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Ius soli ius culturae, dibattito a Ponte Milvio

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“Ius soli”, il testo di legge che modifica le regole sulla cittadinanza approvato ad ottobre 2015 dalla Camera e ora in attesa di essere messo all’ordine del giorno del Senato – si dice che approderà a Palazzo Madama prima di Natale, subito dopo l’approvazione della finanziaria 2018 – sarà oggetto di un incontro-dibattito che si terrà questa sera a Ponte Milvio.

Il luogo prescelto dagli organizzatori – il cui intento dichiarato è migliorare nei partecipanti il livello di conoscenza dei contenuti della legge – è il teatro della Parrocchia Gran Madre di Dio, ubicato in via Orti della Farnesina 2.

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L’incontro, che avrà inizio alle 21, sarà introdotto da Claudia Gioffrè, Associazione ”Romabella”, e vedrà la partecipazione di Marilena Fabbri, relatrice della legge alla Camera; di Sibi Mani Kumaramangalam, presidente dell’Assemblea romana PD; di Marco Pacciotti, esponente romano del PD ed esperto di politiche di immigrazione; di Elvira Ricotta Adamo e Danilo Silva Brito, Associazione ”Questa è Roma”, e di Maurizio Melani, Link Campus University, già Ambasciatore in Medio Oriente e Africa.

Ius soli ius culturae

Nel dibattito pubblico e nelle cronache è nota come legge sullo ius soli e riguarda il diritto alla cittadinanza dei bambini stranieri nati in Italia.

In realtà il disegno di legge, pur essendo di soli quattro articoli, è molto più articolato ponendosi l’obiettivo di ampliare i criteri di concessione della cittadinanza, in particolar modo dei bambini nati in Italia da genitori stranieri o arrivati nel nostro Paese in tenera età.

Nell’ordinamento giuridico italiano esiste già lo ius sanguinis (in soldoni, chiunque abbia almeno un genitore italiano è italiano d’ufficio) che in base alla nuova legge verrebbe abolito per essere sostituito dallo ius soli e dallo ius culturae.

In base al primo, ogni bambino nato in Italia da genitori stranieri almeno uno dei quali si trovi nel nostro Stato legalmente da almeno cinque anni ed abbia un reddito non inferiore all’assegno sociale, ottiene di diritto la cittadinanza italiana.

In base al secondo, un minorenne nato in Italia o giuntovi ad un’età inferiore ai 12 anni che dimostri di aver frequentato con esito positivo non meno di cinque anni di scuola pubblica, può ottenere la cittadinanza italiana.

Tutto ciò è detto in estrema sintesi. Per un approfondimento suggeriamo di consultare il testo di legge cliccando qui.

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