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Crollo a Ponte Milvio, la vicenda in aula Giulio Cesare

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Duca Gioielli

Chiesta dal Gruppo PD e dagli altri gruppi dell’opposizione in Campidoglio la convocazione urgente di un Consiglio Straordinario sul tema “crollo a Ponte Milvio”.

Obiettivo, discutere ed adottare in  aula Giulio Cesare le misure più idonee ad affrontare la situazione che si è venuta a creare per le famiglie coinvolte e per l’intera area di Ponte Milvio dopo il crollo parziale della palazzina di via della Farnesina 5.

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È stato altresì chiesto che alla seduta straordinaria partecipino il Direttore dell’Ufficio “Politiche della Sicurezza e Protezione Civile”, il Presidente del Municipio XV e i rappresentanti della “Associazione Territorio Ponte Milvio-Farnesina” recentemente costituita a tutela degli interessi delle famiglie rimaste coinvolte dalla vicenda.

In una nota, il PD capitolino ricorda che “come è stato evidenziato dagli esperti, l’intera area di Ponte Milvio dove è avvenuto il crollo è esposta a rischi idrogeologici legati alle criticità del sottosuolo. E’ quindi necessario avviare quanto prima un’attività di prevenzione al fine di evitare ulteriori catastrofici eventi. Inoltre le famiglie colpite dall’evento hanno la certezza di essere alloggiate in emergenza abitativa solo fino al 13 novembre”.

In effetti sono 16 i nuclei familiari ospitati a spese del Comune in due residence poco distanti da Ponte Milvio ma la proroga concessa al termine del primo periodo di trenta giorni scade il prossimo 13 novembre e ad oggi non si sa nulla su cosa accadrà dopo.

Nel frattempo, i residenti di via della Farnesina 5 hanno una sola certezza: le spese di demolizione della parte ancora in piedi della palazzina e di rimozione dei  materiali – circa 250mila euro – sono a loro carico. Questo sia nel caso procedano di loro iniziativa nei tempi indicati dall’ordinanza a firma Virginia Raggi (“entro quindici giorni dal 25 ottobre“), sia che, in caso contrario, provveda poi il Comune applicando la procedura della “esecuzione in danno“.

Non a caso il XV Municipio ha già lanciato un “avviso pubblico esplorativo per la manifestazione di interesse” rivolto a professionisti disposti ad assumere l’incarico di progettista, di coordinatore per la sicurezza e di direttore dei lavori per la demolizione controllata della palazzina.

In attesa che la vicenda giunga in Aula Giulio Cesare, a supporto delle decine di famiglie coinvolte (ricordiamo che oltre a quella parzialmente crollata altre palazzine adiacenti sono state evacuate per sicurezza) si sono nel frattempo levate diverse voci.

Una di queste è del Consiglio del XV Municipio che lo scorso 2 novembre ha votato all’unanimità un documento che impegna il sindaco Raggi a “favorire iniziative affinché i costi di demolizione e ricostruzione non gravino esclusivamente sui proprietari della struttura, considerando anche soluzioni di credito agevolato“.

Una proposta giunta poche ore dopo quella avanzata da Marco Tolli, dirigente responsabile delle politiche del territorio del PD di Roma, che sulla base di casi precedenti ed esortando l’Amministrazione capitolina “a fare di più” di quanto fatto fino ad ora, suggerisce alla stessa di farsi parte attiva “coordinando i proprietari garantendo loro l’accesso al credito in forma agevolata ed assumendo la responsabilità delle procedure di selezione pubblica finalizzate ad individuare sul mercato operatori capaci di garantire qualità e costi più contenuti“, sia per la demolizione che per la ricostruzione della palazzina.
Insomma, una proposta che incita il Comune ad assumere un ruolo da pubblica amministrazione vicina ai cittadini e ai loro bisogni.

Una proposta ben accolta dai componenti dell’Associazione Territorio Ponte Milvio-Farnesina ma che li lascia scettici. “E’ vero, si poteva fare molto di più. Molto prima. E molto meglio. In realtà si è fatto poco e niente” scrivono sulla loro pagina facebook puntualizzando che “in quel poco rientra l’ordinanza a demolire entro 15 giorni” a loro spese.

Ed è per questo che anche le famiglie direttamente ed indirettamente coinvolte dal crollo ritengono che “l’apertura di un tavolo di concertazione tra Comune e cittadini sia la soluzione migliore per appianare e sviluppare alternative al nulla di adesso” e prendendo atto del fatto che “il presidente del XV Municipio ha già invitato formalmente il Sindaco a considerare questa ipotesi” attendono di vedere, come esplicitamente scrivono nel loro post, “se Virginia Raggi, l’assessore capitolino al bilancio Mazzillo e quello all’urbanistica Berdini ritengono dare un segnale positivo socialmente, politicamente ed economicamente alla vicenda oppure continuare a lavarsene le mani definitivamente“.

Tesi che sosteranno certamente in occasione del Consiglio straordinario, quando si terrà.

A latere c’è, ultima ma non meno importante, la questione viabilità. Il blocco della strada applicato a Ponte Milvio alla congiunzione fra via della Farnesina e via Orti della Farnesina, ha inevitabilmente messo in crisi la viabilità.

Poco risolvono le due uniche soluzioni messe in atto sette giorni dopo il crollo, il senso unico in via Imperiali di Francavilla da via Cassia a via Orti della Farnesina, e l’inversione del senso di marcia in direzione Ponte Milvio in  via Prati della Farnesina, aiutano ma non troppo ad alleviare i disagi in quell’area che rappresenta un nodo vitale per il traffico di Roma Nord.

Visto che i tempi di sblocco non sembrano brevi, urge che vengano prese in seria considerazione le soluzioni votate all’unanimità dal Consiglio del XV Municipio lo scorso 12 ottobre: doppio senso di marcia in via Cassia tra Ponte Milvio e Via Bolsena; doppio senso di marcia in via Nemea; inversione del senso di marcia in via Belloni, a Vigna Clara; libero sbocco su Piazza Giuochi Delfici da via Zandonai.

Infine, inversione del senso di marcia di via Ranuccio Farnese e quello di via della Farnesina da via Farnese fino a Ponte Milvio. Una decisione, quest’ultima, attesa e invocata da anni dai residenti e che andrebbe adottata a prescindere dall’attuale emergenza traffico per porre rimedio ad un macroscopico errore fatto anni fa al quale nessuno, fino ad ora, ha voluto o potuto metterci mano.

Claudio Cafasso

 

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