Home ARTE E CULTURA Un libro per l’estate, la lunga notte di Berlino

Un libro per l’estate, la lunga notte di Berlino

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A Berlino, come nel resto della Germania e in gran parte dell’Europa, è scesa la lunga notte del nazionalsocialismo. Mentre c’è chi oppone la sua piccola ma significativa ribellione, qualcun altro, fra le macerie della città, percorre fino in fondo la propria strada: oggi vi consigliamo “Ognuno muore solo” di Hans Fallada e “Un requiem tedesco” di Philip Kerr.

Ognuno muore solo, Hans Fallada
(740 pagine / Sellerio Editore € 16.00)

La citazione: Sì, e poi ci ammazzeranno, e a cosa sarà servita la nostra resistenza?  A noi sarà servita molto perché sentiremo di esserci comportati fino alla fine in modo decente.

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Nel 1940 la macchina spietata e sanguinaria del nazismo funziona a pieno regime, travolgendo tutto e tutti. A Berlino, all’ombra della grande storia e della guerra, in mezzo ai tormenti e alle privazioni, fra crimini e soprusi, un microcosmo di personaggi incrocia le rispettive strade.

ognuno-muore-solo.jpgC’è chi tenta di approfittare della situazione e chi la subisce, chi prova a risollevare la propria sorte e chi va allo sbando, chi interpreta il suo ruolo di carnefice e chi vuole diventarlo. E, poi, ci sono quelli che non sono d’accordo, che si oppongono e, in tal modo, conservano la propria umanità.
La loro ribellione – piccola, silenziosa, individuale – è ben poca cosa (possono, forse, due persone fermare l’abominio?), ma, in definitiva, è tutto: è la loro riconciliazione con la propria anima, è un esempio e un lascito prezioso per l’umanità intera.

“Ognuno muore solo” è un romanzo corale e asciutto, senza eroi, senza retorica, senza eventi altisonanti; è un’opera in cui quella macchina infernale, fra l’altro, finisce per stritolare non solo i “corpi estranei” ma anche i suoi stessi ingranaggi.

Bello, vero e struggente, il libro può essere accostato – con le dovute differenze stilistiche e di contenuto – a “La storia” di Elsa Morante e “Suite francese” di Irene Némirovsky.

Un requiem tedesco, Philip Kerr
(413 pagine / Passigli Editore € 16.50)

La citazione: Come avete potuto permettere che una cosa simile potesse andare avanti? Forse, almeno per diverse generazioni, quando gli uomini di altre nazioni ci guarderanno negli occhi, sarà sempre con questa domanda impressa nel cuore.

un-requiem-tedesco.jpgLe macerie materiali e spirituali della Germania, la colpa individuale e la colpa collettiva, il processo di denazificazione, il mercato nero e la miseria, lo spionaggio e il contro-spionaggio: questi gli ingredienti di “Un requiem tedesco”, articolato capitolo conclusivo della trilogia noir che Philip Kerr dedica alla capitale del Terzo Reich. Ambientato fra il 1947 e il 1948 a Berlino e a Vienna, questo appassionante romanzo propone una trama complessa che si nutre di situazioni inventate innestate magistralmente su vicende reali, rispetto alle quali tutti fanno il doppio o, addirittura, il triplo gioco, tranne il protagonista.

Investigatore privato ed ex poliziotto, Bernie Gunther, nonostante le sue ombre e i suoi fantasmi, non si allontana mai dalla strada oscura e piena di tormenti della colpa personale per annacquare le proprie responsabilità in un’evanescente e inafferrabile colpa collettiva.
Cinico e sentimentale, sincero e caustico, il detective berlinese – nella cui indole si scorgono alcuni tratti di Philip Marlowe – è testimone dei propri tempi e non cerca giustificazioni di comodo.

Alla prossima volta e, se vi siete persi le recensioni precedenti, potete cliccare qui.

Giovanni Berti

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