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Galleria Giovanni XXIII:  viaggio al termine della notte

Galleria Giovanni XXIII
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“Viaggio al termine della notte” è un romanzo del controverso scrittore Louis Ferdinand Celine; ma è anche quello che si appresta a fare chi decide di percorrere la Galleria Giovanni XXIII, una delle più lunghe gallerie urbane d’Europa.

Chiariamolo subito: non è che nella galleria non ci sia l’illuminazione solo che, nonostante i lavori di ammodernamento compiuti durante l’estate del 2018, la luce non  sembra essere sempre sufficiente mentre a volte alcuni tratti ne sono privi (come quello che precede l’uscita su lo Stadio Olimpico e Ponte Milvio, oggi al buio).

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La Galleria Giovanni XXIII è una grande opera realizzata in appena 36 mesi nel periodo 2001-2004; lunga quasi 3 chilometri, mette in collegamento le zone di Vigna Clara-Foro Italico con la Pineta Sacchetti e l’Ospedale Gemelli, riducendo di molto il flusso automobilistico sulle aree del quadrante nord-ovest.

Sebbene secondo alcuni gli incidenti siano frequenti e all’ordine del giorno la Galleria Giovanni XXIII non figura nell’elenco delle 18 strade più pericolose di Roma (nell’elenco c’è invece la Via Cassia); ciononostante se si decide di percorrerla lo si deve fare con i sensi bene all’erta e per una serie di motivi.

Innanzitutto come già detto l’illuminazione in alcuni tratti non sembra essere del tutto adeguata; c’è poi il problema della segnaletica posta molto in alto e poco visibile; mancano in alcuni tratti sia la corsia di emergenza che le  piazzole per la sosta di emergenza; il dislivello, che il guidatore sembra non avvertire, influisce invece sulla velocità (il limite è di 70 km/h con alcuni tratti dove si abbassa a 50).

Infine c’è la lunghezza del tracciato con numerose curve che evidentemente invita a spingere sull’acceleratore; è sufficiente sostare per alcuni minuti nei pressi di una qualche rampa di uscita per rendersi conto del “rombo” dei mezzi che sfrecciano a ben più di 70 km/h. In tal senso va la decisione della Giunta capitolina che nell’ultimo bilancio ha stanziato fondi a favore di tutor di ultima generazione in grado di rilevare senza errore la velocità tenuta fra il punto di partenza e quello di arrivo confrontandola con la velocità consentita e facendo così scattare sanzioni a carico di chi l’ha superata.

Infine c’è il problema della manutenzione che appare piuttosto carente: le avvisaglie si avvertono ancora prima di entrare in galleria quando si percorre il tratto che da Corso Francia porta all’imbocco sotto la Riserva di Monte Mario: guardrail sgangherati e il bordo strada invaso dai rifiuti e dai tantissimi rami precipitati in terra.

Nella galleria per fortuna non ci sono alberi che perdono pezzi, in compenso a perdersi sono i pannelli laterali di protezione, in alcuni tratti mancanti. La segnaletica bassa (come quella relativa agli idranti antincendio) è talmente sporca da essere quasi invisibile mentre in alcuni punti si registrano dei trasudi di acqua. Inoltre lungo gli stretti marciapiedi si è formato un consistente strato di terra e sabbia che sicuramente andrebbe rimosso.

Drammatiche per sporcizia e trascuratezza alcune rampe di uscita utilizzate anche per sversare materiali ingombranti come il materasso che abbiamo fotografato su una di queste nei pressi di Via Cortina d’Ampezzo.

Se è vero che la galleria Giovanni XXIII va percorsa con attenzione e rispettando tassativamente il limite di velocità imposto è altrettanto vero che si tratta di una strada che richiede una continua e attenta manutenzione: una cosa a Roma, facile a dirsi, ma quasi impossibile da realizzare.

Ricordiamo infatti che ad inizio 2018 il Campidoglio aveva messo sul tavolo per un corposo intervento di manutenzione straordinaria ben 3,9 milioni di euro. Pubblicato  a gennaio sulla Gazzetta Ufficiale, il bando di gara indetto dal Comune prevedeva infatti il rifacimento del manto stradale della galleria e delle rampe, della segnaletica orizzontale e verticale e il rivestimento del tunnel.

Ma non solo, era previsto anche  il riposizionamento in quota dei chiusini dei pozzetti presenti sulla carreggiata, l’installazione di attenuatori d’urto in corrispondenza delle uscite e la canalizzazione delle acque di scolo dalle pareti. Il bando scadeva il 19 febbraio 2018, da allora mancano notizie in merito.

Francesco Gargaglia

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