Home ATTUALITÀ Flaminia, tutto pronto per il “Memorial Mario Delle Cave”

Flaminia, tutto pronto per il “Memorial Mario Delle Cave”

Duca Gioielli

mario240Dal 5 al 7 settembre gli impianti della Stella Azzurra di via Flaminia, 867 ospiteranno la quarta edizione del “Memorial Mario Delle Cave”, un doppio torneo di basket (e non solo) riservato alle categorie Under 14 e Under 18 e dedicato al ricordo del playmaker stellino tragicamente scomparso nel 2011 all’età di diciotto anni.

Dodici formazioni, ventidue incontri, una partita di otto ore aperta a tutti e un clinic per allenatori: questo, in estrema sintesi, il programma della manifestazione cestistica e della festa di tre giorni intitolate alla memoria di Mario Delle Cave, la giovane promessa del basket – il numero 8 che regalava magie, il ragazzo energico, caparbio e sorridente – che il 7 settembre 2011 perse la vita in un incidente stradale avvenuto in viale Tor di Quinto.

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Alle ore 9.30 di sabato 5 settembre, con il match Stella Azzurra – Eurobasket, scatterà la competizione riservata alle U18, mentre i giovanissimi dell’U14 si daranno battaglia a partire dalle 16. Anche domenica 6 la prima gara della splendida arena al coperto “Altero Felici” comincerà alle 9.30 e l’ultima alle 20.30, mentre alle 15 avrà inizio “l’8 x l’otto”, la partita di otto ore che, con continui avvicendamenti, coinvolgerà sull’adiacente campo all’aperto chiunque voglia ricordare Mario anche solo con qualche palleggio e un paio di tiri al canestro.

Lunedì 7 settembre si disputeranno le finali, che saranno inframmezzate alle 13 da un clinic per allenatori, che sarà tenuto da Guido Saibene, tornato quest’anno sulla panchina della Virtus Roma.

A COLLOQUIO CON GERMANO D’ARCANGELI

Nato a Roma il 3 novembre 1969, insegnante di basket e figura paterna per i ragazzi che allena, Germano D’Arcangeli – capo allenatore DNB, U20 DNG e U18 Eccellenza – è il responsabile del settore giovanile della Stella Azzurra. Coach fra i più stimati a livello nazionale, allenatore di Mario Delle Cave nella U15, nella U19 e in Serie B Dilettanti, in questa intervista con VignaClaraBlog.it D’Arcangeli ricorda la personalità e la breve ma assai promettente carriera del numero otto della Stella scomparso quattro anni fa.

Germano, ci racconti il tuo primo incontro con Mario? Di lui si parlava già molto come di un piccolo fenomeno in città: ho avuto modo di vederlo in qualche gara in giro e certamente si notava subito che era più pronto degli altri e con un coraggio fuori dal comune nell’affrontare certe situazioni tecniche, per esempio, in area, in mezzo ai giganti.

Il nostro primo incontro è avvenuto ai palloni tensostatici della Secura: la Stella avrebbe giocato da lì a poco una gara della B e lui, mentre ci riscaldavamo, si è seduto accanto a me che ero in panchina. Dopo un mio approccio goffo, sapendo chi era lui, gli domando se vuole venire a giocare con la Stella, con la squadra della B che si sta riscaldando, e lui – con un sorriso fantastico – mi risponde: “ah bbello, questi sò troppo scarsi pe’ me!!!”

Mario fu determinante nella vittoria del campionato regionale U15 del 2008: cosa ricordi di quel torneo? Ricordo come se fosse adesso il suo ultimo canestro in finale: allo scadere, dopo aver commesso un fallo in attacco non fischiato, e lui che sorride come Titti con gatto Silvestro! Ricordo anche che abbiamo perso una sola gara in tutta la stagione e che lui in quella settimana ci ha tenuto il muso perché secondo la sua opinione non avevamo fatto di tutto per vincere!

L’anno successivo arrivò il titolo con l’U17: come stava crescendo il ragazzo? Mario è cresciuto ogni giorno alla Stella Azzurra, anche nel suo ultimo giorno aveva fatto delle scelte che erano il segno di una crescita esponenziale!

Nel 2010 Mario ebbe un infortunio alla spalla che lo tenne fuori dal campo per 4 mesi: come reagì? Male, come tutti quelli che si fanno male! In questo non era diverso o santo, anche perché la spalla era recidiva e l’infortunio lo avrebbe tenuto un’altra volta lontano dai campi in un periodo importante per il basket, quello delle finali nazionali giovanili.
Quei quattro mesi sono stati durissimi per lui e per noi, considerata anche la quantità di improperi quotidiani! Ma è tornato più forte e sicuro di prima, oltre che raddoppiato nelle dimensioni. Con le unghie e con i denti si era ripreso tutto e anche con gli interessi!

Poi ci fu la tournée negli USA con la Nazionale U18: cosa ti raccontò di quell’esperienza? A Mario non sono mai piaciuti gli americani, le “americanate” o… un certo modo di fare che a loro e al mondo dei college viene ricondotto. Ma al ritorno.. gli occhi, i racconti, le parole  e i brividi! Non lo avevo mai visto così!!! Il campo di North Carolina, il viaggio con Marco Laganà, (che oggi gioca in serie A con Cantù), il cibo, gli aerei… insomma una tempesta di sensazioni! Aveva cominciato a “volare”: le stesse sensazioni che avevo trovato anni prima fra le pagine de “Il Gabbiano Jonathan Livingston” di Bach!

Quali erano i suoi sogni alla soglia dei 18 anni? Una famiglia, una sua famiglia, e poi imparare bene l’inglese, vincere uno scudetto, la patente…insomma, niente di particolare. Mario non ha mai avuto obiettivi grandi, distanti nel tempo o irraggiungibili: il suo sogno è sempre stato “la quotidianità”, era pratico, il più pratico di tutti!

Cosa ricordi di quel 7 settembre 2011? Tutto… ero lì…per uno strano caso del destino, ero lì… non lo dimenticherò più. Il tempo mi sta solo “abituando” all’idea, ma né lui né quel giorno potranno mai essere dimenticati e, credimi, non c’è niente che può essere “ricordato” di quel giorno. Se non ti dispiace preferisco non parlarne…

Dici che tante volte sei stato un allievo di Mario: cosa ti ha insegnato e cosa ha lasciato agli altri ragazzi? Il sorriso, sorridere nelle varie sfumature. Qualche volta anche beffardamente, alla vita. E poi il rigore, la disciplina, la volontà… grandi lezioni. Ha dato senso alla mia vita e alla parola RESILIENZA..è stato ed è ancora un esempio per i miei figli.

 

UNO-CONTRO-UNO

Questa poesia la dedichiamo a Mario, ai ragazzi, alle ragazze e allo staff della Stella Azzurra.

Prendi il tuo bagaglio e il tuo pezzo di cielo,
e un milione di frammenti di splendore,
dispersi dall’ingiustizia del mondo,
si ricompongono in un sorriso
e in una palla arancione nel cesto,diventano il momento in cui
il cerchio di ferro viene scansato
e la retina sussurra.

E il grido che senti crescere,
dentro e dalle bocche dintorno,
e la voce che ascolti, leggero,
come nel sogno di un altro,
sono il tuo prossimo movimento,
la strategia e l’istinto,
i passi frenetici e un arresto improvviso
sul parquet che scintilla
del sudore e della gloria,
di una possibilità sempre nuova.

Ma a settembre
il sole è una fornace impietosa
e l’azzurro del cielo ferisce lo sguardo,
il rosso-il verde-l’arancione,
il rosso-il verde-l’arancione,
il rosso-il verde-l’arancione,
le lancette si fermano, incredule,
e all’improvviso rimbomba cupo il silenzio,
e i giovani platani imparano le lacrime.

Listoni di legno o asfalto rovente,
sotto travi imponenti o nuvole innocue
fai rimbalzare la palla arancione
e ti guardi in giro, con calma,
poi un gesto abituale e una nuova sfida:
uno-contro-uno, per sempre,
e il cerchio di ferro deve restare zitto
e la retina frusciare di nuovo,
perché solo così gli occhi sorridono ancora.

Per il programma completo della quarta edizione del “Memorial Mario Delle Cave” si può cliccare qui, mentre per leggere tutti i nostri articoli riguardanti Mario e la Stella Azzurra si può cliccare qui.

Giovanni Berti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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