Home PONTE MILVIO Crollo a Ponte Milvio, “Siamo senza casa da 13 mesi”

Crollo a Ponte Milvio, “Siamo senza casa da 13 mesi”

Periti al lavoro nell'area delle fondamenta della palazzina crollata a Ponte Milvio
Periti al lavoro nell'area delle fondamenta della palazzina crollata a Ponte Milvio
Galvanica Bruni

A 13 mesi dalla perdita delle proprie case, le dieci famiglie finite in strada dopo il crollo della palazzina di via della Farnesina 5, a Ponte Milvio, rivolgono un nuovo appello al Campidoglio: “Vogliamo solo ricostruire le nostre case, ma non possiamo farlo finché il pubblico non eseguirà le indagini necessarie per scongiurare nuovi crolli anche negli edifici accanto. E stiamo aspettando da oltre un anno“.

A farsi portavoce degli ex inquilini è Ignazio Squillante, anche lui condomino della palazzina crollata e poi demolita a spese degli stessi abitanti, nonché consigliere M5S del XV Municipio che a maggio 2017 aveva rassegnato le dimissioni da presidente della commissione Bilancio proprio “per le lungaggini burocratiche dell’amministrazione capitolina” nel caso in questione.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

“Il Campidoglio intervenga” 

I condomini, ha spiegato Squillante, “hanno il desiderio di poter ricostruire il più presto possibile, ma con le indagini abbiamo scoperto che la situazione geologica non è chiara e non si capisce bene se si può ricostruire senza problemi o se si rischia un blocco lavori o, peggio, ripercussioni negli edifici accanto. Le varie perizie sembrano non andare d’accordo, per questo chiediamo un intervento pubblico da parte del Campidoglio per una verifica che possa valutare la sicurezza per evitare rischi per le palazzine accanto”.

Lo dico perché– ha sottolineato il consigliere municipale M5S- se poi la perizia più negativa e conservativa si rivelasse fondata e ci fosse un disastro simile al nostro, in cui ci siamo salvati per miracolo, allora tutto ciò sarà responsabilità del pubblico. Come politico e come condomino, visto che per assurdo i residenti non sono legittimati a fare questa richiesta, chiedo che si faccia al più presto questa indagine”.

“Non vi lasceremo soli…”

A quanto apprende l’agenzia Dire – che ha pubblicato le dichiarazioni dei residenti a margine della seduta odierna della commissione capitolina Trasparenza – alcuni condomini hanno speso fino a 150mila euro tra spese di demolizione e indagini finalizzate a comprendere lo stato dell’area, che risulterebbe in una situazione di pericolosità.

Sono 13 mesi che siamo fuori casa e nessuno si è mosso neanche per sollecitare la Procura: la sindaca Raggi aveva detto che non ci avrebbe lasciato soli, ma siamo stati abbandonati, paghiamo addirittura le tasse, Ama compresa, per l’edificio abbattuto che viene calcolato come seconda casa”.

Abbiamo pagato tutto di tasca nostra, ho speso 150mila euro per dimostrare una situazione di pericolosità – ha dichiarato un residente – sarei ben contento di rientrare se una relazione da 2mila euro mi dice che non c’è pericolo, ma permettete che io abbia i miei dubbi. E anche diversi inquilini delle palazzine accanto in un primo momento evacuate, non si fidano di rientrare”.

Mancano le relazioni

Il riferimento è alle rassicurazioni dei tecnici del Simu e della Protezione civile del Campidoglio, che stamattina sono stati auditi in commissione capitolina Trasparenza, presieduta da Marco Palumbo (Pd), per fare il punto della situazione.

Insieme a loro anche il presidente M5S del XV Municipio, Stefano Simonelli: “Abbiamo ricevuto le relazioni in merito ai tre edifici nella corona intorno a quello crollato, che erano stati evacuati, e agli altri nella corona più esterna: per tutti era stata richiesta una relazione tecnica di verifica degli immobili e la eventuale tempistica degli interventi, ma le stesse non rilevano criticità particolari“, hanno spiegato i tecnici e il minisindaco.

A bloccare ancora la ricostruzione è, ufficialmente, il fatto che “ce ne mancano ancora tre, che abbiamo sollecitato a fine settembre”.

Le perizie asseverate, comunque, “dicono che le due palazzine accanto e quella appena dietro sono abili e arruolabili“. Per Simonelli, perciò, “quando avremo tutte le relazioni poi saranno eventualmente avviate le indagini da parte pubblica sull’area dell’edificio crollato”. (fonte Agenzia DIRE) 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3 COMMENTI

  1. Tutto il sostegno possibile sul piano umano a queste persone sfortunate che hanno vissuto questo dramma inaspettato che ha colpito tutti per l’imprevedibilità di questa sciagura. Il crollo della palizzina di Ponte Milvio non è un fatto che può essere trattato al pari di altri perché innesca preoccupazione generalizzata, le rassicurazioni dei tecnici sulla stabilità delle altre palazzine è di conforto per tutto il quartiere ed apre spazi di interesse e di speranza ad una zona a torto fortemente contestata.

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome