Se ci saranno degli impresentabili fra le centinaia di candidati al seggio di consigliere comunale capitolino sarà la Commissione Antimafia a evidenziarlo. E’ quanto ha reso noto Rosy Bindi, presidente della Commissione, annunciando che presenterà una proposta all’Ufficio di presidenza con l’obiettivo di mettere sotto osservazione le liste dei comuni sciolti per mafia e di quelli che hanno avuto la commissione d’accesso e sono in commissariamento, appunto come Roma.
Sono 1400 i comuni che vanno al voto per più di 150mila candidati. Impossibile controllarli tutti.
“I tempi e gli strumenti che abbiamo a disposizione sono limitati e non ci consentono di fare questo lavoro e qualunque campionamento sarebbe arbitrario” ha spiegato Rosy Bindi sostenendo che “sono proprio le amministrazioni locali il primo varco delle mafie nelle pubbliche amministrazioni, nei rapporti con la politica e anche nell’economia. Quindi il nostro allarme è particolarmente forte. Si va a votare in molte realtà nelle quali le mafie hanno dimostrato di essere luoghi di insediamento”.
“Ho avuto mandato a elaborare una proposta che farà parte della relazione della Commissione e che si caratterizza intorno a questi comuni che non potranno non essere oggetto di valutazioni da parte dell’Antimafia. La mera applicazione del nostro Codice non è sufficiente a fare l’effettiva foto del rischio di infiltrazione mafiosa. Su queste realtà – ha concluso – faremo una relazione che andrà oltre l’applicazione del Codice. Vogliamo acquisire informazioni che vadano oltre il semplice dato giudiziario legato al carico pendente dei reati”.
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Aspettare stanca ha inviatoalle candidate e ai candidati sindaco per Roma la richiesta per una democrazia paritaria nella Città, nei Municipi e nella Città Metropolitana ( quest’ultima dimenticata da tutt*)
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