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Parco di Veio, nominato il presidente: è Giorgio Polesi

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Galvanica Bruni

Giorgio Polesi, 56 anni, membro del comitato di quartiere “La Giustiniana e dintorni” ed esponente di Forza Italia a Roma Nord, è il nuovo presidente del Parco Regionale di Veio. E’ stato nominato l’8 maggio con decreto del Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

E’ quanto comunica una nota diffusa questa mattina dall’ufficio stampa dell’Ente Parco di Veio  spiegando che già ieri il neo Presidente si è recato nella sede amministrativa dell’Ente, a Sacrofano, dove ha dichiarato: “Il Parco di Veio  rappresenta un’opportunità per tutti i cittadini, ma anche per i pellegrini che ci raggiungono dalla via Francigena. Come da sempre, il mio impegno sarà quello di garantire la fruizione di questo immenso patrimonio, ambientale, archeologico e paesaggistico unico al mondo.”

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Nel curriculum di Giorgio Polesi molteplici le esperienze. Per quanto attiene all’ambiente, oltre a  coordinare la manutenzione del verde e la pulizia dei parchi “Luciano Ricca” e “Martiri della Storta” a La Giustiniana e ad organizzare passeggiate archeo-naturalistiche nel parco di Veio, come si apprende dal suo CV reso pubblico dal quotidiano on-line Affaritaliani.it, è stato socio del WWF nonché collaboratore della Provincia di Roma sulla tutela e lo sviluppo dei parchi e delle aree protette e, infine, membro del CdA di una società di servizi di Fiumicino occupandosi in particolare di manutenzione delle aree verdi e delle spiagge. 

La nomina arriva dopo quasi un anno di vacanza dell’incarico e dopo un primo tentativo di portare alla poltrona presidenziale il 75enne Gianni Giacomini, anche lui in quota a Forza Italia, poi ritiratosi dalla corsa. Contro l’ipotesi si erano però alzati gli scudi di alcuni esponenti PD che bollarono la decisione come “un’operazione di restaurazione”.

Il passo successivo è stato quindi quello di lanciare un avviso pubblico chiedendo candidature. Ben sedici quelle arrivate fra le quali l’assessore regionale all’Agricoltura ha scelto quella di Polesi e l’ha indicata a Zingaretti. Quest’ultimo, incassato l’ok della VIII Commissione regionale nella seduta del 7 maggio, il giorno successivo ha firmato il decreto di nomina.

Nomina che proprio ieri, “non per la persona, ma per il metodo con la quale è stata decisa” aveva incontrato il dissenso del presidente del XV Municipio, Stefano Simonelli, che ha chiesto “l’immediata sospensione ovvero la revoca della nomina del Sig. Giorgio Polesi quale Presidente dell’Ente Regionale Parco di Veio” in una lettera inviata a Zingaretti e resa nota nel corso di un’intervista a VignaClaraBlog.it.

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1 commento

  1. Ma davvero basta indossare una maglia verde, degli stivali e farsi una foto (peraltro seduto su una panchina in fase semidormiente, anziché in piena attività di pulizia di un parco), per essere nominati in una posizione comunque di rilievo per le sorti di una territorio e di chi ci vive? Forse ha ragione il presidente del municipio (vedi articolo precedente su VCB..” Parco di Veio. Vicina la nomina del presidente ma c’è chi dubita..) nel sostenere che indipendentemente dalla persona, sicuramente perbene e degnissima, il curriculum lascia quanto meno a desiderare, specie se messo a confronto con alcuni degli altri partecipanti al Bando Regionale. E come mai gli esponenti di sinistra che vivono nei comuni ricadenti nel Parco, non dicono nulla sia sull’adeguatezza del curriculum del neo presidente del Parco, che sul fatto che Zingaretti abbia nominato una persona impegnata politicamente con Forza Italia che è invece opposizione in Regione? Probabilmente è vero quanto apparso sulla stampa di questi giorni. Zingaretti ha pagato il fatto di non avere i numeri in regione per rimanere in sella e di essere stato salvato proprio da Forza Italia ( almeno o almeno da un pezzo di essa). Se questa è la nuova politica immaginata da Zingaretti per risollevare il PD e se il modo di fare opposizione è quello messo in mostra da Forza Italia salvando Zingaretti dalla poltrona di presidente regionale e ottenendo in cambio poltrone, allora c’è da rimpiangere il passato.

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