Home AMBIENTE Alberature stradali a Roma Nord: dalla manutenzione ai drastici interventi

Alberature stradali a Roma Nord: dalla manutenzione ai drastici interventi

alberi cassia antica
ArsBiomedica

Dopo il taglio di alcuni grossi pini sulla Flaminia subito dopo Corso Francia, da qualcuno definito “una mattanza”, ora è la volta di numerosi alberi, per lo più robinie oramai morte, sulle rampe di Viale Tor di Quinto. Quando si parla del taglio di alberi bisogna andare con i piedi di piombo perchè i cittadini, giustamente, sono molto attenti a quelli che possono essere tagli indiscriminati.

Purtroppo i numerosi incidenti che si sono verificati in questi ultimi tempi, per lo più dovuti a scarsa manutenzione, spingono ad azioni preventive non del tutto accettate.

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Abbiamo chiesto un parere ad un esperto vivaista e “tree-climbing”: “Difficile dire quando un albero malato debba essere abbattuto” ci ha detto Giovanni “perché gli elementi di cui tenere conto sono molteplici e non sempre è sufficiente la sola ispezione esterna per piante che si presentano in discrete condizioni. Purtroppo l’inquinamento atmosferico e le mutate condizioni metereologiche con inverni sempre più siccitosi influiscono molto sulla salute della pianta“.

Inoltre – ha aggiunto – non sempre le potature vengono fatte in maniera corretta e  questo danneggia fortemente un albero. Non bisogna dimenticare poi che tutte le piante “cercano il sole” e questo fa si che spesso gli alberi di città crescano, come dire, nella direzione sbagliata”.

Tutti questi fattori ovviamente dovrebbero spingere per un accurata manutenzione del patrimonio arboreo con la sostituzione immediata delle piante abbattute. Un buon esempio è quanto accaduto in Viale Tor di Quinto anni addietro dove i grossi platani malati sono stati eliminati e sostituiti con giovani alberelli che oggi si presentano in ottima salute.

Non così per i parchi dove le recenti e forti nevicate hanno fatto strage di alberi (Parco del Pineto, Riserva di Monte Mario, Riserva dell’Insugherata, Parco Volpi in via della Farnesina) la maggior parte dei quali sono rimasti adagiati sul terreno.

Ad acuire le problematiche anche le norme del Codice della Strada che prevedono che gli alberi di grosso fusto vengano piantati a distanze pari alla massima crescita della pianta e comunque a distanze non inferiori ai 6 metri dalla sede stradale.  Una norma che non può trovare applicazione in una città come Roma dove alberi giganteschi (come i bellissimi tigli di via Cassia nel tratto comunemente detto Cassia Antica) sono cresciuti proprio al margine dell’asfalto.

Le alberature stradali hanno una origine antichissima (le facevano già i romani grandi costruttori di strade) e avevano una funzione importante; come ci racconta Rossano Pazzagli, dell’Università degli Studi del Molise, non solo indicavano il tracciato ma servivano anche a evitare che la sede stradale erodesse. Inoltre davano ombra e frescura ai viaggiatori e legna da ardere; se poi erano piante da frutto, anche da mangiare.

Già nel ‘700, il secolo del risveglio stradale,  si cominciò ad usare le alberature anche a scopo ornamentale utilizzando soprattutto il tiglio, l’acero, l’ippocastano, il faggio, la quercia, il platano e il carpino. Anche l’olmo fu molto usato anche se dal secolo scorso le piante d’Europa sono state colpite da una malattia fungina che le ha falcidiate (con la sola eccezione di quelle che vivono nella metropoli: potenza delle polveri sottili!).

Anche  in città gli alberi sono di fondamentale importanza perché al di là del valore estetico funzionano come un filtro che ci consente di respirare aria pulita attraverso il processo della fotosintesi: ogni albero produce in media 20-30 litri di ossigeno mentre ognuno di noi ne consuma circa 300 per vivere in modo sano. Ogni romano dovrebbe quindi poter contare su 10 alberi pro-capite per un totale, nella sola città di Roma, di almeno 30.000.000 di alberi.

In realtà Roma è una città verdissima e per fortuna gli alberi non mancano anche se non sempre le scelte operate nel piantarli sono state giuste; mettere alberi che con il passare del tempo svilupperanno un tronco massiccio in stradine striminzite  e con  marciapiedi larghi appena un metro non è una grande idea.

Una buona regola dettata dall’esperienza e da una corretta condotta agronomica recita che una pianta da alto fusto richiede almeno tre metri quadrati di superficie drenante, una regola ignorata per migliaia di alberi costretti in cerchi di ferro di 80 centimetri” (PaesaggioIX).

Se si cammina con lo sguardo rivolto in alto oltre ad osservare alberi di una bellezza strepitosa (tigli, platani, spaccasassi, cipressi, olmi) si vedranno anche piante rinsecchite, storte, sofferenti. Che dire poi delle tantissime piante “aliene”, belle e resistenti, ma che crescono nei posti più impensati (ad esempio all’interno dei guard-rail di Corso Francia o Ponte Flaminio) o dei maestosi pini sempre più alti e con l’ombrello striminzito per le continue potature.

Bisogna prendere atto che nelle città gli alberi a grande fusto devono essere destinati ai parchi e alle aree verdi mentre per le alberature stradali si deve ricorrere ad alberi a lenta crescita e sempreverdi (così da evitare la rimozione delle foglie e l’occlusione delle caditoie).

Ma quello su cui bisogna puntare è la cura e manutenzione delle piante che deve essere effettuata da specialisti; una prospettiva che oggi a Roma sembra essere stata persa di vista e che viene sostituita da interventi eccessivamente radicali.

In questa situazione al cittadino resta ben poco da fare se non vigilare e segnalare inconvenienti o interventi che si ritiene non siano corretti: ma segnalarlo a chi?

Nelle “Linee guida per la gestione del verde urbano” del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio si legge, per quanto riguarda il coinvolgimento attivo della popolazione, la necessità di apporre all’ingresso delle aree verdi apposita segnaletica con una sezione dedicata a come contattare gli addetti alla manutenzione. Una buona indicazione anche se poi, almeno per quanto riguarda la città di Roma e i suoi parchi, della segnaletica non v’è ombra.

Francesco Gargaglia

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2 COMMENTI

  1. Da anni ormai gli alberi abbattuti non vengono più ripiantumati. Va bene intervenire quando serve, tuttavia bisognerebbe evitare di trasformare i viali della nostra città in filari di monconi di alberi come purtroppo sta avvenendo; penso ad esempio a via Fleming. Per combattere smog e cambiamento climatico bisogna piantare alberi e non abbatterli.

  2. Via Cortina D’ Ampezzo abbattono alberi ovunque, nei psrchi privati e sulla strada. Una vera strage. Motoseghe che non si possono sentire, chiami i viglili e non vengono. Ambasciata di Tanzania Via Cortina D’ Ampezzo num civico 185,. da una settimana abbattono tutti gli alberi di alto fusto, pini, ecc. La sindaca permette stragi di alberi? I vivai si portano via tonnellate di legno e molti soldi
    per gli appalti. Spero che qualcuno capace faccia esposti alla magistratura. Prima che sia troppo tardi per tutti gli alberi di Roma! Come cittadina tentero’ di agire.

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