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Tor di Quinto, catene e lucchetti al Ciak Village

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ciak2401.jpgLo spazio culturale gestito da alcuni anni dalla regista Donatella Baglivo questa mattina è stato di fatto “espropriato” dalla ditta incaricata dal Comune di Roma. Prima lo sgombero, poi la demolizione della struttura. Dall’area contraddistinta col 57B di viale Tor di Quinto dovranno andarsene anche i ragazzi dell’Anpet mentre gli allievi della US Boreale sono già in cerca di una nuova casa.

Non grande affluenza ma certo grande fermento nella mattina di martedì 17 febbraio davanti ai cancelli sbarrati del Ciak Village. All’interno, la regista, Carabinieri e funzionari del Comune che notificavano e verbalizzavano l’ordinanza di sgombero.
All’esterno, una trentina di sostenitori, compreso un sacerdote che al megafono recitava il Pater Noster, a testimoniare la valenza delle attività della regista e l’importanza del sito che negli ultimi anni ha ospitato numerosi eventi, alcuni dei quali, ricorda la Baglivo, “anche patrocinati dal Campidoglio e dal XV Municipio”.

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Ma è tutta la grande area del 57B a essere interessata dagli sgomberi. Oltre al Ciak Village, già due mesi fa i campi di calcio della US Boreale sono stati sbarrati agli allievi che, come denunciato in una loro lettera aperta (leggi qui), non per colpa loro e pur avendo pagato già la retta annuale, ora vagano da una società all’altra per potersi allenare.

Ma non solo, a esser sfrattati sono anche i ragazzi dell’Anpet, una piccola comunità di giovani autistici che in un prato adiacente al Ciak avevano iniziato a costruire mattone su mattone una loro chiesetta finchè una denuncia e i sigilli della Procura per abusivismo edilizio ha interrotto i lavori (leggi qui la vicenda).

E, come loro, altre micro attività presenti nell’area. Tutte situazioni abusive però, mai autorizzate e per di più su suolo pubblico. Quindi devono andar via. E’ quanto sostiene il Comune che ha messo in moto la grande operazione di sgombero dell’area di cui afferma essere in possesso mentre dall’Anpet si denuncia: “ma quale possesso, questo è un terreno privato, è di proprietà di una grande Società di assicurazioni” dichiarano i loro esponenti mostrando delle visure catastali nelle quali il Campidoglio non compare affatto.

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Riannodiamo qualche filo. Tutta l’area del 57B è stata aggiudicata alla società società Real Fettuccina a seguito di un bando per la realizzazione di un Punto Verde Qualità. Area nella quale da circa quindici anni si son però man mano insediate associazioni politiche, come il Trifoglio, associazioni umanitarie come l’Anpet, attività sportive come la Boreale, finanche attività di spettacoli come il Teatro Spazio Zero poi, con l’avvento di Baglivo, diventato Ciak Village (leggi qui la storia). Tutti però abusivi, senza licenze e autorizzazioni.

L’area non viene mai sgomberata, la Real Fettuccina apre una vertenza nei confronti del Comune per mancato adempimento, il Tribunale condanna il Campidoglio con una sanzione pecuniaria di poco meno di 500 milioni di euro a cui si aggiungerebbero circa 1000 euro al giorno per ogni giorno di mancato utile, cioè fino a quando la società non riuscirà a entrare in possesso dell’area per realizzare il progetto.

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Progetto irrealizzabile” denunciano dall’Anpet secondo cui il bando è viziato dal fatto che il Comune non avrebbe mai avuto la disponibilità del terreno. “Altro che demaniale”, aggiungono, “ecco qui le carte, il terreno è di un’assicurazione, come poteva mai il Comune metterlo al bando?” E in effetti, leggendo le visure catastali, si vedono solo nomi di compagnie assicuratrici, quello del Comune latita.

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Resta il fatto che dopo anni di tolleranza e di quieto vivere, l’attuale amministrazione capitolina che, ricordiamolo, ogni giorno che passa dovrebbe sborsare mille euro di penale, si è ora decisa a liberare l’area e, dopo i sigilli alle altre attività, oggi è stato il turno del Ciak Village al quale, nonostante i Pater Noster del sacerdote, nessuno ha risparmiato catene lucchetti e la visita di due enormi mezzi che dovranno portar via tutto l’esistente.

Claudio Cafasso

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3 COMMENTI

  1. Evviva, giustizia è fatta! Dopo aver costruito e tenuta inutilizzata per anni una grande struttura (dal 1990) ora arrivano gli “sceriffi” del Comune che sebbene orbi delle sinistre faccende di “mafia capitale”, finalmente scoprono che là sono tutti abusivi!
    Meraviglie delle meraviglie: si sfratta la scuola calcio ma SI IGNORA CHE AL DI LA’ DELLA STRADA C’E’ UNA ENORME DISCARICA ABUSIVA……

  2. Ma come si fa a buttare per la strada dei ragazzi autistici e nella disperazione i loro genitori? Come si fa a fare demolire una bellissima struttura teatrale e a mandare al macero attrezzature cinematografiche nonché un patrimonio di pellicole e di documenti riguardanti il cinema italiano e straniero? Come si fa a mandare a zonzo giovani calciatori dilettanti e amanti dello sport ? Sì è vero, nessuno lo nega, i relativi insediamenti sono abusivi, ma di queste realtà esitenti da molti anni a Viale di Tor di Quinto 57/b il Comune di Roma e il nostro Municipio erano bene a conoscenza e mai sono intervenuti. Va bene, riportiamo la legalità, ma perlomeno si cerchi di offrire un’alternativa a chi si è dato tanto da fare per dare una dignità sociale, culturale e sportiva a uno spazio, che altrimenti sarebbe stato destinato al degrado più assoluto. Oltretutto se, come ammette lo stesso Comune di Roma, questo spazio risulta essere di proprietà privata, esisterà pure un documento da cui risulta che il Comune è autorizzato dalla proprietà a disporne a suo piacimento. perché, se così non fosse il Comune sembrerebbe non agire nella legittimità. Questo particolare mi sembra assolutamente fondamentale.

  3. Il 17 febbraio dopo essere stato alla manifestazione delle ore 12 davanti al Ciak Village ed essere uno degli animatori e sostenitori delle attività di Donatella Baglivo, la stessa sera ho visto al Cinema Trevi la versione restata del film di Francesco Rosi “Le mani sulla città” , Strana e tristissima coincidenza di come la realtà di quanto accaduto al Ciak Village ha superato in mostruosità l’assessore sciacallo di quel film. Tutto sotto i nostri occhi. Facciamo qualcosa, siamo ancora in tempo. Dobbiamo stanare lo sciacallo!

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