Home ARTE E CULTURA Un libro per l’estate: viaggio nella narrativa americana

Un libro per l’estate: viaggio nella narrativa americana

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Galvanica Bruni

Torna oggi l’appuntamento con “Un libro per l’estate”, la rubrica estiva bisettimanale di VignaClaraBlog.it dedicata ai consigli letterari. Questa volta vi parliamo di tre grandi narratori americani, diversissimi fra loro, ma accomunati dalla qualità delle rispettive pagine: Jack London, Bernard Malamud e Jim Thompson.

Oggi, quindi, vi proponiamo una magnifica autobiografia alcolica (London), un romanzo poetico e delicato (Malamud) e una lettura davvero hard-boiled (Thompson). Buona lettura.

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Jack London: John Barleycorn, Ricordi Alcolici (UTET, 289 pagine, € 14,00)

ricordi.jpgInsieme a “Il Vagabondo delle Stelle”, questa autobiografia alcolica è senza dubbio uno dei migliori libri di Jack London.

Romanzo di durissima formazione e di avventure magnifiche e tragicomiche, nonché lucido ed eterodosso trattato sociologico su John Barleycorn, il demone del bere, questo libro scorre con incisività e brillantezza, lasciandosi assai apprezzare per il suo carattere meditato e allo stesso tempo assolutamente non filtrato.

In questa opera decisamente sorprendente – dalla quale sono banditi il moralismo e la pedanteria – scorre l’amore per la vita, per gli uomini e per le scoperte, e la consapevolezza che la pervade è condita abilmente con la dolcezza, il dolore e l’umorismo.

Bernard Malamud: Il Commesso (Minimum Fax, 327 pagine, € 13,50)

In questo romanzo pubblicato per la prima volta nel 1957 il sogno americano è un incubo sommesso e un’illusione dolorosa.

commesso.jpgRitmo ipnotico e dolente, attenzione estrema per i dettagli e per i particolari, con lo scopo di evidenziare le sensazioni più che le parole, il “non detto” piuttosto che “il detto”.
A New York, nella parte più cupa e povera di Brooklyn, una famiglia di ebrei, superata dai tempi e dagli eventi, vive e manda avanti faticosamente un negozio.

In questo microcosmo buio e opprimente si verifica un incontro non convenzionale, emerge la fiducia nel prossimo, si fanno i conti con le barriere e i muri, ci si confronta con la meschinità e le tragedie, si cerca affannosamente di coltivare la dirittura morale e la speranza.

Tutto è delicato e poetico, sempre sussurrato e sottotraccia, tutto è raccontato attraverso le anime splendide di Morris e Ida, di Frank e Helen.

Jim Thompson: Un Uomo da Niente (Einaudi, 250 pagine, € 17,00)

Sottovalutato, snobbato e finalmente stimato per i suoi eccelsi meriti letterari, Jim Thompson è un grande narratore americano, dato che pochi come lui riescono a penetrare fra le pieghe e i recessi di una mente provata e distorta, disperata e oscura.

uomo.jpgLa scelta, poi, di raccontare i fatti attraverso la voce e i pensieri del protagonista – come avviene anche in quest’ottimo romanzo – accresce notevolmente l’inquietudine e la sensazione di disturbo che lo scrittore è in grado di trasmettere.

“The Nothing Man” è un’incursione raggelante nell’oscurità e nella follia, nel potenziale nerissimo che è in agguato dentro gli uomini “come un killer sotto il sole”.

A Thompson devono molto Kubrick (per il solido contributo alle sceneggiature di “Rapina a Mano Armata” e “Orizzonti di Gloria”), Tarantino (che senza l’eredità e le suggestioni hard-boiled di Thompson non avrebbe realizzato “Pulp Fiction”) e molti altri scrittori che, tentando di imitare il suo stile e replicare le sue tematiche, hanno avuto più fortuna di lui, pur non possedendone lontanamente il talento.

Alla prossima, e se vi siete persi gli appuntamenti precedenti potete cliccare qui.

Giovanni Berti

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