci sta bene mai nulla.
    Fare i lavori d’estate poi……. cosa indentiamo “d’estate”? Giugno, Luglio, Agosto? quindi in tre mesi gli operai avrebbero dovuto fare il lavoro attualmente programmato in 7 mesi.
    Mah…….

  3. aver detto NO alle Olimpiadi è stata la cosa più grave di questa pessima sindaca incompetente. era il sogno di molta gente e l’ambizione per molti giovani..la speranza di un cambiamento ..una ripulita e visto che è tanto brava poteva dimostrare che si sarebbero potute fare le Olimpiadi senza magheggi o sprechi..ed invece basta dire NO a tutto..e guardate come stiamo! complimenti !

  4. Brava Bea, è proprio così, si è negata alla città un’opportunità unica, che non verrà più offerta per decenni, di ospitare il più grande Evento mondiale, e avere grandi finanziamenti (5,3 miliardi) per risanare tutto il patrimonio sportivo della città ed effettuare importanti opere strutturali, strade, treni, e altri interventi di rigenerazione urbana, e tutto solo con lo slogan “no alle Olimpiadi del mattone”, senza nessun altro approfondimento e analisi.
    E parimenti sono stare bloccate tutte le altre Opere, lo Stadio della Roma, i Mercati Generali, le Torri dell’Eur, la caserma di via Guido Reni, e via dicendo.
    Non ci resta che attendere la fine di questa Consiliatura, nella speranza che i romani sappiano scegliere un Sindaco che riprenda la strada del risanamento e dello sviluppo, e soprattutto che non ci facciano cadere dalla padella alla brace.

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