Home ATTUALITÀ Primarie di Centrodestra: chi, come, quando e perchè

Primarie di Centrodestra: chi, come, quando e perchè

Galvanica Bruni

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fdi.jpgI seggi saranno dislocati in tutta Italia e nell’intera città di Roma e si potrà votare i giorni 22 e 23 Febbraio (sabato 22 dalle 9 alle 20 mentre domenica 23 dalle 9 alle 18). Potranno votare i cittadini italiani e comunitari residenti a Roma, che abbiano compiuto almeno i 16 anni. Potranno votare gli iscritti in regola con il tesseramento e tutti coloro che non sono iscritti versando la somma di 2 euro. Sarà possibile votare esibendo un documento di riconoscimento. La reiterazione del voto sarà impedita attraverso l’aggiornamento telematico dei votanti. (chi ha votato non sarà ammesso in un altro seggio).

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Sarà possibile votare il Presidente Nazionale e il Consiglio Nazionale. Per il Consiglio Nazionale sarà possibile esprimere un massimo di cinque preferenze con clausola di genere (in caso di più preferenze, dovranno esserci almeno una preferenza per ogni sesso, a pena di nullità per le preferenze espresse oltre la prima)

Tuti i seggi a Roma divisi per Municipio: clicca qui

Dove si vota nel XV Municipio

Nel XV Municipio di Roma sono stati scelti i seguenti seggi (salvo autorizzazioni e con la possibilità di un seggio itinerante).

1. Via Antonio Serra 22 (Fleming) – sede centrale di municipio –
1A Piazza Monteleone da Spoleto (sabato ore 9-14)
1B Largo Vigna Stelluti – fronte Trony (sabato 15-20)

2. Via Cassia 726 a Tomba di Nerone (fronte Scuola Stendhal).

3. Piazzale di Ponte Milvio

4. Piazza di Saxa Rubra a Prima Porta (fronte ufficio anagrafico del municipio)

5. Via Cassia 1686 a La Storta (fronte centro anziani)

Per info: www.fratelli-italia.it/ – Fratelli d’Italia, sede nazionale: 06 6990774 – Fratelli d’Italia, XV Municipio: 06 3330677

Perchè primarie nel centrodestra, perchè le primarie in Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale – Officina Italia

Quando nel 2009, a fine Marzo, il PDL celebrò il suo primo congresso fondativo, sembrava giunto il momento per il centrodestra italiano di fare un grande salto di qualità e avvicinarsi ad un modello conservatore di stampo continentale.  In realtà, dopo quei giorni, nessun passo è stato fatto per costruire realmente una classe politica che fosse segno del rinnovamento per andare oltre definitivamente la “seconda repubblica”.

Sulla base del ragionevole principio secondo cui, in Italia, la politica delle “preferenze” ha generato nei decenni un rapporto clientelare tra elettore ed eletto, si è deciso di privilegiare il “principio della cooptazione” sottovalutando però la desolante condizione delle segreterie politiche dei maggiori partiti che sceglievano quadri e dirigenti di partito.

Questa scelta miope ha favorito la crescita di una classe dirigente, all’interno del PDL, che fosse esclusivamente autoreferenziale e retta sulla contrapposizione estrema tra componenti. Roma e il Lazio sono l’esempio più evidente di questo. La giunta Alemanno, inizialmente innotiva e riformista, è divenuta rapidamente ostaggio di faide interne e laboratori politici. Il mancato deposito delle liste del PDL nella Provincia di Roma nel 2010 ha reso la Giunta Polverini, per anni, prigioniera del dilettantismo politico da un lato, ma dalla sfrenata politica di corrente dall’altro.

Al termine di questo percorso di formazione del PDL, in cui non sono mai esistite regole, in quanto non è mai stato celebrato un congresso che ne legittimasse una maggioranza e un indirizzo politico, ma anche un’eventuale opposizione interna, il centrodestra ha lentamente perso di credibilità sopratutto di fronte ai suoi elettori, fino alla sua inevitabile implosione con il conseguente scioglimento del partito.

Oggi non è ancora tempo di valutare l’esperienza politica del PDL, che solo la storia, col tempo, potrà giudicare, però va rilevato che già nel Novembre del 2012, alcuni avevano segnalato la necessità di sottoporre alla scelta popolare l’indicazione della leadership di partito e delle successive linee di indirizzo. Questo anelito di “democrazia interna” fu però immaturamente soffocato per preferire, per l’ennesima volta, una compattezza di facciata in vista delle elezioni del febbraio 2013.

Oggi, Fratelli d’Italia, nata sulle ceneri del PDL, avendo preso atto del profondo distacco che il Popolo Italiano ha maturato nei confronti della classe politica, ha deciso di rifuggire l’antipolitica dominante per proporre per la prima volta nell’ambito della cultura conservatrice, una proposta di democrazia interna che, attraverso un percorso di elezioni primarie, permettesse di scegliere la classe politica dirigente e di conseguenza un rinnovamento che fosse realmente espressione della volontà popolare, senza ricadere comunque nelle antiche eccezioni legate alla dicotomia “preferenze-consociativismo”.

Giorgia Meloni è la candidata naturale alla Presidenza Nazionale per la nuova entità politica che ambisce a divenire guida dell’intero centro-destra.

Analogamente nei prossimi giorni saranno comunicate le liste tra cui sarà permesso eleggere il Consiglio Nazionale del Partito.

A Roma, sarà possibile eleggere circa 180 rappresentanti del Consiglio Nazionale attraverso un sistema elettorale che consente l’espressione di un numero massimo di cinque preferenze (con “clausola di genere”: almeno un candidato per ciascun sesso in caso di indicazioni maggiori alla monopreferenza)

Giorgio Mori – Portavoce Assemblea Costituente Fratelli d’ Italia Municipio XV

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