Home ARTE E CULTURA Roma – il San Giacomo forse non potrà essere venduto

Roma – il San Giacomo forse non potrà essere venduto

Galvanica Bruni

ULTIM’ORA : Il testamento del Cardinale Salviati ritrovato da Francesca Di Castro. Il documento impedirebbe la dismissione e la vendita del S.Giacomo

san-giacomo.jpgChi in questi giorni si sta battendo per il mantenimento in vita dell’Ospedale di San Giacomo lo fa  sulla base di supposte disposizioni testamentarie del Cardinale Salviati, note ma non documentate. Ma pochi minuti fa Francesca Di Castro, vice presidente dell’Associazione Roma Tiberina e non nuova a ritrovamenti “impossibili” in archivi polverosi, ci ha informati di aver reperito in queste ore la documentazione relativa al “testamento del Cardinale Salviati” con altri documenti attinenti alla donazione e alle clausole che la vincolano. Siamo lieti di pubblicare in esclusiva ed in anteprima la notizia e di comunicare che domani, mercoledì 15, alle 11.30 nella sede di Italia Nostra in via dei Gracchi 187, in conferenza stampa saranno mostrate le copie dei documenti originali risalenti al 1593, 1602, 1610, 1712, che confermano il vincolo esistente sull’Ospedale di San Giacomo.

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Ciò apre nuove prospettive sul destino della struttura e del personale dipendente, e dà nuova speranza agli abitanti del Centro storico di continuare ad usufruire del servizio sanitario indispensabile (Unità Coronarica Intensiva, Centro Dialisi, Pronto Soccorso ecc.) grazie appunto a Francesca Di Castro ed al ritrovanto testamento del Cardinale Salviati il quale, nel 1584, dopo aver provveduto all’ampliamento della struttura preesistente (l trecentesco “ospedale degli incurabili” voluto dai Colonna) lasciò gran parte delle sue proprietà familiari come rendita per il mantenimento del nosocomio e del palazzo che lo ospita a condizione che il fine istituzionale della struttura non fosse mai mutato.
È quindi evidente che la “vendita” del palazzo sito tra via Canova, il Corso e via Ripetta, e la sua trasformazione in albergo di lusso costituirebbero una “variazione d’uso” contraria agli scopi istituzionali dell’Ospedale, nato per beneficenza e in funzione da settecento anni, scopi voluti immutabili dal testamento.
Gioielli architettonici e capolavori artistici come la Cappella di Santa Maria in Porta Paradisi e la Sala di Anatomia forse potranno non trasformarsi più in pub o reception, forse l’Ospedale potrà ancora essere salvato, o quanto meno la sua struttura potrà continuare ad essere utilizzata a scopi sanitari e il bene architettonico-storico-culturale che lo contiene potrà continuare ad essere proprietà di tutti i Romani e non fruizione di facoltosi turisti.

francesca-di-castro.jpgFrancesca Di Castro è consulente ambientale e membro dell’AIAPP (Associazione Italiana Architetti del Paesaggio).
Saggista e amante della storia di Roma, vive a due passi da Ponte Milvio, è Vice Presidente della Associazione Culturale Roma Tiberina, Vice direttore della rivista mensile “la Fiera Tiberina” e redattrice della rivista culturale “l’Urbe”. Nel 2006 ha pubblicato il libro “Via Margutta. Cinquecento anni di storia ed arte” per le Edizioni Kappa.

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11 COMMENTI

  1. Sono contenta per le persone che ci lavorano e per i malati essendo il San Giacomo per i malati un polo ospedaliero molto importante, chi si attacca ovviamente sono i ben pensanti della vendita….. o meglio come si dice a Roma “mo s’attacano…”

  2. Brava Francesca, lei fa onore a Roma e alla sua storia di arte e solidarietà!
    Ricordia a tanti che in quell’ospedale hanno operato, tra l’altro, personaggi del calibro di San Filippo, San Camillo, San Ignazio e San Gaetano…, mica gente che pettinava le bambole!!!

    Se lo Stato non vuole più un suo ospedale, restituisca l’immbile e si crei un gruppo (una fondazione) che assicuri un presidio medico per i più poveri!!!

  3. Non capisco come in questo paese non si riesca a “capire”!
    Come la puntata di AnnoZero di ieri sera che è sembrata surreale.
    I giovani non hanno futuro ed è vero: senza essere catastrofisti nessuno pare rendersi conto che per almeno i prossimi dodici mesi il meno che ci potrà capitare è una caduta libera dei posti di lavoro ed una disoccupazione che crescerà a livelli esponenziali!

    50 anni di regime democristiano hanno reso il nostro il paese dei balocchi in cui a chiunque è stato consentito di trastullarsi con giochini garantiti. I piu furbi o i piu LADRI
    di giochini da trastullo ne hanno avuto piu di uno.
    I vent’anni successivi – dopo il sussulto di tangentopoli – non hanno fatto altro che
    sofisticare il sistema senza intaccarlo di un ette.
    E così l’illegalità diffusa in tutti gli strati sociali non consentirà mai a questo paese di essere un paese civile, e gli interessi di pochi previlegiati o quelli corporativi di categorie ultraprotette prevarranno sempre.
    .
    La Sanita’ nel Lazio grazie alle ruberie di questi LADRONi costa a tutti noi, a me a te alla collettività, una enormità. Non parliamo del debito pubblico cioè di quel debito cumulato
    per consentirci i trastulli di cui sopra.
    Ed allora, pur omaggiando l’opera meritoria dell’esperta amante di Roma, penso che sia ora di PIANTARLA con le resistenze pilotate: nel giro di meno di 1 km ce ne sono tre di ospedali piu grandi piu moderni piu efficienti. Non bastano?

  4. Allo sconosciuto che parla di “resistenze pilotate”, insultando l’impegno e la passione “gratuiti” di chi combatte per la “nostra” Roma, risponderò in pubblico alle 17,30 alla Galleria Mercato.

  5. Dott. Bari , lungi da me aprire qualsiasi polemica.
    La riconosco come stimato “combattente” per le cause Romane.

    Ma forse non mi sono spiegato bene , magari ci riprovo.
    Non discuto che dietro la dismissione dell’ospedale possano poi spuntare i soliti squali palazzinari , coadiuvati magari da qualche potere più o meno forte.
    E qui c’è tutto l’appoggio che merita la questione relativamente alla salvaguardia dei beni cittadini.

    Quello che francamente non capisco , è la forzata opposizione a tagli di spese inutili.
    Chiaro che a tutti farebbe piacere avere l’ospedale a due passi , così come la scuola , il posto di lavoro, la fermata del bus o metro, la farmacia e via dicendo.

    Con questa ed altre logiche abbiamo moltiplicato una serie di “servizi” che poi si sono ritorti contro.

    Nessuno però ha confutato le cifre dell’ospedale , ossia 180medici e paramedici per 170posti letto piuttosto che 4dipendenti per malato.
    Ma questo fa il paio con il numero dei professori universitari : 1 ogni 20 studenti !
    Io ricordo aule gremite da centinaia di studenti con un docente che molto spesso era un assistente e magari mentre il professore titolare operava o “consulentava” altrove.
    Decine di corsi di laurea con 1 iscritto.
    Centinaia di distaccamenti universitari creati solo per compiacere alle baronie.
    Od ancora , gli esuberi dell’alitalia , da sempre serbatoio di clientelismo.
    Da tutti detto e verificato salvo poi scandalizzarsi se per rimetterla in piedi si deve procedere a qualche dolorosissimo taglio.
    Le Asl verranno a breve ridotte a 3 dalle circa 20 attuali.
    Che facciamo , protestiamo pure per questo ?
    Senza parlare degli esuberanti ( come numero ) bidelli che manco debbono ( e vogliono ) pulire, lasciando questo compito alle solite ditte esterne. Che costano , ci costano.
    Vogliamo tralasciare poi i forestali calabresi , le comunità montane , gli enti gestori solo di se stessi eccetera eccetera e molto eccetera.

    Abbiamo vissuto e soprattutto abbiamo creduto – a mio avviso – di poter vivere a lungo , quasi per sempre aldisopra delle nostre possibilità economiche.
    Abbiamo vissuto o meglio , ci hanno fatto vivere , sul filo di un agiato rasoio.
    E’ bastato uno starnuto , magari pure grosso , non discuto , a far traballare tutta la baracca.
    Costringendo per forza di cose a tagliare d’un colpo quello che poteva essere fatto nel tempo e con calma.
    Siamo dovuti arrivare al fallimento alitalia , alla bancarotta sanitaria per cercare di sanare le situazioni.
    Se vuole , un po’ come l’immigrazione.
    Abbiamo fatto entrare tutti senza preoccuparci a centinaia di migliaia, senza regole e controllo.
    Salvo poi accorgersi ora che tutto ciò crea degrado e strisciante ostilità , comunemente detto razzismo.
    Non potevamo essere più accorti prima ?
    Però , meglio tardi che mai.
    Anche se a queste operazioni ci siamo arrivati per costrizione e non per scelta mirata.

    Per ultimo , non trovo corretto nè che vengano portati ed indottrinati con cori e slogan , bimbi di -6-7anni, nè che vengano messi davanti alle manifestazioni , malati ( anzi ex-malati ) che comunque non saranno un domani lasciati a morire.

    Un saluto e lotta agli speculatori , comunque

  6. Sono d’accordo su tutto, tranne che sulla faccenda san Giacomo, che imporrebbe comunque la denuncia per chi ha speso tutti quei soldi sapendo che erano persi in anticipo: quelli sono approfittatori che hanno intascato tangenti, e che andrebbero condannati a risarcirli.
    Sulle dimostrazioni, non ne so, ma d’altra parte anche nel famoso quadro di Fattori del I maggio c’è l’immagine emblematica della donna col pupo in braccio: ognuno usa i mezzi che può, e meglio così che con le bombe o le bastonate.
    Sui motivi che contestano la chiusura dell’Ospedale ci sono valanghe di scritti, consultabili tutti sul web senza bisogno di andare alle conferenze: se non sono convincenti quelli (che confermano le mie conoscenze e le mie convinzioni) ognuno resti della sua idea, senza per questo deprezzarsi a vicenda, nell’ambito della libertà di opinione e del rispetto personale.
    Tanto, si tratta di uno sporco affare, e non credo che la chiusura dell’Ospedale porterà un qualsiasi risparmio. Se così fosse, comunque, noi cittadini non ne vedremmo neanche un centesimo. Nessuno di noi!
    La lotta agli speculatori, almeno da parte mia e di qualcun altro, continuerà sempre, nonostante qualche segnale di “avvertimento”, e anche se qualcuno potrà pensare che siano “resistenze pilotate”.

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