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Marciapiedi fai-da-te: Torquati replica al Comitato Abitare Ponte Milvio

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faidate240.jpgSul tema dei famosi marciapiedi fai-da-te di via Flaminia a Ponte Milvio, accusando la Giunta del XV Municipio di indolenza il Comitato Abitare Ponte Milvio c’è andato giù duro. Poteva mancare la replica di Daniele Torquati, presidente del XV? No, non poteva mancare.

Il Comitato aveva infatti accusato la Giunta di indolenza, di non volersi occupare-preoccupare dell’esito del ricorso al TAR da parte dei due esercenti di via Flaminia contro l’ingiunzione di rimozione dei due marciapiedi fai-da-te la cui storia abbiamo riassunto nel nostro precedente articolo (leggi qui).

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TAR che, con sentenza dell’8 agosto, ha respinto i due ricorsi dando ragione all’amministrazione municipale: quei due strapontini vanno rimossi perchè, come in tempi non sospetti rimarcato dalla Polizia Municipale e dal Dipartimento capitolino alla Mobilità, essi “hanno ridotto i già pochi posti auto” e costituiscono “un ostacolo al deflusso delle acque meteoriche”.

Sentenze che il Comitato Abitare Ponte Milvio ha stampato e consegnato brevi manu agli amministratori del XV visto che, secondo quanto sostiene il portavoce Paolo Salonia, “per loro sembrava troppo difficile farlo”.

La replica di Daniele Torquati

In una lettera aperta affidata a VignaClaraBlog.it, Daniele Torquati così risponde.

“Caro Paolo Salonia e tutto il Comitato di quartiere Abitare Ponte Milvio, nel ribadire – semmai ve ne fosse bisogno – l’impegno di questa Amministrazione sul tema sollevato, credo sia bene premettere il rammarico che accompagna questa mia lettera aperta per i toni e le argomentazioni apparse nell’articolo pubblicato su VignaClaraBlog.it il 3 settembre. Toni e argomentazioni che lasciano intendere – a torto – inerzia amministrativa e superficialità politica”.

“Nel ribadire la totale disponibilità di questa Amministrazione, come del resto più volte dimostrato, vorrei infatti ricordare al Comitato, e ai cittadini e alle cittadine di Ponte Milvio, che con direttiva n. 2 del 23 aprile 2014 questa Presidenza ha disposto con mia firma la revoca alla concessione dei cosiddetti marciapiedi fai-da- te, assumendomi io stesso le conseguenze di tale provvedimento. Provvedimento che, come noto, ha causato la prevedibile reazione di impopolarità e la protesta di quanti avevano, fino a quel momento, beneficiato della Direttiva disposta dalla precedente Amministrazione municipale.”

“Ci tengo a precisare – sottolinea Torquati – come ho avuto modo di fare in altre occasioni, che tale scelta non è stata presa contro qualcuno o qualcosa, ma è stata una scelta motivata da una convinzione maturata nel tempo: la precedente direttiva era a nostro avviso iniqua nei confronti degli esercizi commerciali e le opere cementizie non removibili sottraevano posti auto ai residenti, deviando peraltro anche i percorsi di raccolta delle acque piovane.
Quanto fatto inoltre, insieme al senso unico di marcia di via Riano, è andato nella direzione di recepire le richieste e le esigenze dei cittadini ed in particolare dei residenti di Ponte Milvio e delle vie limitrofe per riportare alla normalità la viabilità di una zona già fortemente condizionata dalla movida notturna. Movida che, tra l’altro, è stata anche oggetto di discussione del primo tavolo per l’ordine e la sicurezza del XV Municipio che ha promosso ulteriori controlli integrando i servizi già in essere.”

“L’iter del ricorso al TAR poi merita ulteriori precisazioni, essendo la ricostruzione dei fatti palesemente inesatta” sostiene Torquati spiegando che “non si comprende davvero l’arcano motivo per cui quest’Amministrazione, dopo avere tempestivamente provveduto alla revoca della concessione delle Occupazioni di Suolo Pubblico in questione, si sarebbe disinteressata dell’iter del ricorso intentato contro quello stesso provvedimento, assunto con quello spirito d’iniziativa e quel senso di responsabilità sarcasticamente sottolineati da Salonia nella sua singolare quanto veemente invettiva.
Questo Municipio invece è stato ufficialmente notiziato dall’Avvocatura Capitolina in merito al felice esito del ricorso in questione con nota prot. RF n. 67679 del 01/09/2015, come è normale che sia, in data successiva all’avvenuta pubblicazione della relativa notizia sul sito del TAR.”

“Tale ultima circostanza ha consentito al Comitato Abitare Ponte Milvio di apprendere l’esito del ricorso in un momento antecedente alla comunicazione dell’Avvocatura. Come Amministrazione peraltro restiamo in attesa di sapere se i ricorrenti, soccombenti in primo grado a fronte di provvedimento che è allo stato pienamente efficace e valido, intendano presentare appello al Consiglio di Stato.”

“Nel ringraziare Salonia, anche a nome dell’Avvocatura Capitolina, per la solerzia dimostrata, rappresento che ci risulterebbe, tuttavia, ancor più gradito un atteggiamento più realistico e collaborativo che in passato è stato dimostrato, di maggiore considerazione e di rispetto verso quell’Amministrazione che si è resa artefice del ripristino di una misura di legalità avallata dal TAR proprio con quelle sentenze che il Comitato si sente invece in diritto di sventolarci sotto il naso.”

“Restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento o azione si voglia intraprendere per il bene del nostro territorio e la qualità della vita dei nostro residenti ma rimaniamo dell’antica idea – conclude Torquati – che i confronti, legittimi, con le Amministrazioni locali abbiano senso se avvengono viso a viso e non tramite la stampa”.

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6 COMMENTI

  1. Ritengo più che legittima ed appropriata al ruolo che ricopre chi la firma, la lettera che Daniele Torquati, Presidente del XV, ha voluto gentilmente indirizzare a me e al Comitato del quale sono il portavoce.

    Non era mia intenzione, né del Comitato che rappresento, offendere il Presidente Torquati e la sua Giunta, né tanto meno aprire una inutile polemica, con il rischio – tra l’altro – di incrinare inutilmente gli ottimi rapporti di dialogo costruttivo fatto crescere, con alterne vicende, in questi anni.

    Evito, quindi, di aggiungere precisazioni.

    Mi permetto solamente di fare due considerazioni.

    La prima relativa al fatto che probabilmente sarebbe stato politicamente più forte revocare drasticamente l’iniqua “direttiva Giacomini” e immediatamente intervenire con la demolizione dei “marciapiedi fai da te”, assumendosene tutto il rischio politico (e amministrativo) conseguente.
    E non limitarsi alla revoca di concessione OSP che, comunque, ha sempre provocato due riscorsi.

    La seconda considerazione riguarda “la ricostruzione dei fatti palesemente inesatta” che sarebbe stata scritta nel mio intervento del 3 settembre.

    Nell’intervento ho semplicemente ricostruito l’iter delle sentenze del TAR mediante le date in cui si sono attuate le successive azioni e formalizzazioni.
    Aggiungendo quanto, in diverse occasioni, era emerso durante nostri incontri con l’Amministrazione.

    Nessuno ha mai negato che il “Municipio invece è stato ufficialmente notiziato dall’Avvocatura Capitolina in merito al felice esito del ricorso in questione con nota prot. RF n. 67679 del 01/09/2015, come è normale che sia, in data successiva all’avvenuta pubblicazione della relativa notizia sul sito del TAR”.

    Il punto è un altro, e ancora una volta “politico”.

    Non intendo trattare, infatti, solo di questioni formali, ma preferisco sollecitare, come Comitato, la Giunta e il Consiglio tutto con fatti sostanziali.

    E, in questo senso, ha destato in noi non poca perplessità la circostanza che l’Amministrazione non avesse notizie anche se informali già all’indomani delle sedute nelle quali il TAR, nel mese di marzo, aveva trattato gli argomenti.

    Anche noi praticamente non comprendendo “l’arcano motivo per cui quest’Amministrazione, dopo avere tempestivamente provveduto alla revoca della concessione delle Occupazioni di Suolo Pubblico in questione” si disinteressava “dell’iter del ricorso intentato contro quello stesso provvedimento”.

    Così come ci ha meravigliato il fatto che, alle nostre continue richieste poste “viso a viso e non tramite la stampa” di informazioni altrettanto informali ci venisse sempre ed immancabilmente risposto in maniera vaga ed elusiva, sostenendo che “non si riusciva ad avere notizie”.

    Senza citare l’episodio di quando, in uno dei nostri incontri ufficiali, si verificò una circostanza di visibilissimo imbarazzo a fronte della ammissione fatta da un consigliere essere noto l’esito favorevole all’Amministrazione delle due sentenze.
    Ammissione prontamente ridimensionata e ritrattata dopo un altrettanto visibilissimo giro di occhiate.

    Insomma, il Comitato Abitare Ponte Milvio, su questo delicatissimo tema come sugli altri, desidererebbe che questa Amministrazione dimostrasse di essere sempre pronta sulle diverse situazioni, mediando le necessità dell’attenzione dovuta al rigore delle formalità e tempistiche amministrative con l’intuito e la prontezza della azione politica, tesa a prevenire e a predisporsi in modo di essere già organizzata sulle soluzioni quando queste possono essere operativamente agite.

    Anche io, personalmente e come Comitato, ringrazio il Presidente Torquati per l’attenzione che ci ha voluto dedicare e per la pubblica risposta, ulteriore testimonianza della chiarezza dei rapporti che abbiamo instaurato.

    Ribadisco che non ci è stata nessuna intenzione persecutoria, né tanto meno denigratoria nei confronti del Presidente, della Giunta e del Consiglio e del loro operato.

    Evidentemente svolgiamo due ruoli differenti e il nostro compito, come Comitato, è ben diverso da quello di chi amministra, viceversa essendo il nostro quello di controllare costantemente, chiedere, sollecitare, in qualche misura svincolati dalle rigidità formali e burocratiche così come dalle tempistiche amministrative, anche se doverosamente consapevoli delle stesse.

    Questo, sempre e comunque, nel reciproco rispetto e nelle possibili forme di collaborazione.

    Concludo esprimendo la fiducia, che traggo dalle parole del Presidente Torquati, per una vicinissima e drastica soluzione del problema con la prossima eliminazione degli insostenibili “marciapiedi-fai-da-te”.

    Paolo Salonia, Portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio

  2. e quindi che si fa? si attende il eterno il ricorso al consiglio di stato? ci sono dei termini entro cui questo va presenatato…

  3. …comunicati, repliche, contro-repliche, direttive, ricorsi, contro-ricorsi, … è il solito teatrino della politica del “dire” e “non fare”….
    Mi attengo solo ai fatti:
    1) il Presidente aveva detto che “uno dei primi atti ” sarebbe stato la rimozione dei marciapiedi;
    2) i marciapiedi, dopo più di due anni sono ancora lì….
    Il resto sono solo chiacchere !!!

  4. Gentile Salonia, che pazienza !!!
    Da più di due anni aspettate che vengano (giustamente) rimossi e ancora riesce a “trarre fiducia dalle parole…” ?
    Dopo tutto questo tempo non sarebbe meglio trarre fiducia solo dai fatti…. o no ??

  5. Buonasera,
    gentili concittadini, io abito proprio di fronte ad uno di questi marciapiedi fai da te ed ho pertanto seguito con interesse e partecipazione tutta la vicenda. Naturalmente anche a me sarebbero piaciuti tempi brevi, ma dopo aver studiato i documenti di riferimento, ossia la direttiva del 18 marzo 2011 n. prot. 14948, con cui la Giunta presieduta da Giacomini consentiva la creazione di queste basi cementizie; la delibera 75/2010 emanata dal Consiglio Comunale e relativa alla regolamentazione della Concessione di Occupazione Spazio Pubblico, devo francamente rilevare che questi tempi lunghi sono stati necessari ai sensi della vigente normativa. Ne approfitto solo per sottolineare che i posti auto (una decina circa) sottratti dalle basi cementizie e relativi dehors non comportano uno svantaggio solo per i residenti, ma anche e soprattutto per tutti quei concittadini che non risiedono nella zona, ma che lecitamente e comprensibilmente ne fruiscono per l’esistenza dei locali che rendono l’area movimentata e vivace. Se inoltre il Municipio per il comprensorio di Ponte Milvio adottasse celermente la sosta tariffata, come peraltro previsto dal Piano Generale del Traffico Urbano, compenserebbe ampiamente la mancanza di introiti derivante dalla mancata concessione di occupazione della carreggiata da parte di questi “marciapiedi fai da te” e ciò senza più compromettere l’uso pubblico di quest’area a vantaggio del privato.

  6. Ah, cosi hanno concesso i marciapiedi per fare cassa ?!

    Stupido io a pensare che l’abbiamo fatto per acchiappare voti!

    Se volessero fare cassa basterebbe applicare il piano di massima occupazione del suolo e far rispettare le leggi sui locali e la circolazione stradale.

    20 rimozioni al giorno sono 4.000 Euro al giorno ovvero x 200 giorni 800.000E, ci pagherebbero l’intera spesa del municipio e se ne avvantaggerebbero 186.00 persone!

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