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Tomba di Nerone, per non dimenticare Nikolajewka

Galvanica Bruni

cappellotricolore240.pngNella ricorrenza del 72° anniversario della Battaglia di Nikolajewka, avvenuta in Russia il 26 gennaio 1943 nella quale persero la vita decine di migliaia di soldati italiani, domenica 25 gennaio, come ogni anno, sulla Cassia si terrà una manifestazione. L’appuntamento “Nikolajewka, per non dimenticare” è a Tomba di Nerone, nel Giardino dei Caduti e Dispersi in Russia, in via Cassia 737.

Il punto di ritrovo per i partecipanti sarà via Cassia angolo via di Grottarossa, davanti al centro commerciale del civico 927. Da lì, alle 9.30, avrà inizio la sfilata per raggiungere il giardino. Partecipano alcuni reduci della campagna di Russia, rappresentanti delle Forze Armate in servizio e in congedo e la Fanfara dei Bersaglieri. All’arrivo, ci sarà l’alzabandiera e la deposizione di un corona per i Caduti, subito dopo verrà celebrata una messa all’aperto.

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La manifestazione di domenica sarà preceduta da una conferenza che sabato 24 gennaio, alle 17 si terrà nell”Istituto “SS. Vergine” delle Suore Orsoline di Gandino in Via Cassia 735 sul tema “Da Arrigo Pintonello a Don Gnocchi e tutte le M.O.V.M. della campagna di Russia”.
Relatore il generale Tullo Vidulich, interventi di Sandro Bari (figlio di Reduce di Russia) e Angelo Blasetti (attore, presentatore) con intermezzi del Coro Malga Roma della Sezione Alpini di Roma.

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6 COMMENTI

  1. “…Partecipano alcuni reduci della campagna di Russia…” considerando il dato anagrafico si tratta di una delle ultime occasioni per incontrarli. Iniziativa lodevole!!

  2. Oggi sono stato alla celebrazione per ricordare i soldati italiani che hanno combattuto in Russia, quelli che sono tornati e quelli che non ce l’hanno fatta. Purtroppo ho dovuto constatare una approssimazione ed una impreparazione storica da parte delle autorità presenti. Il rappresentante del Comune di Roma ha esordito confessando la sua ignoranza in merito, essendo stato costretto questa stessa mattina a consultare internet. Grande sfoggio di associazioni militari, combattentistiche e di reduci, comprese le guardie zoofile, ma scarsissima partecipazione cittadina, a parte qualche curioso di passaggio. Se da una parte è doveroso ricordare i militari italiani che eroicamente hanno resistito al freddo ed alla guerra, nonostante l’inferiorità numerica, la inadeguatezza dell’equipaggiamento e degli armamenti, si deve inquadrare la disfatta dell’esercito italiano nel periodo storico, ovvero nell’allelanza di Mussolini con Hitler. Quindi, quando si afferma che si deve ricordare affinchè qualcosa non accada più, si deve anche definire ciò che non deve più accadere. Eroi spesso loro malgrado dunque, che legittimamente e onestamente hanno combattuto per la Patria, ma in quel momento per una Patria che era governata da una dittatura, alleata ad un carnefice. Molti dei reduci hanno preso coscenza storica e politica proprio subendo il fronte. E alcuni di loro, soprattutto bersaglieri, tornati in Italia hanno scelto di combattere a fianco dei partigiani contro fascisti e nazzisti. Ho sentito anche dire oggi, che è importante ricordare per una pacificazione che non è avvenuta, come dimostra il terrorismo che c’è ancora oggi, e che c’è qualcuno che ha denigrato la manifestazione. Per fortuna la pacificazione (non la parificazione tra chi scelse la repubblica di Salò e chi scelse di combattere contro l’esercito tedesco che occupava l’Italia compiendo infinite stragi) c’è stata dopo la guerra, tanto è vero che molti prefetti e gerarchi fascisti furono inseriti o confermati nella macchina amministrativa della nascente Repubblica. E per fortuna il terrorismo, almeno quello storico e riconosciuto che abbiamo subito negli anni 70 e 80, è stato sconfitto grazie alle istituzioni e a tutti i partiti democratici e da una coscenza civica incipiente. Infine, non c’è nessuno che ha denigrato la manifestazione. Ricordare è importante, ma fondamentale è conoscere.

  3. Ti replico il mio commento su FB: Non capisco il tuo intervento Duccio. Io ho visto abbastanza persone in un orario non felice per coloro che fanno tardi il sabato e sono stati tanti. Inoltre vorrei segnalarti anche il volontariato di quei corpi militari e civili che non sono tenuti a farlo, ma sono cittadini come noi che, magari in pensione o non piú graduati, partecipano col cuore senza precettazione. Non sono essi cittadini … ? Evidenziare la “scarsissima partecipazione cittadina” mi pare ingeneroso e scorretto, come x chi ha usato le stesse parole x la vostra importante manifestazione a difesa dei rifugiati di Grottarossa qualche giorno fa. Nel merito invece. La campagna di Russia era al fianco di un carnefice, ma contro un carnefice. Dici che dopo la guerra c’é stata la pacificazione, ma forse ignori quello che avvenne nei 10 anni dopo l’ 8 settembre. Per anni furono compiute le più efferate vendette in tutta Italia che hanno visto scorrere il “sangue dei vinti” dietro ogni angolo. Un sangue spesso, troppo spesso innocente. Anche la citazione dei prefetti e gerarchi fascisti riciclati nell’apparato nascente mi pare superficiale. Studiati meglio quanti opportunisti si sono coperti dietro un improvvisato antifascismo dell’ultima ora. Da ultimi coloro che avevano sviluppato la SADE sotto il fascismo e preparato la sciagura del Vajont nel caldo ventre mollo dell’amministrazione DC del dopoguerra. No Duccio, c’era tanta gente pulita oggi e l’assenza di Marino e Torquati ha controbuito ad alzarne il livello.
    Io dico che é stata una bella manifestazione per cuori caldi nella fredda mattina della Cassia. Grazie a chi ha partecipato, peccato x chi se la é persa.
    G.Mori

  4. Ha ragione il Sig. Pedercini (Presidente di una sz. ANPI ma che non ha fatto però la resistenza) quando scrive “non la parificazione tra chi scelse la Repubblica di Salò e chi scelse di combattere contro l’esercito tedesco”; i primi a non volerlo sarebbero proprio i combattenti della RSI, giovani e soldati che preferirono il carcere o la morte al disonore e al tradimento della Patria. Sarebbe stato facile per loro mettere un fazzoletto rosso al collo e così guadagnare, a guerra finita, anche una pensione.
    La Cerimonia di Domenica è stata preceduta da una conferenza a cui hanno partecipato tantissime persone, la maggior parte anziani; normale, dal momento che la Storia (non la storia dei vincitori) non la conoscono i politici e non la conoscono i giovani. Infatti più che parlare di inadeguatezza di armamenti o equipaggiamenti si dovrebbe parlare della incapacità e disonestà degli Ufficiali di Stato Maggiore, “imboscati” e cresciuti sotto l’ala protettrice di “re pippetto” (lo stesso re che all’indomani dell’armistizio fuggì al sud come un coniglio) che remavano contro il loro stesso paese. Ho letto tantissimo sulle Campagne di Russia e non ho mai trovato qualcuno che abbia sputato sul suo reparto, sul suo Comandante o sull’Esercito. Sui generali di fede monarchica si.
    Ma come ha scritto Walt Whitman “le guerre si vincono e si perdono”……e tutto questo appartiene oramai al passato.
    Ha ancora ragione il Sig. Pedercini quando scrive che “fondamentale è conoscere”; a Lui, che non ha fatto la resistenza ma che è presidente di una Sz. ANPI, consiglio di andare a vedere il film “IL SEGRETO D’ITALIA”. magari se ne potrebbe giovare.

  5. Mori, rispetto chiunque abbia partecipato, cittadini, volontari, associazioni. Mi sarebbe piaciuta più gente, mi sarebbero piaciuti più interventi istituzionali con cognizione di causa. Con l’ANPI di Roma, e per l’ANPI di Roma, sono andato in ogni luogo della capitale dove ci sono lapidi, monumenti, luoghi della memoria, dai Martiri de La Storta a Forte Bravetta, da via Tasso all’Altare della Patria, dal Ghetto alle Fosse Ardeatine e a Piazzale dei Partigiani, da San Lorenzo al Verano, e ti assicuro che in ogni luogo gli interventi sono stati più generosi.

  6. …potete evitare di sporcare il ricordo dei nostri caduti (troppo spesso dimenticati) con “pippotti” politici? Bisogna onorare tutti: fanti, bersaglieri, alpini e pure la milizia (che all’epoca era la quarta forza armata regolare dello Stato) i cui reparti erano parte integrante del Regio Esercito. L’ANPI si occupi dei caduti della Resistenza, queste celebrazioni non sono di sua competenza!!!

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