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Monte Mario: per Massimo Urbani solo una targa, niente festival del jazz

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In occasione dei 60 anni dalla nascita della grande leggenda della storia del Jazz nazionale e non solo, l’Amministrazione capitolina rappresentata dal Vice Sindaco Luca Bergamo ha commemorato Massimo Urbani con l’intitolazione di un Giardino a Monte Mario.

L’evento, non scevro da polemiche, si è tenuto lunedì 8 maggio in Piazza Santa Maria della Pietà dove, alla presenza del Vice Sindaco, è stata scoperta la targa toponomastica dedicata al grande artista.

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Massimo Urbani

Massimo Urbani, famoso sassofonista romano morto nel 1993 all’età di 36 anni, è nato e cresciuto a Monte Mario ed è l’orgoglio del quartiere. Ma sarebbe riduttivo considerarlo solo tale perché è stato uno dei maggiori interpreti del jazz a livello nazionale.

Il suo immenso talento fu riconosciuto ed apprezzato dai più grandi maestri italiani ed internazionali. In Italia suonò nei più importanti festival jazz e collaborò con moltissimi artisti. Inoltre la sua interpretazione di Everything Happens To Me, dall’album The Blessing, è considerata la migliore mai realizzata.

Fin da giovane, però, iniziarono a manifestarsi in lui i primi sintomi di quel disagio esistenziale che lo avrebbe condotto lentamente all’autodistruzione. Consumato da alcool e droghe, morì il 23 giugno 1993 per un collasso cardiocircolatorio.

In suo onore fu istituito nel 1996 il Premio internazionale Massimo Urbani, riconoscimento sacrosanto a colui che aveva contribuito ad aprire una strada imponendosi come protagonista di un genere che a partire dagli Anni ’70 iniziò ad essere apprezzato anche dal grande pubblico e studiato nei conservatori da una generazione di ragazzi che in esso vedeva un canale di sfogo più colto del rock per manifestare la propria protesta giovanile.

Forse perché già allora il rock aveva perso la sua spinta propulsiva e iniziava a ripiegarsi su se stesso. E allora c’era bisogno di nuovi sbocchi.

Urbani fu uno dei precursori e Monte Mario uno dei laboratori in cui quella rivoluzione veniva sperimentata. Il sassofonista era solo la punta dell’iceberg di una scena in costante fermento e il quartiere, quell’anima jazz non l’ha mai smarrita.

Così come non ha mai smarrito il patrimonio di storie, percorsi, aneddoti e personaggi che a quell’anima erano e sono legati.

Azzerato il Festival Jazz

Ma dopo due anni che di questi tempi a Monte Mario si teneva il Festival Jazz intitolato a Urbani, il XIV Municipio, a guida M5S, ha deciso inspiegabilmente di non più finanziarlo e quindi di cancellarlo.
E dire che le due precedenti edizioni erano state affollatissime.

Nella scorsa consiliatura avevamo avviato un percorso che aveva come obiettivo quello di dare ad uno straordinario jazzista del nostro territorio la giusta dignità ed il doveroso tributo. Recepimmo l’istanza forte che ci chiedeva di ricordare Massimo Urbani, di esaltarne il genio omaggiando il jazz e di intitolargli un luogo simbolo” dichiara Valerio Barletta, ex presidente del XIV e attuale capogruppo PD che rivolge un appello al vice sindaco: “Luca Bergamo smentisca i suoi colleghi del parlamentino di via Battistini e trovi le risorse per continuare a promuovere il Festival del Jazz”.

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2 COMMENTI

  1. Aggiungo che la cancellazione del Festival dedicato a Massimo Urbani è una gran brutta notizia e invito il Presidente e la Giunta del Municipio XIV a fare di tutto per ripristinarlo.

    Già che ci sono (e poi la smetto…) invito anche il Presidente Simonelli e la Giunta del XV Municipio ad adoperarsi per istituire un festival in ricordo di un altro grandissimo musicista che in questo territorio ha vissuto a lungo: il trombettista Nunzio Rotondo, che ho avuto l’onore di conoscere personalmente nonché quello di ricordarlo proprio su queste pagine.

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