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Prima Porta, caldaia “a rischio esplosione”: chiusa scuola La Mimosa

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immagine di repertorio
ArsBiomedica

Dopo tre giorni di aule gelate, bambini col cappottino e sciarpe, e maestre che non sapevano cosa rispondere ai genitori che chiedevano informazioni, la scuola La Mimosa di via Concesio, a Prima Porta, è stata temporaneamente chiusa a decorrere da giovedì 17 gennaio “per mancato funzionamento dell’impianto termico“.

Così infatti recita l’ordinanza del presidente del Municipio XV Stefano Simonelli affissa a metà giornata nei locali della scuola. Nella stessa si legge che il provvedimento sarà in vigore “fino al ripristino, da parte del Dipartimento SIMU, dell’impianto termico e delle condizioni necessarie per l’utilizzo della scuola da parte dei docenti e dei piccoli utenti“.

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Sempre dal documento si apprende infatti che il mancato funzionamento della caldaia è stato segnalato lunedì 14 e che la ditta incaricata dichiarava che non era riparabile, meglio sostituirla. Al che, nella stessa giornata, il Municipio XV chiedeva al Dipartimento SIMU l’immediata installazione di una nuova caldaia minacciando la chiusura della scuola. Nessuna risposta dal Campidoglio.

Il giorno successivo parte un sollecito mentre i tecnici, questa volta del Municipio, eseguivano un nuovo sopralluogo determinando che l’impianto non era più riparabile “poiché una ulteriore riparazione avrebbe messo la caldaia stessa a rischio esplosione“.

Arriviamo  così a mercoledì 16, ancora nessuna risposta dal Dipartimento, La Mimosa non è nelle priorità del SIMU. Al presidente del XV non resta che emettere la sua prima ordinanza del 2019 disponendo – “visto che il Dipartimento SIMU non ha provveduto a riparare la caldaia esistente, o a sostituirla con una provvisoria o nuova o a garantire temperature adeguate all’utilizzo della scuola con altri sistemi di riscaldamento”  – la chiusura temporanea de La Mimosa in attesa che dal SIMU si ricordino della sua esistenza.

E così settantacinque bambini da domani resteranno a casa, coi genitori che dovranno arrampicarsi sugli specchi per trovare una soluzione tampone piuttosto che immolare qualche giorno di ferie non avendo nonni o zii a disposizione. Già, perchè oltre alla chiusura della scuola non è stato previsto alcun piano alternativo di trasferimento dei piccoli in altre scuole locali.

E’ da lunedì che va avanti questa storia – racconta a VignaClaraBlog.it  Valentina Gismundi, presidente del Consiglio d’Istituto – e già da allora tanti bambini sono rimasti a casa a causa del gelo creando notevoli difficoltà ai genitori. Solo oggi è uscita l’ordinanza e da domani per tutti i settancinque piccoli non ci sarà scuola. Pretendiamo di sapere – conclude – dove dovremo tenerli: a casa, o ci daranno soluzioni alternative?

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