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    Ladro lui ladra lei sul tetto di Roma Nord

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    Galvanica Bruni

    Alcuni sostengono che con i film di Alberto Sordi s’impari la storia italiana del secolo scorso meglio che studiandola sui libri.

    Ebbene “Ladro lui, ladra lei“, uscito nel 1958, è uno dei titoli che meglio si collocano in questo filone. E in una delle sue scene più importanti appare Roma Nord in tutto il suo splendore di allora: la Farnesina, Ponte Duca d’Aosta, lo stadio Olimpico, il ponte di Corso Francia e le prima case di Vigna Clara in mezzo alla campagna.

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    La Capitale in quel periodo era una città in espansione e i costruttori affondavano le mani nella pozzolana molle della periferia disabitata come bambini nella Nutella. Le campagne intorno al centro storico erano zone di conquista, dalle lande del quadrante est alle paludi della Magliana fino a Val Melaina e Monte Mario.

    Una Roma in bianco e nero in cui la desolazione bucolica di certi scorci suburbani affogava sotto colate di cemento che ne avrebbero presto stravolto i connotati, mentre lo sviluppo tecnologico era il volano di una società oramai compiutamente industriale e il benessere non era più sogno per pochi ma progetto di massa, dopo gli anni difficili del Dopoguerra.

    Il cinema italiano, come sempre, aveva accompagnato questo cambiamento. Non solo. Aveva contribuito ad esorcizzare le paure, sviluppare un sentire comune e – soprattutto – far tornare alle persone la voglia di ridere.

    Erano gli anni in cui dal neorealismo melodrammatico di Rossellini, Visconti e De Sica si passò, gradualmente ma velocemente, alla commedia all’italiana. A ben pensarci, i due lustri trascorsi da “Ladri di biciclette” girato in parte a Roma Nord, sembravano un’eternità.

    E commedia lo è di certo il film di Luigi Zampa con Albertone, che però è anche una storia d’amore. Profondo, sofferto e infine frustrato.

    E’ la storia di Cencio (Sordi), un simpatico ladruncolo di periferia discendente da una famiglia di ladri e orgoglioso di esserlo, e di Cesira (Sylva Koscina), sua amica d’infanzia di cui è innamorato. La vita di lui è un continuo alternarsi di truffe e soggiorni a Regina Coeli; lei invece cerca in tutti i modi di sfuggire alla condizione di borgatara tentando di lavorare onestamente, ma dato che è molto bella i suoi datori di lavoro spesso ci “provano” e lei è costretta a licenziarsi.

    Un giorno Cencio le propone di mettere su una specie di società in coppia stile “Bonnie & Clyde” per aiutarlo in una serie di truffe che ha in mente ai danni degli ex-datori di lavoro della ragazza. E da ciò ne nasceranno gag a ripetizione.

    Uno dei datori, però, è sinceramente innamorato di Cesira. Si tratta di Raimondi, interpretato da un bravissimo Ettore Manni, il quale verso la fine del film le chiederà di sposarlo. E dove viene fatta la proposta di matrimonio ?

    ladro-lui-ladra-lei-1Al tavolo di un ristorante ai piedi della Madonnina di Monte Mario, altro simbolo di Roma Nord, che con un braccio rivolto verso la città protegge i suoi abitanti e con l’altro indica il cielo.

    L’opera in lamine di rame balzato realizzata dallo scultore ferrarese Arrigo Minerbi fu posizionata in cima alla torre del Centro Don Orione, in via della Camilluccia, nel 1953 e fin da subito i romani ne ebbero familiarità. Tanto che anche il cinema se ne accorse.

    La romantica location che ospita  il tavolo dei due è una terrazza con vista mozzafiato sulla Città Eterna. Un finto ristorante, peraltro, in quanto lì non ce ne sono mai stati di reali, a differenza della vicina terrazza dello Zodiaco.

    ladro-lui-ladra-lei-3Ad ogni modo, ad una proposta fatta in un luogo del genere è impossibile dire di no. Pertanto Cesira accetta di sposare Raimondi anche se sa che Cencio ne soffrirà. Lui però si dimostra di ancor più nobili sentimenti acconsentendo alle nozze per il bene della sua amata e dandole il beneplacito.

    Il finale quindi è da groppo in gola, come spesso accade…nelle migliori commedie. La pellicola, tuttavia, non è considerata tra le migliori nella filmografia di Sordi. Lo stesso Zampa otterrà più consensi con altri lavori.

    Va detto però che a rivederlo oggi, “Ladro lui, ladra lei” ha superato a pieni voti la prova del tempo. E ha dimostrato che in questo mondo di ladri ci può stare ancora alla grande.

    Valerio di Marco

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