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Ezio Bosso, da Sanremo all’Auditorium

ezio bosso
Duca Gioielli

Pianista, compositore e direttore d’orchestra, Ezio Bosso è stato uno dei protagonisti indiscussi dell’edizione numero 66 del Festival di Sanremo. L’artista torinese, che lo scorso febbraio ha commosso il pubblico dell’Ariston dando prova di coraggio, sensibilità e (auto)ironia, sta per partire per una lunga tournée che nei prossimi mesi approderà anche all’Auditorium con due appuntamenti: martedì 12 aprile, Sala Sinopoli (il concerto è già sold-out) e sabato 7 maggio, Sala Santa Cecilia (biglietti in vendita qui).

Prima della vetrina sanremese, Bosso – studi precoci, maestri prestigiosi, palchi importanti – era più apprezzato e noto all’estero che non dalle nostre parti. Con tutta evidenza l’invito di Carlo Conti e lo spessore della persona, che da cinque anni convive con la sclerosi multipla, hanno prodotto un effetto dirompente, considerato che parecchie date del tour sono già esaurite prima ancora del debutto. Segno evidente che l’interesse del pubblico per questo artista non si è esaurito nei quindici minuti scarsi della sua apparizione al festival dei fiori.

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All’Auditorium, come negli altri concerti in giro per l’Italia, Ezio Bosso presenterà “The 12th Room“, il suo primo disco solista di pianoforte, un doppio album che contiene dodici brani e una sonata suddivisa in tre movimenti. Secondo Bosso – che nelle tracce e nelle note del suo disco riprende il testo teosofico di Helena Blavatsky – la vita è composta di dodici stanze, nelle quali lasceremo qualcosa di noi e che ci ricorderanno. Di tutte, anche della prima – che è quella della nostra nascita – avremo memoria quando arriveremo nell’ultima, per poi tornare alla prima e ricominciare.

Solo sul palco, con la complicità del suo amato pianoforte dai tasti modificati, resi più leggeri perché ha meno sensibilità nelle dita, Bosso farà parlare la sua musica – che attraversando le dodici stanze troverà amore e sofferenza, gioia e rimpianti, speranze e leggerezza – e chiederà che sia solo la sua musica, e non la sua malattia, a parlare per lui.

E la musica, per citare la sua chiosa sanremese, è come la vita: si può fare in un solo modo. Insieme.

Giovanni Berti

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