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Revisione dello Statuto di Roma Capitale, in XV si vota lunedì

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Galvanica Bruni

Firmata da 17 consiglieri capitolini M5S, la proposta di revisione dello statuto del Comune di Roma arriva in XV Municipio dove sarà dibattuta nel Consiglio convocato per lunedì 5 giugno.

Con primo firmatario Angelo Sturni, consigliere comunale e presidente della commissione Riforme istituzionali, articolata in un documento di 12 pagine pubblicato sull’Albo Pretorio capitolino, la proposta prevede novità in tema di introduzione di petizioni online, referendum senza quorum, bilancio partecipativo, modifica della commissione “delle elette” in commissione “pari opportunità” alla quale potranno essere chiamati a farne parte anche consiglieri di genere maschile.

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Alcuni giorni fa, nel presentarla in una conferenza stampa, il consigliere Sturni ha spiegato che nel contesto M5S viene usata “una piattaforma rivoluzionaria, la Rousseau, e vogliamo avviare questo modello anche dentro il sito del Comune, dando la possibilità ai cittadini di esprimersi”.

Per le petizioni ha poi precisato: “ci siamo ispirati al modello della Camera dei Comuni inglese: i cittadini potranno presentarle direttamente in assemblea capitolina. Altro strumento che vogliamo sperimentare è il voto elettronico, come avviene negli Usa, mentre sui referendum abbiamo introdotto anche quello propositivo”.

Ma il punto più scottante della proposta, soprattutto per le opposizioni, è l’abrogazione del principio di parità di genere sia nella giunta capitolina sia nelle giunte dei municipi.

La proposta prevede infatti che vengano modificati il comma 3 dell’articolo 25, quello che disciplina la composizione della giunta capitolina, e il comma 21 dell’articolo 27, relativo alla giunte dei municipi.

Le due versioni attualmente in vigore stabiliscono che “fra i nominati è garantita la presenza, di norma in pari numero, di entrambi i sessi, motivando le scelte difformemente operate con specifico riferimento al principio di pari opportunità”.
La nuova versione, invece, prevede solo che “fra i nominati è garantita la presenza di entrambi i sessi”.

Come da regolamento, l’intera proposta deve passare al vaglio dei Consigli Municipali che dovranno esprimere un parere, peraltro non vincolante.

Successivamente, tornerà nelle commissioni capitoline competenti dove saranno valutati i pareri e gli eventuali suggerimenti arrivati dai parlamentini locali. Al termine di questa fase, la proposta approderà nell’Assemblea capitolina per il voto finale.

Il Consiglio del XV avrà inizio alle 10.30 con termine previsto alle 13.30 e si terrà, come di consueto, nell’aula al piano terra di via Flaminia 872. Ovviamente è aperto al pubblico. Chi invece preferisce seguire la seduta in diretta, davanti al computer, potrà farlo cliccando qui .

 

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1 commento

  1. La Giunta di Roma Capitale e le Giunte municipali non saranno più paritarie, se passeranno le modifiche del M5S .Clamorose sviste (non vogliamo infierire) del M5S che sono state segnalate senza successo da Annamaria Bianchi di Carteinregola (di cui Aspettare stanca fa parte) durante l’audizione di alcune associazioni in Commissione Statuto di Roma Capitale e nei successivi scambi di vedute con il consigliere Stumi, vicepresidente della Commissione, primo firmatario della proposta di delibera e con la consigliera Guerrini , presidente della Commissione delle elette.

    Le più gravi riguardano appunto la composizione delle Giunte di Roma Capitale e Municipali, con la cancellazione della presenza paritaria di donne e uomininere, introdotta dallo Statuto del 2013, e la composizione della nuova Commissione per le pari opportunità che sostituisce la Commissione delle elette (solo donne) , nella quale ora basterebbe, se le modifiche passassero, anche la presenza di una sola donna.

    Sono norme da cancellare perché in contrasto con i principi costituzionali, disposizioni europee e internazionali e la legge n. 56/2014, c.d. Delrio. Favorirebbero accordi su uomini scelti in base a vecchie logiche spartitorie partitocratiche e impedirebbero l’arrivo di donne competenti.

    Un inaccettabile ritorno all’indietro rispetto a una conquista che ha una storia collettiva da rispettare. La quota del 50% fu introdotta nel 2013 nello Statuto di Roma Capitale dall’emendamento firmato da Monica Cirinnà (PD) e Gemma Azuni (SEL) – “Fra i nominati è garantita la presenza, di norma in pari numero, di entrambi i sessi, motivando le scelte difformemente operate con specifico riferimento al principio di pari opportunità” .

    Il M5S cerca giustificazioni sostenendo che nelle giunte comunque deve essere rispettata la percentuale minima del 40% di rappresentanza di genere prescritto appunto dalla legge nazionale cosiddetta Delrio, e presentando le proposte di modifica come un aggiornamento dovuto rispetto alla preesistente normativa (215/2012)(2) che fissava ad 1/3 la proporzione”. Posizione da respingere, dato che lo Statuto vigente, approvato il 7 marzo 2013, sarebbe caso mai da aggiornare con quanto previsto dalla successiva legge Delrio. Aggiornamento che in ogni caso non è per niente “dovuto” perché la legge dispone che “nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento”, e che quindi nulla vieta ai Comuni di prevedere il criterio paritario, come quello ora vigente per Roma Capitale.
    vedi anche http://www.carteinregola.it/index.php/il-problematico-rapporto-tra-m5s-e-societa-civile/#

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