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Prima Porta, voci dal Flaminius

Galvanica Bruni

flaminius.jpgCinquanta persone evacuate dalle loro case da quasi una settimana. Tra loro dodici bambini, alcuni di soli due-tre anni, e diversi anziani. Negli allagamenti che hanno sconvolto Prima Porta hanno perso tutto quello che avevano. Ora sono in un hotel, non certo per una vacanza, e s’interrogano sul futuro. Abbiamo raccolto le loro voci.

Ci sono stati momenti di tensione nella sera di martedì 4 febbraio davanti l’Hotel Flaminius di via Frassineto. Un gruppo di giovani di FDI ha manifestato a viso coperto con striscioni, fumogeni e petardi per supportare lo sconcerto e lamento degli sfollati di Prima Porta.
Questi, ospitati per tre giorni nella chiesa di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, domenica pomeriggio sono stati spostati nell’albergo, ma lì vi erano alloggiate famiglie rom già da venerdì.

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Nella notte i rom sono stati portati altrove, ma troppe famiglie sono ancora senza casa e senza risposte.

“Tremo a ogni pozzanghera che vedo formarsi” Ore di pioggia violenta e più di un metro d’acqua mista fango, quanto basta per distruggere la casa di tutta la vita. Letti, vestiti, elettrodomestici; l’album di fotografie, il regalo di Natale, i libri di scuola; non è rimasto nulla, la forza della natura e gli errori dell’uomo gli hanno portato via tutto.

Dove andranno? Nessuno lo sa. Questo l’incubo che ormai da giorni stanno vivendo i circa cinquanta residenti di Prima Porta evacuati dalle loro case venerdì notte. Tra loro dodici bambini, alcuni di soli 2-3 anni, e molti anziani.

L’inizio dell’incubo

“l’acqua continuava a salire e sembrava non volersi più fermare. Dovevo pensare a salvare i bambini, così li ho portati fuori di corsa, senza prendere nulla”. Racconta una signora seduta nella hall, con lo sguardo basso e perso. Alcuni non hanno voglia di parlarne, troppa è stanchezza; altri hanno solo parole piene di rabbia; altri ancora sfogarsi, affinché qualcuno li ascolti. Tutti sono pronti a combattere per avere un pavimento asciutto sotto i piedi.

“Siamo saliti in macchina e corsi lontani dall’acqua, ma senza sapere dove andare. Abbiamo chiamato per ore i vigili del fuoco, la polizia, i carabinieri, solo quest’ultimi, alla fine, ci hanno risposto per dirci che tutta Roma era in emergenza e non potevano fare nulla per noi, al momento.

Finché abbiamo trovato Don Dario che ci ha ospitati nella chiesa di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Si è subito attivato, ha coinvolto forze dell’ordine e volontari. In poche ore hanno adibito una grande aula della parrocchia con letti a castello, coperte, cibo e tutto il necessario”.

Il Flaminius e i rom

Domenica pomeriggio sono stati portati all’Hotel Flaminius, un modesto albergo a tre stelle, per dare almeno una stanza e un bagno a famiglia. Ma il cambio non si è dimostrato migliore e la rabbia è salita.

Giunti all’Hotel, infatti, gli sfollati di Prima Porta hanno scoperto che venerdì, mentre loro vagavano per la città in cerca di riparo, le famiglie rom del campo del Casilino venivano evacuate e portate proprio tra quelle mura. “Non è giusto indicarci come razzisti. -commenta un piccolo coro di voci- Razzista è la decisione del sindaco Marino di dare la priorità ai rom solo in quanto rom”.

“Anche io vengo dalla Romania, sono cresciuta tra le strade di Bucarest – spiega Abelina -, ma io lavoro, pago le tasse, non approfitto degli altri e non distruggo tutto ciò che mi viene dato. Non capisco perché a me una mano non la dia nessuno”.

“Quando siamo arrivati c’era lo schifo, sporcizia e odore di urina ovunque. Non so come abbia fatto lo staff dell’albergo a tollerare tali inciviltà”, aggiunge il coro.
“Ieri sera, quando sono arrivati i ragazzi di Fratelli D’Italia, all’inizio ci siamo spaventati, perché pensavamo ce l’avessero con noi. Poi abbiamo capito che lo facevano per noi, se hanno spostato i rom è anche merito loro. E non c’erano bombe carta, solo qualche petardo”, afferma convinta una signora.

Senza più niente

In via Frassineto 23 s’incontrano tanti volti e tante storie amare. C’è Adele che ha perso la casa comprata con fatica dal padre, Dario che ha paura di perdere il lavoro perché in questi giorni deve pensare a sistemare la casa, Simona che è incavolata con l’Ardis e con chi “sta lì impalato”, mentre a Neela fa male la schiena per la troppa umidità.

Poi ci sono Stefano, Abelina e i loro due figli. Lui operaio, lei colf, si sono trasferiti nel ’95 dalla Romania. Una famiglia come tante altre: lavorano, pagano le tasse e il mutuo, e fanno studiare i figli.

Il loro incubo è iniziato otto anni fa: “Quando, dopo anni di sacrifici, abbiamo comprato la nostra casa, la proprietaria ci disse che era tutto in regola, condonata e abitabile. Costava quanto un appartamento qualsiasi, quindi non avrei mai sospettato che da quel giorno a ogni goccia d’acqua mi si sarebbe fermato il respiro. Ogni volta che diluvia, si allaga, tutto si distrugge e, senza alcun aiuto, ricostruiamo. Ma sono soldi buttati, perché durerà fino al prossimo acquazzone. Questa volta, però, è stato peggio, perché il fango non lo mandi più via.”

“Il presidente Daniele Torquati ci conosce bene – spiega Stefano – sa che la nostra casa è in questo stato precario, ma non può fare nulla. Ieri al Municipio ci hanno risposto: queste cose sono successe, succedono e potrebbero succedere ancora.”

E Abelina aggiunge dura: “Il problema è che chi ci ha venduto la casa ha avuto il condono e noi siamo stati truffati. Qualcuno si deve assumere le sue responsabilità e darci una mano. Siamo gente perbene, non chiediamo nulla più di un letto asciutto”.
Poi la rabbia affievolisce e la voce si strozza. “Non ne possiamo più di vivere con la paura di venire sommersi. Sono passati in tanti in questi giorni e nessuno ha saputo dirci cosa succederà domani. Dai politici nessun risposta, nessun piano, nessuna parola di conforto.”

Ma, tra le lacrime e la rabbia, Abelina anche parole di gratitudine: “Nell’orrore di tutta questa vicenda, però, ho imparato che non siamo soli, che ci sono persone pronte ad aiutare il prossimo nel momento del bisogno. E il mio grazie va a Don Dario e a tutti i volontari che ci hanno accolto, ascoltato, consolato e insegnato ad avere speranza nel prossimo”.

don-dario.jpg

Intanto, mentre la pioggia continua a cadere imperterrita, ci auguriamo che nel gran palazzo si stiano decidendo i provvedimenti più opportuni per questa capitale che sembra sgretolarsi sotto l’acqua.

Giulia Vincenzi

riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

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18 COMMENTI

  1. Sono contento di vedere che, le libere testimonianze di persone che hanno assistito ai fatti, hanno ripristinato la verità! Alcuni ragazzi di Fratelli d’Italia infatti, hanno improvvisato una pacifica manifestazione, per protestare contro il Sindaco Marino, il quale, ha preferito favorire l’assistenza di un cospicuo numero di Rom ( che nulla avevano a che fare con l’alluvione ) , a danno di poveri cittadini ( Italiani e non ), che avevano subito la perdita della casa a seguito dell’inondazione! Come dirigente del Partito, mi reputo soddisfatto per il risultato ottenuto dalla manifestazione ( i Rom sono stati trasferiti altrove ). Come Cittadino Romano mi sento molto addolorato! Mi domando quanti cittadini Romani saranno contenti di sapere che, le loro tasse, vengono utilizzate dal Sindaco Marino per pagare l’albergo ai Rom? Quanti sfollati per il maltempo ringrazieranno il Sindaco per averli fatti vagare di Parrocchia in palestra, mentre i Rom se ne stavano al calduccio di un albergo pagato dal Comune di Roma? Conosco molti politici di Sinistra che stimo per l’amore che provano per il loro territorio! Mi auguro che gente come Gina Chirizzi e Marco Tolli, sappiano far sentire la loro voce! Ai Signori di SEL, che hanno tentato di nascondere la verità, denunciando manifestazioni violente incorniciate con Bombe Carta esprimo la mia pietà ! Voi che vi sciacquate sempre la bocca con l’antifascismo, non avete ancora imparato che, la paura del confronto non è amica della Democrazia! Giuseppe Calendino Fratelli d’Italia

  2. Credo che l’emergenza non abbia un colore politico e che la calamità non faccia distinguo di razze o ceto.Sono tra i tanti volontari che di certo conservano forte il valore etico della civiltà e sanno quando arriva il momento del” fare” distinguendolo da quello del solo”dire”.
    E’ sconvolgente scoprire che quanto accaduto in un quartiere lo scorso venerdi 31 gennaio era facilmente prevedibile vista la lunga storia di primaporta e la ormai nota conoscenza idrogeologica del territorio del XV municipio.
    Però voglio ribadire che per fare la ricerca dei colpevoli ci sarà molto tempo cosa che invece manca per agire subito per ripristinare la realtà restituendo dignità alle persone colpite risollevandole dalla criticità che la malversità del tempo ha creato.
    Mi chiedo a chi devono rivolgersi i nostri cittadini per avere risposte certe? A chi possono chiamare per rimuovere il fango dalle loro case?,dove possono procurarsi pale,scope,tira acqua,saponi e quanto loro necessario ancora?
    -chiedo-Esiste un coordinamento delle istituzioni pronto a far fronte ad ogni richiesta e a prendersi cura di loro? Oggi no si chedono solo immediate risposte di risarcimento danni ma occorrono risposte immediate con fatti per risolvere il I° grado dell’emergenza,garantendo il ritorno alla normalità.
    Da umile cittadino consiglio di creare dei comitati nelle vie colpite dall’alluvione che possano censire i vari problemi dando ascolto e volto alle persone ed essere intermediari con le istituzioni coordinandosi con le stesse sernza sovrapporsi evitando di vanificare gli sforzi che sono messi in campo dai primi giorni,evitando così girare a vuoto non concludendo nulla magari ripercorrendo più volte gli stessi percorsi.
    Solo compiendo per loro fatti concreti si ridarà dignità ad un quartiere scusandosi per le responsabilità di colpe commessepotremmo sperare di farci perdonare dai nostri cittadini fino a ieri abbandonati al loro destino non aventi colpa se non di aver creduto nelle istituzioni e nei valori di un diritto di vivere a primaporta

    roberto lazzarini
    roberto

  3. I provvedimenti più opportuni , o forse sarebbe meglio dire l’unico provvedimento di cui si parlerà e’ la proposta depositata dalla sottoscritta ( FI) e dai colleghi di NCD Ovvero quella di istituire un fondo di garanzia x risarcire/ aiutare coloro che hanno avuto ingenti danni a causa dell’alluvione e una serie di detrazioni fiscali x commercianti ed imprese. In quanto alla situazione della mancata e tardiva accoglienza data alle famiglie di Prima Porta , posso dire che sono stata l prima a sollevare la questione che in parte e’ stata riportata da alcuni quotidiani ma non dai blog , che come sempre hanno ignorato qualunque dichiarazione fosse attribuibile a me

  4. Bene Clarissa ,fai un ordine del giorno dove tutti i consiglieri di maggioranza e opppsizione si diminuiscano per tutta la consigliatura gli emolumenti del 50% .

  5. Antonello , io i miei emolumenti li ho già belli che diminuiti ! ho una sola commissione ( Pari opportunità esclusa ) e non arrivo mai a percepire i miei emolumenti che se fossero x intero arriverebbero alla favolosa cifra di circa 700 € al mese . Ma comunque non arrivo neanche a quello ! Stessa cosa x il rimborso benzina , perchè+ avendo poche commissioni mi pagano solo nelle giornate in cui vado . Il mio di rimborso benzina credo sia il più basso in assoluto . Questa cosa forse dovrebbero farla gli assessori . Ma …. figurati !!!!!

  6. Condivido al 100 % le parole di Calendino.
    Ringrazio i ragazzi di Fratelli d’Italia nucleo Prima Porta per aver sollevato il problema insieme alla cittadinanza.
    Dopo qualche momento di concitazione, nel quale però i rappresentanti del movimento hanno subito deciso di farsi sentire con la loro presenza per evitare conseguenze a sfollati e roma, tutto si è ricomposto.
    Non pensiate però che sia finita qui.
    E’ vero che dobbiamo stare uniti come dice Torquati per il bene della popolazione in difficoltà, ma il tempo delle responsabilità verrà come è giusto che sia.
    Anche io ho riscontrato effettivamente la grande umanità ed attività di Don Dario che si è messo a disposizione come uomo qualunque.
    Sulla questione gettoni, commissioni e rimborsi, trovo davvero che sia di cattivo gusto parlarne adesso.
    G.Mori FDI Roma XV

  7. nessuno della maggioranza politica che governa il Municipio XV ha mai parlato di bombe carta! CHIARO!!!!!!!!
    Lo Spostamento delle famiglie rom, parlano le carte, era già stato programmato!
    La manifestazione a volto coperto ( PER ME E PER TANTI PACIFICA SIGNIFICA A VOLTO SCOPERTO SENZA SPAVENTARE NESSUNO) e con lanci di fumogeni verso la hall dell’albergo nella qualei bambini e la loro famiglie si preparavano alla cena, alla quale nessun dirigente di FDI ha partecipato ne tanto meno MORI e CALENDINO, ha solo generato paura e ritardato le operazioni!
    Difficile confrontarsi con chi non c’è!
    Incredibile ora FDI ( CHE CAMBIA IDEA SULLE PERSONE UN’PO” TROPPO VELOCEMENTE, CIRCA OGNI DIECI GIORNI!)si appella al PD per dividere la maggioranza, che tristezza per un pò di visibilità in un momento dove ci vorrebbe un’pò di senso di responsabilità.
    La signora intervistata alla fine dice ( vedi sopra) ……Ieri sera, quando sono arrivati i ragazzi di Fratelli D’Italia, all’inizio ci siamo SPAVENTATI…………………………………………( vedi sopra), mi chiedo l’unico modo di protestare era quello, a volto coperto e spaventando chi a perso tutto? NON CREDO!
    Concordo con l’intervento del Sig. Lazzarini, aggiungo quanto pubblicato sul sito del Municipio XV:
    gli uffici del Municipio Roma XV provvederanno a dare tutte le indicazioni richieste al numero 06-69620333 nei giorni dal lunedì al venerdi – dalle ore 8,30 alle 18,00.
    Cordialmente e vi saluto
    Alessandro Pica

  8. Come fai a dirlo ? Tu c’eri?
    C’era il capogruppo di SEL ?
    o c’era un poliziotto lì … ?
    C’era la sua compagna ?
    o c’era l’assessore alle politiche sociali ?
    O c’erano dei militanti di SEL ?
    Chi c’era lì Alessandro … ?
    G.Mori

    PS: Alessandro, la stima e amicizia personale che ho per te, non toglie che stavolta l’avete fatta proprio grossa.

  9. Di fronte a disastri del genere, si rischia di fare la solita guerra fra i poveri, ed a pagare il prezzo più alto sono sempre i più deboli, specie i bambini. Mi dispiace di ciò che è accaduto alla famiglia della Romania, ma, non per essere polemici, ma tanti italiani, ancor prima del ’95, pur “lavorando, pagando le tasse, non approfittando degli altri e non distruggendo tutto, non hanno mai ricevuto nulla e mai nessuno gli ha dato una mano”. E un sacrosanto diritto chiedere aiuto, come è sacrosanto che le autorità locali risolvano i problemi di chi ora si trova in difficoltà, non facendo distinzione di razza e religione. Però è anche vero che, prima di questo disastro, molti romeni (di certo, non per colpa loro), complice l’euro che ha praticamente dimezzato il potere d’acquisto degli italiani, e di una pessima ed oscura gestione delle politiche europee, hanno avuto, bontà loro (e che Dio li benedica) la possibilità di comprarsi una casa, di pagare un mutuo e di girare con auto di grossa cilindrata. Cosa che per una famiglia media italiana, al giorno d’oggi, con un solo stipendio e figli a carico, è a dir poco proibitivo. Reputo errato, dunque, pretendere aiuto solo perché si lavora e si pagano le tasse, negandolo a chi, per scelta, ha deciso di vivere la vita come meglio crede. Altrimenti, se la mettiamo su questo piano, prima dovrebbero essere aiutati gli italiani, e poi gli stranieri. Ma penso che tale scelta, non convenga a nessuno. Auguro a tutte le famiglie in difficoltà, di trovare presto la loro serenità.

  10. Ricordo ai molti che la poverta’ non e’ un diritto ma uno stato sociale in cui si vive con la speranza di emergere
    Questo status vivendi non lo si sceglie ,a volte lo si eredita e spesso ci si ritrova
    E’ diritto pretendere che qualcuno dia una mano mettendo da parte il proprio ego cercando di aiutare il suo simile nelle difficolta’ quotidiane.il delinquere e’ un reato ma non dimenticate che se c’e’ chi ruba a suo fianco esiste un acquirente che magari si vanta di aver fatto l’affare del giorno con gli amici!!
    Quanto agli emigrati nel nostro paese, va ricordato che tra i primi popoli si annoverano certamente gli italiani e purtroppo chi non e’ memore del proprio passato spesso e’ destinato a riviverlo.pertanto invito a riflettere sulle soluzioni ad esempio l’integrazione di razze ,offrendo pari diritti a ogni individuo e’ un buon deterrente per abbattere la delinquenza e superare le diversita’
    Per rimarcare il problema degli alluvionati,voglio ricordare che la malversita’ non fa distinguo di razze e religione se ti prende ti colpisce in pari modo pertanto se sei italiano o straniero non fa differenze ti accomuna il fatto che stai vivendo nello stesso contesto e un paese civile deve prendersi cura della tua condizione specie quando come persona hai osservato i doveri nel paese in cui vivi
    Si evitino le polemiche sterili tipo prima io poi gli altri riflettendo sulla condizione sociale in cui versa il nostro paese ed interroghiamoci su come eravamo cinquant’anni fa come oggi siamo cambiati anche nei valori rispetto ad allora e scopriremo come e’ cambiato il nostro modello sociale e cosi’ facendo forse riscopriremo alcuni valori perduti E ci accorgeremo della loro importanza come principi cardine su cui rifondare il nostro futuro

  11. Mi scusi ma gli zingari non sono immigrati in cerca di un lavoro, vivere in roulottes o baracche è nella loro cultura, come far elemosinare i bambini. È di pochi giorni fa il sequestro di beni per milioni di euro di famiglie zingare che vivevano in un campo non in una casa che avrebbero potuto permettersi. Non lavorano, non pagano tasse, hanno gli stessi nostri servizi e sono adesso pure ospitati in albergo a spese nostre. Che modello sociale è quello che mettei propri cittadini onesti lavoratori o poveri pensionati a pensione minima dietro alle esigenze dei rom?

  12. Purtoppo faccio notare che anche nel nostro popolo annoveriamo mafiosi,camorristi pedofili(anche con colletto bianco) ecc. ma questo non significa che il popolo italiano sia tutto appartenente a questa schiera.tra i nomadi esistono mila persone che vivono di onesto lavoro pur prediligendo di vivere nei campi in roulottes.altri hanno scelto dimore domestiche piu’ congrue acquistandole.molti sono emersi in notorieta’ giocando a calcio o facendo i circensi,avvocati insegnanti ma non viene troppo reso noto dai media semplicemente perche’ non fa “notizia”
    Allora perche’ dobbiamo unirci alla disinformazione creando la fobia del diverso? Conviene forse per spiccioli interessi?credo proprio di no e crearsi sempre un alibi ai nostri insuccessi di civilta’ troppo spesso ci fa vivere realta’ che non devono appartenerci.quando si parla di affari su gestioni di cooperative,progetti lucrativi ecc basterebbe da comuni cittadini fare esposti alla procura della repubblica si eviterebbe cosi’ che i nostri sacrificati tributi non finirebberio in sprechi arricchendo faccendieri di turno politici e non ma sempre faccendieri e ci farebbe sentire meno omertosi

  13. Sig. Lazzarini, è vero ,,,, La povertà non è un diritto, ma (soprattutto) per alcune etnie è una vera e propria Scelta. Chi sceglie un sistema diverso di vivere rispetto a quello previsto, ha il dovere di rispettare il popolo che li ospita, così come “noi”dobbiamo dare loro la possibilità d’integrarsi.
    Io credo che tutti noi (o gran parte) siamo INTOLLERANTI verso un’amministrazione incapace di gestire tale disagio sociale, che invece di ridurne al minimo le problematiche le alimenta creando odio sociale. Nel caso specifico dell’hotel Flaminius quest’amministrazione “che fa acqua da tutte le parti” ha dato ennesima prova della sua incapacità a gestire i cittadini romani.

  14. @CALENDINO – Gentile sig. Calendino, ma come? Andare contro Marino (PD) e nel nostro Municipio appoggiate Torquati (PD)… Coerenza docet

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