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Simone Ciancotti Petrucci, outsider di Roma Nord

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foto di Giorgia Spoletini
ArsBiomedica

L’arte per dire quel che si ha voglia, senza concorrenza: questo dovrebbe essere il cinema secondo Simone Ciancotti Petrucci. Giovane regista cinematografico e produttore di sé stesso, appassionato di Stanley Kubrick e del Cubo di Rubik. Il suo ultimo cortometraggio Ci sarà tempo ha vinto il premio per il miglior corto al decimo Festival del Cinema Patologico.

Classe ’91, marchigiano d’origine ma nato a Valle Muricana, dove vive tutt’ora, Simone è cresciuto vedendo e rivedendo Mission: Impossible di De Palma e tutti i film del trio Aldo, Giovanni e Giacomo.
Ma la mia pecca è non essere un cinefilo, la vera passione per quel mondo è arrivata mentre ero all’università”, comincia a raccontarci.

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Sincero, preciso, appassionato del suo lavoro ed estremamente loquace, così ci appare il nostro giovane regista. Finita la scuola, si iscrisse a Giurisprudenza ma anche al laboratorio teatrale “Minestrone dell’Arte”, fondato dall’attrice Francesca Romana Coluzzi e portato avanti dalla figlia.
Iniziai a frequentare quel laboratorio un po’ per curiosità un po’ perché la Coluzzi recitò in Serafino, film che fu girato a Spelonga di Arquata del Tronto, mio paese d’origine e luogo a cui lei rimase molto legata”.

Sulla scia di questa esperienza, decise di lasciare gli studi di legge per proseguire la via della sceneggiatura e della cinematografia. “Però – tiene a spiegarci – mi interesso molto di politica e attualità e questo si rispecchia nei miei corti”.

Oggi Simone è sceneggiatore, regista, produttore di sé stesso e, occasionalmente, attore; il suo primo cortometraggio è Opera prima, ma i corti con cui si sta facendo conoscere dal grande pubblico sono Tutta colpa di Kubrick – Ovvero: Come imparai a non preoccuparmi e ad amare il Cubo del 2016, Nemesi del 2017 e Ci sarà tempo del 2018.

Le sue opinioni sul cinema sono decise: “Tra i registi in cui trovo conforto e che ho approfondito ci sono Stanley Kubrick, Matteo Garrone e Gillo Pontecorvo. Non sono un fan di artisti che fanno tante cose, per esempio la produzione di Woody Allen è vastissima, ma i suoi film davvero memorabili si possono contare sulle dita di una mano; mente Kubrick ha girato 13 film e in ognuno di essi lascia la sensazione di aver detto qualcosa”.

In Tutta colpa di Kubrick, ritroviamo due grandi passioni di Simone. “Su Kubrick feci la mia tesi di laurea, mentre con il cubo di Rubik ho partecipato a diversi tornei per la risoluzione. Ho voluto giocare con questi due nomi e sulla confusine che in alcuni creano. Il messaggio è ‘sti cazzi’ – si può dire? ci chiede -, non stare a incaponirti troppo su situazioni che non vanno come vorremmo, nonostante i molti tentativi di risolverle, perché certe volte è inutile come spiegare la risoluzione del cubo a chi pensa sia di Kubrick”.

simone ciancotti petrucciPiù duro e più maturo è Nemesi, dedicato alla memoria di Maria Rita Lo Giudice, figlia di un boss calabrese e morta suicida. È stato girato principalmente a Roma e sui luoghi del terremoto della Piana di Castelluccio di Norcia, tra ottobre e dicembre del 2016.

Ho sempre pensato a come si fosse sentito il figlio dell’imprenditore che avevano beccato a ridere durante il terremoto de L’Aquila. Mi sono ispirato ai film ‘Babel’ e ‘Biutiful’ di Inarritu e ‘Magnolia’ di Anderson, mentre per la conclusione ho voluto citare ‘Così è la vita’”, ci spiega.

Così, in un intreccio di storie che si alternano su più piani alternativi, Simone racconta di una coppia che inizia a sfaldarsi quando l’idea che uno ha dell’altro inizia a svanire e della ricerca frenetica di giustizia da parte di un giovane ragazzo, mettendo in luce i delicati rapporti tra parenti e fidanzati.

Nemesi ha ricevuto numerosi premi internazionali ed è visibile sul canale YouTube e sulla pagina Facebook di Solo Voci – Produzione Indipendente.

Ci sarà tempo è stato prodotto attraverso un’iniziativa di crowdfunding e fondi privati. Narra la storia di un amore difficile, ma per cui vale la pena lottare. “È una storia personale, vera, che avevo bisogno di raccontare. – ci confida Simone – Ma è anche la storia della “Generazione Eramus”, della difficoltà di comunicare, dello scorrere del tempo e del desiderio di incontrare l’anima gemella.  Mi piaceva l’idea di girare una storia d’amore, ma non volevo che fosse distante dalla realtà”.

E oggi a cosa stai lavorando? gli chiediamo. “Sto lavorando sulla sceneggiatura del mio primo film e, proprio in questi giorni, stiamo finendo di girare una serie che prosegue il corto Tutta colpa di Kubrick. – risponde e continua- È la storia di un’amicizia che deve finire, tra due ragazzi cresciuti insieme ma che hanno intrapreso strade diverse; delineando il passaggio dall’adolescente al futuro padre di famiglia”.

Il cast è composto da Simone e da Irene De Matteis, Valerio Rosati e Francesco Bonaccorso – anche co-autori -, Anna Malvaso ed Emiliano Bucci. Mentre per il dietro le quinte si è avvalso della professionalità di Celeste Frontino, tecnico audio, Stefano Riccio, direttore della fotografia e co-produttore, Lucia Rotondo, co-produttrice. La colonna sonora è stata curata, per larga parte, da Giacomo Migliorati.

La serie sarà divisa in 9 puntate e sarà distribuito sul canale YouTube e sulla pagina Facebook di Solo Voci-Produzione Indipendente. Per vederlo, però, dovremo aspettare la fine dell’estate.

Giulia Vincenzi

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