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La Villa di Livia a Prima Porta: una bellissima stampa del 1869

stampavilladiliavia
Galvanica Bruni

Cercando fra le immagini che riguardano la zona nord di Roma, in particolare la via Flaminia, mi sono imbattuto in questa bella stampa della Campagna Romana del 1869, con soggetto la Villa di Livia, situata a Prima Porta.

Diverse  incisioni sono state fatte nel tempo con lo stesso soggetto, ma paradossalmente dell’800 non ce ne sono molte proprio perché in quel  periodo incominciava a prendere piede la fotografia che sostituí gradualmente le tecniche di riproduzione  tradizionali.

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La stampa in questione é in relazione all’articolo intitolato La Villa Livia a Roma tratto dal Nuovo Giornale Illustrato Universale; la bellissima immagine ritrae la piana  sotto le sue pendici. Sul lato destro si notano  i famosi muri di sostruzione che contenevano il giardino della residenza; a sinistra, gli stessi che si estendono fino al Borgo di Prima Porta; singolare  l’altezza di questi contrafforti che proseguono quasi al limite della collina in modo molto pi´ evidente di quanto non sia emerso dalle indagini archeologiche di questi ultimi anni.

Stampa Villa di Livia

Riconoscibile  in basso sempre sulla sinistra  la chiesa dei SS. Urbano e Lorenzo con il campanile e il piccolo gruppo di case che caratterizzavano il Borgo e forse, nella parte più alta della Villa, un casale ormai non più esistente.

Il piccolo fiume, in primo piano, è quello che è attualmente ancora visibile, ma molto meno ″romantico″ della versione  bucolica ottocentesca della stampa. Probabilmente il suo corso per esigenze dell’abitato locale è stato spostato negli anni piè internamente alla piana.

L’articolo allegato è interessante anche se breve, per la descrizioni che fa il giornalista del paesaggio e degli avvenimenti storici legati al territorio sul percorso della  antica via Flaminia da Ponte Milvio fino a Prima Porta.

Sarebbe importante sotto il profilo topografico riconoscere con esattezza il luogo da lui descritto: ″…Sul punto dove la pietra segna sette miglia da Roma, la strada si biforca; un ramo di essa dirigesi a sinistra verso la Via Toscana, attraversando quelle rocce, mentre il ramo di destra va a ricongiungersi con la Via Tiberina…″ per capire effettivamente dove iniziasse l’antica Via Tiberina, dato non ancora appurato.

Inoltre il giornalista ricorda che pochi anni prima, cioè il 24 Aprile 1863, ci fu l’importante ritrovamento nella Villa di Livia della statua dell’imperatore Augusto, denominato ″di Prima Porta″, a cura della Commissione Pontificia che seguiva gli scavi, oggi conservato nei Musei Vaticani. Oltre questo,menziona la realizzazione di un rilievo dei famosi dipinti che raffiguravano il giardino della villa nel vano ipogeo, e che presumibilmente fu pubblicato insieme a questa stampa. Sarebbe quindi interessante cercare questo articolo e quindi la raffigurazione grafica mancante, documento sicuramente utile per la storia della villa e dei suoi famosi affreschi.

Andrea Venier e Licia Capannolo

I testi e le immagini contenuti in questo articolo sono di proprietà esclusiva degli autori e non possono essere riprodotti in alcun modo senza preventiva approvazione scritta degli stessi.

Nuovo Giornale Illustrato Universale

Di seguito il testo dell’articolo del Nuovo Giornale Illustrato

LA VILLA LIVIA
VICINO A ROMA

Fuori di Porta del Popolo è il Ponte Molle, costruito sul Tevere, le cui fondamenta furono gettate da Marco Emilio Scauro 700 anni circa dopo la fondazione di Roma, imponendogli il nome di Ponte Miliro. Da quel ponte, volgendoci a destra e passando per la via Flaminia, si giunge assai presto al luogo in cui avvenne la famosa battaglia tra Costantino e Mezenzio. Quindi c’imbattiamo in un ruscello (ora chiamato Valea), origine del Cremero, piccolo fiumicello che è un confluente della riva destra del Tevere. Il piccolo Cremero è anch’esso un monumento storico, che ricorda i trecento Fabii morti sulla riva di quello, arrossandone le onde col loro sangue, combattendo contro gli Etruschi. Ciò avveniva nell’anno 275 dalla fondazione di Roma, e 477 prima di Gesù Cristo.
Quivi, a destra del passeggero, scorre il giallo Tevere “scuotitore del mondo”, e a sinistra innalzansi delle roccie di tufo che pel loro colore erano dagli antichi chiamate saxa rubra, mentre sorgono, dinanzi al fiume i monti della Sabina.
Sul punto dove la pietra segna sette miglia da Roma, la strada si biforca; un ramo di essa dirigesi a sinistra verso la Toscana, attraversando quelle roccie, mentre il ramo di destra va a ricongiungersi colla via Tiberina. Frammezzo alle due strade sorge un’altura che domina il Tevere, e a’ cui piedi vedonsi qua e là parecchie case. Quel luogo è conosciuto sotto il nome di Prima Porta.
Su quell’altura vi sono pure alcune case di stile moderno, appartenenti ad una fattoria. Oltracciò vedonsi, soprattutto a sinistra, le fondamenta di vetusti edifizi, ora demoliti, ma che dovettero essere grandi e possenti. Quivi era la Villa di Livia, sposa dell’’imperatore Augusto. Su quella vetta l’occhio, dai colli Etruschi e dal Soracte che si erge scosceso e solitario come un isola sul mare, spazia tutto all’intorno lungo lo prospettive, magnifiche e per varietà bellissime, dei monti sabini e del monte Albano, seguita il corso del Tevere, e si profonda fra le molteplici maraviglie della Campagna di Roma che non si possono con parole descrivere, ma solo un artista potrebbe col pennello dipingere.
Operando scavi in quel luogo, venne, alli 24 aprile 1863, tratta fuori una statua d’Augusto, che fu giudicata fra le più belle rimpetto alle altre che furono sino ai dì nostri conservate, e che ora è un ornamento del Vaticano. E poco lungi di li fu scoperto un appartamento colorito e fregiato di pitture, nelle cui fresche stanze Livia riparavasi dagli ardori del sole d’estate. La nostra incisione rappresenta metà, di una parete, e può dare un’idea delle decorazioni usate allora: erano prospettive di ville, giardini, ecc.. Sfortunatamente la Commissione pontificia per gli oggetti di antichità si diè poca cura per la, conservazione di quei dipinti, che pur dovevano tenersi per assai importanti. Quindi è che vieppiù deteriorandosi, ogni giorno, ben presto si perderà di loro ogni traccia ; e sarà merito del Nuovo Giornale Illustrato di averne con questa incisione conservato un ricordo.

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