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Rifiuti, a rischio il ritiro nelle utenze non domestiche del XV

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Galvanica Bruni

Un contenzioso fra Ama e la cooperativa “29 giugno” sta causando il blocco del ritiro dell’indifferenziata dalle utenze non domestiche del XV Municipio, oltre che del I, del II e del III. Locali commerciali, ristoranti, bar, uffici e strutture pubbliche (per un totale che va dalle 8 alle 10mila utenze nei quattro municipi) dovranno gestire i loro rifiuti in modo autonomo.

La cooperativa reclama un credito di trenta milioni di euro, secondo AMA sono solo tre. Fatto sta che alla “29 giugno”, che nel 2014 aveva vinto l’appalto per il ritiro dai negozi di questo quattro municipi – appalto che scadrà a fine ottobre per essere affidato ad un’altra azienda – Ama ha rescisso il contratto “a causa dei continui e gravi disservizi”.

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Pertanto, informa l’azienda, “dal 1° ottobre fino all’avvio del nuovo appalto per il servizio integrato di differenziata tecnologica, Ama supplirà, unitamente al mutuo soccorso degli altri prestatori, organizzando con propri mezzi e personale giri di raccolta supplementari presso le utenze commerciali affidate fino ad oggi alla cooperativa citata nei Municipi I, II, III e XV”

Polemiche le organizzazioni sindacali. Natale di Cola, segretario della Fp Cgil di Roma e Lazio così dichiara su facebook: “da lunedì tonnellate di rifiuti nei municipi del centro della capitale non saranno raccolte. Il motivo? Da mesi è in corso un contentenzioso tra Ama, la cooperativa 29 Giugno e il CNS (che svolge per Ama un pezzo importante della raccolta differenziata delle utenze non domestiche). Ad oggi questo contenzioso ha avuto conseguenze esclusivamente per i lavoratori della cooperativa, che non hanno percepito regolarmente gli stipendi. Da domani le conseguenze di questo scontro le pagheranno oltre ai lavoratori anche i cittadini di Roma. Infatti da quanto abbiamo appreso dai lavoratori, Ama ha risolto il contratto con la cooperativa e da lunedi il lavoro che svolgevano i circa 300 operatori con i mezzi della cooperativa verrà svolto dagli operatori di Ama con i mezzi di Ama – che dovrebbero occuparsi di altri servizi – con inevitabili ricadute negative. Poteva essere evitato? Si. Bastava trovare una soluzione ponte per poche settimane”.

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