Home TOR DI QUINTO Dieci anni fa l’omicidio di Giovanna Reggiani a Tor di Quinto

Dieci anni fa l’omicidio di Giovanna Reggiani a Tor di Quinto

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Galvanica Bruni

Giovanna Reggiani, 47 anni, moglie di un alto ufficiale della Marina Militare, morì alle 19.34 di giovedì 1 novembre 2007 dopo essere stata violentata e massacrata due giorni prima, nel buio del solitario vialetto che conduce alla stazione di Tor di Quinto.

Sono circa le 19 quando la donna scende dal treno e s’incammina lungo quei settecento metri, allora  privi di illuminazione e di qualsiasi mezzo pubblico, che congiungono la stazione con via Flaminia. Mentre li percorre nel buio per arrivare alla fermata del 31 che l’avrebbe condotta ad un grappolo di palazzine poco distanti, residenze di militari e dove c’è anche la sua abitazione,  viene aggredita, trascinata in una baracca di un vicino insediamento di nomadi, violentata e poi infine gettata in una scarpata.

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Poche ore dopo, quando scatta l’allarme per il suo mancato rientro in casa e si attivano le ricerche, viene trovata in un fossato. E’ seminuda, il volto sporco di sangue, il corpo pieno di lividi. Ed è già in coma.

Gli agenti del Commissariato di Ponte Milvio, dopo aver ascoltato alcuni testimoni oculari (in particolare un’anziana donna rumena che disse di aver visto il violentatore gettare il corpo nel fosso) poco dopo arrestano l’autore del gesto, Nicolae Mailat, un romeno di 23 anni.

Ad inchiodarlo, il ritrovamento della borsa della vittima nella sua baracca. Al momento dell’arresto è ancora sporco di sangue e fango con numerosi graffi sia sulle braccia, sia sul volto. Segni di una violenta colluttazione.

Giovanna Reggiani muore quarantotto ore dopo in un letto del reparto di rianimazione dell’ospedale Sant’Andrea. Giovedì 1 novembre, esattamente dieci anni fa, il suo cuore si ferma alle 19.34.
L’efferato delitto sconvolse la capitale e l’intera nazione.

Il processo di primo grado all’omicida si conclude con la condanna a 29 anni di carcere. L’Appello gli affibbia invece l’ergastolo, confermato poi dalla Cassazione.
Oggi Nicolae Mailat sta scontando la pena in un penitenziario in Romania dove è stato trasferito il 9 aprile 2015.

Una targa apposta nell’ottobre 2009 nell’androne della stazione Tor di Quinto, al termine dei lavori di ristrutturazione, ricorderà per sempre Giovanna Reggiani.

Quando venne scoperta, furono toccanti e dignitose le parole del marito, Ammiraglio Giovanni Gumiero: “Qui e’ legato un ricordo atroce. Mia moglie era una donna semplice, amante della discrezione e che non avrebbe gradito che il suo nome venisse strumentalizzato. Ma abbinare il nome di Giovanna alla stazione di Tor di Quinto sara’ un monito contro la violenza sulle donne. Giovanna ha cercato di difendere il suo essere una donna libera e oggi avrebbe condiviso questa iniziativa. Questa targa e’ qui per non dimenticare, per mantenere il ricordo e rifiutare ogni forma di violenza contro le donne e anche un simbolo a non portare rancore. Con questo gesto simbolico si dimostra di voler tenere viva la nostra coscienza”.

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1 commento

  1. Il punto di non ritorno!
    Moltissimi cittadini abitanti della zona hanno visto negli ultimi anni dilagare tale degrado morale e culturale responsabili certi gli interlocutori di queste persone senza argomenti, promotori e sostenitori di un indefinito ideologico scontro sociale.
    Storicamente e culturalmente non sembra appartenere a questa popolazione un fatto simile sotto tutti i punti di vista, il rispetto reciproco non ha mai comportato gravi sulla libertà personale ed individuale.
    Quando si esorta a rimettere il tutto nelle mani della politica è anche motivato dall’esigenza di incontrare e reincontrare se stessi, la propria storia, la propria memoria.
    Con FDI-AN è iniziato un percorso che va in questa direzione ma è molto faticoso e difficile, si spera sulla condivisione della lettura di queste realtà a cui si affida il superamento di questa fase.

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