Home LA GIUSTINIANA La GdF in Campidoglio: nel mirino la rotatoria de La Giustiniana

La GdF in Campidoglio: nel mirino la rotatoria de La Giustiniana

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In Campidoglio non solo perquisizioni per acquisire i documenti sulle assunzioni e le nomine effettuate dalla sindaca Virginia Raggi. Nella sera di giovedì 15 dicembre è giunta la notizia che la Guardia di Finanza, su mandato dell’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione guidata dal magistrato Raffaele Cantone, ha chiesto e raccolto tutta la documentazione relativa alla realizzazione della rotatoria  a La Giustiniana, di fronte alla stazione FL3 della linea Roma Ostiense-Viterbo.

Una vicenda che si trascina da tempo, una rotatoria mai realizzata, chiesta a gran voce dal territorio che, ancora prima di vedere la posa della prima pietra, in queste ore già assurge agli onori della cronaca per altri motivi.

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Secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, da Il Fatto Quotidiano e da La Repubblica, tra mercoledì 14 e giovedì 15 dicembre le Fiamme Gialle si sono recate in Campidoglio per acquisire i documenti inerenti l’appalto per la realizzazione della rotatoria i cui costi preventivati nello scorso anno, quando nell’ultima riunione della Giunta Marino del 29 ottobre 2015 furono stanziati 280mila euro, sono poi nel tempo cresciuti fino a diventare 717 mila euro.

La storia in sintesi

E’ lunga la storia della rotatoria attesa da anni per sostituire quel semaforo che sulla Cassia regola la svolta da e per il parcheggio della Stazione FL3 causando, non solo nelle ore di punta, lunghe code in ambedue i sensi.

Sintetizzandola, la storia parte nell’aprile 2014 quando l’allora assessore ai Lavori Pubblici del XV chiede all’ufficio Tecnico di realizzare un progetto. Di primo acchitto viene realizzato uno studio di fattibilità che nel mese successivo viene approvato dal Consiglio e trasmesso in Campidoglio.

Passa un anno e finalmente a maggio 2015 il Dipartimento Mobilità e Trasporti del Comune – Essendo via Cassia una strada di grande viabilità la competenza spetta al Campidoglio e non al Municipio – ritiene lo studio meritevole di approfondimento sotto il profilo della fattibilità e si dà incarico all’Agenzia per la Mobilità di svolgere degli studi sul flusso di traffico.
L’obiettivo è avere dati oggettivi sull’effettivo risultato del progetto presentato dal Municipio.

Gli studi danno esito positivo, il progetto consolidato dal Municipio riceve il benestare da parte del Dipartimento e nella sera del 29 ottobre 2015 arriva la benedizione della Giunta Marino con lo stanziamento di 280mila euro. Da un lato esultano gli amministratori del XV e tanti residenti, dall’altro scatta la critica di altri che spingono invece per un progetto alternativo e a più basso costo.

Fra una discussione l’altra si arriva ad aprile 2016 quando entra in vigore il nuovo Codice dei contratti pubblici in virtù del quale il progetto definitivo della rotatoria non è più sufficiente per bandire una gara. Alla luce del nuovo codice occorre stendere il progetto esecutivo.

E nessuna deroga è ammessa. Il nuovo codice annulla infatti l’Ordinanza del Commissario Tronca di aprile 2016 che stabiliva il ricorso alla facoltà di deroga autorizzata dal Consiglio dei Ministri per determinate situazioni.

Tutto da rifare dunque. Ma nel frattempo, nelle carte capitoline, la valutazione dei costi da 280mila euro diventa oltre 700mila.

Il Fatto di queste ore

E qui si torna alla notizia di giovedì 15 dicembre. Stando sempre a quanto reso noto in serata dalle stesse fonti, pare che le prime verifiche su impulso dell’Anac erano già scattate nel dicembre 2015, nell’ambito di una serie di controlli sugli appalti per il Giubileo.

A seguito dei rilievi sollevati dalla struttura guidata da Cantone, “il Campidoglio – scrive il Fatto Quotidiano – avrebbe sostenuto di aver dovuto rivedere il valore dell’appalto in quanto il progetto iniziale avrebbe provocato, nella realizzazione dell’opera, insufficienze strutturali. Il dubbio dell’Autorità è invece che, essendo diventate più stringenti le norme dopo l’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti, e quindi più complesso introdurre delle varianti in corso d’opera, si sia comunque cercato di far lievitare i costi rispetto al reale valore dell’opera”.

“La nuova verifica dell’Anac – conclude Il Fatto – punta infatti a stabilire come mai il Campidoglio non abbia riscontrato per tempo lo scarso livello di progettazione dell’opera stessa e sia dovuto ricorrere successivamente ad un sostanziale raddoppio dei costi.”

La domanda è più che legittima, starà ora all’Anac dare una risposta mentre la realizzazione della rotatoria pare dunque allontanarsi ancora di più nel tempo. (red.)

 

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4 COMMENTI

  1. Scrivo in quanto residente alla Giustiniana ed in quanto ingegnere civile sez. Trasporti (Costruzione di strade, autoatrade, ferrovie, aeroporti, porti ed altro). Oltretutto laureato nel 1973, quindi molto senior.
    Alla luce della mia non indifferente esperienza, anche senza aver visto i documenti progettuali posso dire che, a meno dell’ipotesi di espropri di immobili per causa di pubblica utilità, già la prima cifra stanziata sia eccessiva. L’opera, a meno di stravolgimenti meramente strumentali, è estremamente semplice sia da progettare che da realizzare. Quando io lavoravo in cantiere si sarebbe realizzata nell’arco di massimo due mesi lavorativi. Ma i tempi (e le persone) sono molto cambiate da allora.

  2. Oltre che un giro vizioso e diventata anche una barzelletta molto oscena! Ma forse abbiamo l’amministrazione che ci meritiamo.

    • Credo sia evidente a tutti che questo fatto rigiardi le precedenti amministrazioni, nessun folle mentale credo possa anche minimamente pensare che ciò possa rigiardare l’attuale amministrazione visto che i fatti hanno inizio esattamente a dicembre 2015 nell’ambito di una serie di controlli sugli appalti per il Giubileo.
      A seguito dei rilievi sollevati dall’Anac l’amministrazione di Roma Capitale precedente (stiamo parlando di Tronca, APRILE 2016) avrebbe sostenuto di aver dovuto rivedere il valore dell’appalto in quanto il progetto iniziale avrebbe provocato, nella realizzazione dell’opera, insufficienze strutturali. Il dubbio dell’Autorità è invece che, essendo diventate più stringenti le norme dopo l’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti, e quindi più complesso introdurre delle varianti in corso d’opera, si sia comunque cercato di far lievitare i costi rispetto al reale valore dell’opera. La nuova verifica dell’Anac punta infatti a stabilire come mai il l’amministrazione di Roma Capitale precedente (APRILE 2016) non abbia riscontrato per tempo lo scarso livello di progettazione dell’opera stessa e sia dovuto ricorrere successivamente ad un sostanziale raddoppio dei costi.

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