Home ATTUALITÀ Simonelli (NCD): “Via Tiberina, che fare?”

Simonelli (NCD): “Via Tiberina, che fare?”

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Andrea Simonelli, responsabile del circolo NCD di Prima Porta, interviene con una nota nel vivace dibattito sviluppatosi in questi giorni sulle nostre pagine sul tema “allarme sicurezza sulla Tiberina“. Che fare del campo nomadi di via Tenuta Piccirilli, chiuderlo o non chiuderlo? Ecco il suo parere.

“Il paradosso dei campi nomadi in generale, riguarda il fatto che spesso vengono ubicati dalle amministrazioni comunali nelle aree periferiche o, come nel caso della Tiberina, dell’estrema periferia della città. Non intendo dire con questo che andrebbero posti al centro storico, ma certamente non si può negare che i residenti di queste zone sono spesso quelli che oltre alla mancanza di servizi primari e secondari vedono aggravarsi la situazione della zona in cui vivono per la presenza di questi campi nomadi.
Come dire? dal momento che alcune aree della capitale presentano croniche condizioni di degrado e mancanza di servizi, tanto vale riversare in loco anche i campi nomadi che, lo si voglia o meno, nella stragrande maggioranza dei casi rappresentano di fatto un elemento destabilizzante aggiuntivo per i residenti.”

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“Il caso di via Tenuta Piccirilli è eclatante in tale ottica. Continui allagamenti delle abitazioni (si pensi all’ultima alluvione del 2014), problemi idrici (si pensi alla recente chiusura dei pozzi Arsial) totale assenza di servizi locali etc., strade spesso non acquisite al patrimonio comunale e pertanto prive di interventi di manutenzione straordinaria da parte dell’amministrazione pubblica. A fronte di questo l’allora giunta Veltroni (ma potrei sbagliare con la precedente Giunta Rutelli)) individuò nel campeggio di via Tenuta Piccirilli il luogo ideale in cui ubicare uno dei campi nomadi attrezzati della capitale.”

“Di fronte a questo scenario credo che una qualsiasi amministrazione non possa chiedere tolleranza, solidarietà e condivisione, come traspare dalle parole della consigliera Mosiello, se prima non garantisce almeno l’efficienza dei servizi di base che sono di sua competenza. Per i residenti di queste zone, purtroppo, sembra ritagliarsi ad hoc il detto “cornuti e mazziati”, proprio perché a fronte di una mancanza della pubblica amministrazione sul versante dell’efficienza dei servizi primari e secondari, la stessa riversa su queste stesse zone già disagiate i campi nomadi e non solo. In ultimo andrebbe ampliato il discorso a tutta l’area della Tiberina compresa tra il Municipio XV e Castel Nuovo di Porto, che sempre più sembra essere la “location” privilegiata in cui riversare le situazioni di criticità della Città”.

“Nell’ordine basti ricordare che oltre al suddetto campo nomadi sono presenti le seguenti situazioni: Il CARA di Castel Nuovo ( centro accoglienza per i richiedenti asilo politico ) che ha generato numerosi episodi di cui è piena la cronaca dei giornali, e diffusa presenza di prostituzione di strada, per non ricordare la scellerata scelta, poi scongiurata, di una nuova discarica dei rifiuti della capitale in prossimità del confine tra il Municipio XV e il Comune di Riano proprio sulla via Tiberina” .

“Auspico quindi che a partire dai consiglieri Municipali si apra un tavolo di riflessione e confronto a 360° sulla situazione della Tiberina anche perché, non dimentichiamolo, rappresenta una delle più antiche vie di comunicazione del Lazio in quanto contigua al corso del Tevere. Semmai si potrebbe immaginare un prolungamento della pista ciclabile da Labaro lungo la valle della Tiberina, in un contesto ambientale e naturalistico di grande fascino, anche se immagino che qualche ente sarà pronto a sostenere che si tratta di un’area di esondazione del Tevere. Ma allora come è stato possibile realizzare in questa stessa area il Centro Polifunzionale della Protezione Civile ?”

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