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Giustiniana – cassonetti o barriere architettoniche?

Galvanica Bruni
I contenitori per la raccolta di rifiuti si trasformano in ostacoli insormontabili 

barriere.jpgPregate di conservarvi sempre in buona salute. E soprattutto di non essere mai costretti a percorrere in sedia a rotelle, a causa di un’invalidita’ temporanea o permanente, il tragitto da via della Giustiniana alla omonima stazione ferroviaria sulla via Cassia. Nonostante la buona volonta’ di chi ha fatto rifare i marciapiedi, corredandoli di scivoli e rampe per i portatori di handicap, la situazione e’ infatti drammatica, grazie all’AMA .

Come si puo’ constatare dal nostro servizio fotografico basta percorrere qualche metro per trovarsi la strada sbarrata dagli ingombranti cassonetti dell’AMA, “parcheggiati” sui marciapiedi o in prossimita’ degli accessi agli stessi, creando insormontabili barriere architettoniche.

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 Un disabile che avesse l’ardire di volersi recare in parrocchia, o che desiderasse andare da solo a prendere il treno (in stazione gli ascensori non funzionano quasi mai, ma quella e’ un’altra storia), sarebbe costretto a rinunciare o, in alternativa, a rischiare la pelle procedendo sulla sede stradale. Le conseguenze, specie di sera o quando piove, possiamo prevederle. Le immagina certamente anche il nostro sfortunato amico, che finisce per rinunciare alla sua passeggiata (eppure il dottore glielo aveva detto: “si prenda una boccata d’aria, ogni tanto, che le fa bene”) e a rimanere rintanato, per paura di aggiungere al suo handicap le lesioni di un investimento automobilistico.

Soluzioni possibili? Chiunque non porti ancora i pantaloni corti ricordera’ come, alcuni anni fa, nel rifare i marciapiedi, il Comune si fosse adoperato per creare apposite nicchie per i cassonetti, che ne consentissero la collocazione fuori del marciapiede stesso, senza pero’ invadere nemmeno la sede stradale. Anche alla Giustiniana ce ne sono, ma non vengono utilizzate. I cassonetti, invece, una volta svuotati, sono praticamente scaraventati dai camion automatici nella sede che dovrebbe essere riservata al transito pedonale, talvolta ribaltati o di traverso, rendendo problematico il transito ai normali pedoni, figuriamoci a chi e’ costretto in carrozzina.

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Il perche’ e’ facilmente intuibile. Innanzitutto le nicchie presenti non bastano ad accogliere tutti i contenitori, che sono via via aumentati di dimensioni e di numero. Inoltre, se l’operatore “umano” che scendeva e agganciava a mano il cassonetto al camion poteva avere la pazienza e la voglia di riposizionarlo nello spazio apposito, i bracci meccanici dei nuovi camion sono assai meno precisi e “scrupolosi”. Siamo nel ventunesimo secolo, pero’, e siamo certi che sia possibile trovare una soluzione non eccessivamente costosa che renda i marciapiedi percorribili da tutti, incluso chi e’ colpito da un handicap motorio. Che si tratti di aumentare le nicchie e insegnare ai conducenti dei camion della raccolta a “centrarle” o di qualcos’altro, l’importante e’ fare si al più presto che il nostro amico disabile, le passeggiate, smetta di sognarle dal balcone di casa sua.

Marco Modugno

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