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Frana anche l’Insugherata

Galvanica Bruni

frana-insugherata.jpgL’impressione è quella di un malato grave che sfiancato dalla sofferenza decide di lasciarsi andare; così oggi appare il tormentato territorio di Roma Nord sconvolto dal terribile acquazzone di giovedì notte. Si sperava che almeno l’Insugherata fosse uscita indenne da questa catastrofe; e invece la speranza è presto naufragata (anzi, per essere in tema, “è presto franata”).

Lingue di fango scendono dalla sommità delle colline verso la Valle dell’Acqua Traversa mentre una enorme frattura si è aperta sui terreni prospicienti i Residence all’incrocio tra via Cassia e via di Grottarossa.

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Che la Riserva non fosse indenne da frane e smottamenti già lo sapevamo; qualche anno fa si era aperta una enorme voragine sulla collina che sovrasta il fosso dell’Insugherata; tonnellate di fango e terra erano scivolate in basso verso la zona umida e quella ferita è ancora aperta.

Ancora prima il terreno arato ai margini del Bosco di Sant’Antonio era collassato coinvolgendo nella caduta una porzione di bosco.
Nel 2012 invece la grossa perdita da un collettore dell’ACEA (tanto ingente da innalzare il livello del fosso dell’Insugherata) aveva provocato un piccola frana per fortuna oggi tamponata con due terrazzamenti.

Stesso discorso per i fossi (nell’Insugherata i principali sono tre: Fosso dell’Acqua Traversa, Fosso dell’Insugherata e Fosso della Rimessola); piccoli corsi d’acqua con appena 20-30 centimetri d’acqua che, complici gli scarichi e l’ostruzione dei ponticelli, a volte si trasformano in furiosi torrenti in grado di sconvolgere le sponde inondandole di fango, detriti e rifiuti (le sponde di Via Panattoni, trasformate in discarica, ne sono una testimonianza).

Nonostante questo speravamo che grazie all’assenza di strade asfaltate e condomini la Riserva non subisse ulteriori affronti; e invece no.

Non c’è neppure bisogno di percorrerla a piedi perché i danni sono ben visibili anche dalla Cassia; fiumi di terra e fango sono precipitati in basso mentre i margini dei campi arati in molti casi hanno ceduto.

Lungo uno dei pianori che sovrastano la valle si è aperta una frattura di almeno 150 metri coinvolgendo, come le onde del mare, anche la parte sottostante (altre due fratture, di minore estensione, sono ben visibili).

Il rischio è che le piogge ora possano infiltrarsi nel terreno con maggiore facilità e provocare lo smottamento di parte della collina. Sarebbe un danno enorme in quanto potrebbe interessare la piana sottostante e il corso del Fosso dell’Acqua Traversa.

Quali le ragioni di questo scempio difficile a dirsi; sicuramente le piogge persistenti e la natura del terreno. Ma potrebbe esserci anche lo zampino dell’uomo e Mario Tozzi (il geologo con la “piccozza”) ce lo ha spiegato innumerevoli volte; i terreni oggi vengono arati dai mezzi meccanici che per evitare il ribaltamento operano solo lungo la pendenza. Questo provoca lo scivolamento delle acque meteoriche in una unica direzione con effetti catastrofici.
Anche se si tratta di una ipotesi resta il fatto che tutti gli smottamenti hanno avuto origine in prossimità di campi coltivati.

Francesco Gargaglia

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3 COMMENTI

  1. buongiorno, siccome abito proprio in zona incrocio cassia-grottarossa, cortesemente spiegate meglio dove è avvenuto lo smottamento di cui scrivete? grazie

  2. La frattura nel terreno è prospiciente il Centro Commerciale sulla Cassia (civico 929) e si è verificata tra il Fosso dell’Acqua Traversa e il Casale Maiolica. In considerazione della distanza dalle abitazioni non ci dovrebbe essere pericolo.

    Cordiali saluti
    La Redazione

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