Home AMBIENTE Dalla Grande Bellezza alla grande monnezza (nota ma ignorata)

Dalla Grande Bellezza alla grande monnezza (nota ma ignorata)

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letamaio-roma.jpgQuella che un tempo era un’oasi del WWF sul Tevere oggi è un letamaio nel pieno cuore di Roma. Lo avevamo denunciato in un articolo del 10 novembre 2013 (leggi qui) narrando dell’estremo degrado di quel tratto di sponda dove un tempo era presente una pregevole vegetazione e una ricca avifauna mentre oggi ospita solo feci umane, rifiuti, refurtiva, stracci e scarpe vecchie, baracche e sporcizia: un vero porcile urbano.

Anche la trasmissione del TG3 “Buongiorno Regione” a gennaio 2014 aveva realizzato un lungo reportage su questa situazione mentre il Comitato Robin Hood si era nel frattempo rivolto al Gabinetto del Sindaco di Roma e all’Ardis (Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo) segnalando quanto denunciato da VignaClaraBlog.it. .

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In risposta, a metà dicembre 2013, aveva ricevuto una lettera indirizzata anche alla Questura di Roma, al II Gruppo della Polizia Locale di Roma Capitale e al II Municipio nella quale si faceva presente che a seguito di uno specifico sopralluogo era stato possibile accertare “la presenza di un insediamento abusivo costituito da 10 strutture precarie e il deposito sulle aree limitrofe di materiali solidi urbani”.

Nella lettera si indicava anche “l’ineludibile necessità di attivare con urgenza le procedure per il ripristino dei luoghi dalla grave situazione di degrado accertata che crea tra l’altro un evidente problema di sanità pubblica”.

L’ARDIS concludeva invitando gli Uffici in indirizzo “ad attivare con urgenza le procedure relative ad un intervento congiunto mirato allo sgombero forzoso dagli agglomerati abusivi degli attuali occupanti e intraprendere le procedure previste per la rimozione, per avvio a recupero o allo smaltimento, dei depositi di materiali solidi urbani”.

Tutti questi interventi avrebbero dovuto portare in sostanza al “ripristino dei luoghi allo stato originario”.

A distanza di tre mesi cosa è accaduto? Nulla. Siamo tornati sul posto constatando che tutta l’area continua a rimanere nel degrado più profondo mentre gli insediamenti sono ancora presenti al di sotto delle arcate del ponte.

Lo stato di incredibile sporcizia, con materiali di ogni tipo e feci umane, è lo stesso riscontrato a novembre 2013; ci verrebbe da dire che è anche peggiorato ma una discarica immonda al posto di un’oasi faunistica forse non può peggiorare dal momento che rappresenta il livello più basso di degrado a cui può arrivare il nostro territorio.

Foto, segnalazioni, inchieste giornalistiche, servizi TV non sono serviti a sanare “una assoluta situazione di precarietà igienico-sanitaria-ambientale” nel cuore di Roma. Una dimostrazione di grave incapacità e impotenza da parte di chi dovrebbe gestire quella porzione di territorio capitolino.

Francesco Gargaglia

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