Home TOR DI QUINTO Nuovo campo rom a Tor di Quinto? Certo che no, ecco perché

Nuovo campo rom a Tor di Quinto? Certo che no, ecco perché

campo nomadi attrezzato
immagine di repertorio
Galvanica Bruni

Gira in questi giorni una voce insistente in merito al nuovo campo rom che il Comune vorrebbe aprirenel XV Municipio o municipi limitrofi“, come da bando datato 14 giugno ma pubblicato sul sito capitolino in data 8 luglio.

Secondo la vox populi, in verità molto poco attendibile, il posto più idoneo sarebbe via del Baiardo, a Tor di Quinto, là dove nel 2012 venne sgomberato definitivamente un “campo nomadi tollerato” – questa l’esatta definizione in burocratese – che vi insisteva da un oltre un ventennio.
Un campo nato a cavallo tra il 1992 ed il 1993 per volontà dell’allora assessore capitolino all’immigrazione che ne ideò la realizzazione per spostare l’enorme accampamento di nomadi che in quegli anni si trovava sul ciglio di viale Tor di Quinto, porta d’ingresso alla Capitale, proprio nell’area in cui dopo alcuni anni si insediò il Gran Teatro.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

Dopo lo sgombero del 5 luglio 2012, la zona, un’area golenale di circa sei ettari sottoposta a vincoli ambientali e paesaggistici, è stata abbandonata a sé stessa e nel tempo è diventata un’immensa discarica abusiva, forse la più grande di Roma.

L’area è demaniale, di competenza della Regione Lazio, e sulla stessa incidono attualmente ben tre indagini della Procura. Questo il primo motivo per cui è difficile, anzi impensabile che un soggetto privato possa farla sua per impiantarvi nel giro di un mese e poco più un campo attrezzato.
Le offerte vanno infatti presentate entro il 22 agosto e la decorrenza  dell’appalto è il primo di ottobre.

Ma questo è solo il primo dei motivi ostativi. L’altro, ex aequo, è la discarica.

Centinaia di tonnellate di materiale edilizio, di mobili, di elettrodomestici, di rifiuti di ogni genere. E poi quintali di amianto abbandonato, la cui rimozione è soggetta a procedure lente e rigorose. Tutto questo materiale sarebbe rimosso fra agosto e settembre dall’AMA, quando è più di tre anni che sta lì, solo per favorire un privato?

Ecco che l’ipotesi della vox populi comincia a perdere ogni minima credibilità e anzi fa sorgere spontanea la domanda: perchè  e su che basi metterla in giro, cui prodest?

Ma non è tutto, c’è dell’altro. Nell’area non c’è illuminazione, non c’è acqua, gas, linee telefoniche, nulla di nulla. Non ci sono strade o viottoli per consentire una “viabilità veicolare interna“, nulla che possa favorire la realizzazione di un campo attrezzato con numerosi “locali ospitanti i servizi igienici comuni” e 120 bungalow “completi di arredi, acqua fredda e calda, luce, gas e servizi igienici e allacci alle reti tecnologiche“.

E non solo, dove sarebbe l’impianto “di raccolta delle acque nere collegato alla rete fognaria comunale” richiesto dal bando?  Non esiste nulla del genere, lì c’è solo il Tevere, sulle cui sponde già oggi abbondano ratti e altri quintali di rifiuti.

Vox populi vox dei? Non in questo caso. Impensabile immaginare che un soggetto privato possa ottenere dal demanio e dalla Procura l’ok all’utilizzo del terreno e dall’AMA la bonifica il tutto poi in un solo mese ed esclusivamente a suo vantaggio. Difficile pensare che sempre nello stesso mese organizzi un centro attrezzato asfaltando sei ettari, creando strade, abitazioni, fogne, il tutto senza disporre di una bacchetta magica.

Resta il mistero del perchè mettere in giro questa voce, far montare lo sdegno dei residenti e creare allarmismo.

E’ invece più plausibile ritenere che a farsi sotto e a presentare un’offerta possa essere qualche campeggio già di norma attrezzato. Solo nel XV ce ne sono quattro i cinque, altrettanti nei “municipi limitrofi”, cioè il XIV e il III.
Ma a Tor di Quinto proprio no, vivaddio via del Baiardo ha già pagato il suo prezzo.  (red.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome