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Il verde di Roma Nord: una risorsa lavoro per i giovani?

Galvanica Bruni

casale.JPGSe si osserva Roma dall’alto con Google-map ci si accorge che la parte Nord è letteralmente affogata nel verde; abbiamo la fortuna di essere circondati da riserve, parchi, giardini e lembi di campagna sopravvissuti incredibilmente al degrado e all’urbanizzazione. Un grande patrimonio ma anche un’incredibile risorsa se solo si decidesse di rendere fruibili le aree verdi e portare a termine alcuni progetti che, nel totale rispetto dell’ambiente, potrebbero creare opportunità di lavoro per i giovani.

Tenuto conto del bilancio perennemente in rosso degli enti locali, in queste iniziative andrebbero coinvolti ovviamente soggetti privati a cui affidare la gestione in cambio dell’esecuzione del progetto e dell’assunzione (anche con contratti a termine) delle necessarie figure professionali.

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Una simile ipotesi forse farà gridare allo scandalo i protettori del “fringuello e della lenticchia d’acqua” ma qui non si tratta di stravolgere l’ambiente né creare nuove cubature bensì di mettere mano a quello che già esiste e renderlo produttivo.

Cominciamo dai giardini di Tomba di Nerone; nel piccolo e degradato parco da molti anni è in totale stato di abbandono Villa Paladini proprietà della Fondazione Italiana sulla ricerca per il cancro.

Nel Piano di Assetto della Riserva Naturale dell’Insugherata (la villa ricade in un lembo di riserva) era previsto (Scheda V/03) il restauro e la trasformazione della villa in “centro di monitoraggio e documentazione ambientale”; per farlo si ipotizzava sia l’acquisto che l’esproprio o il comodato d’uso.
Tenuto conto dello stato in cui versa l’edificio che fino ad oggi non ha trovato alcun utilizzo ci si chiede perché non trasformarlo in “ostello” così come accaduto a Formello.

Non solo Villa Paladini è vicina al centro di Roma ma gravita sulla Riserva Naturale e sul percorso della Via Francigena: un vero e proprio “bussines” che potrebbe creare numerose opportunità di lavoro.

Lungo la Via Cassia Nuova, ai confini con il nascente parco dell’Inviolatella Borghese, da molti anni un vecchio impianto della Esso su cui è stato realizzato un edificio in muratura, è inutilizzato a causa di presunti abusi edilizi per i quali il proprietario dell’area ha chiesto la sanatoria.
Quel luogo è un naturale belvedere sul’Inviolatella e potrebbe essere pertanto destinato a “luogo di sosta e ristoro nonché punto di tourist-information e noleggio di biciclette” da affidare in gestione proprio al proprietario.
L’area non solo dispone di adeguato parcheggio ma consentirebbe, attraverso la semplice realizzazione di un sentiero, l’accesso direttamente nel parco.

Anche nel Parco Didattico dell’Inviolatella, nei pressi del “laghetto” sorge un edificio fatiscente spesso utilizzato da senza-tetto e che negli anni si è trasformato in una vera e propria discarica; il suo abbattimento (come avvenuto nell’area cani di Via Pareto) e la realizzazione di un nuovo edificio di identica cubatura potrebbe rappresentare, così come previsto nel progetto iniziale, una ulteriore possibilità che darebbe peraltro senso a quel “didattico” che oggi il parco non ha.

A ridosso del GRA c’è infine il Parco Volusia che a fine luglio dovrebbe aprire i battenti; anche in questa area verde, frutto di una compensazione, ci sono alcuni casali in stato di abbandono; destinati inizialmente a diventare sede del Parco di Veio oggi sembrano essere stati dirottati alla FISE (Federazione Italiana Sport Equestri). Quale che sia il destino dei casali non è da escludere a priori la possibilità di realizzarvi una struttura di accoglienza in grado di creare ulteriori opportunità di lavoro.

A chi vede in questi progetti un “favore” per i privati va risposto che il verde pubblico (e pertanto di tutti) è una risorsa preziosa da conservare ma anche da “utilizzare” ovviamente nel pieno rispetto delle leggi e delle norme.

In Trentino, una regione in cui “l’ambiente” costituisce la prima risorsa economica capita di trovare punti di ristoro anche ad alta quota e in luoghi sperduti; una “esigenza” legata anche alla sicurezza ma in grado comunque di creare lavoro.

Ai più scettici si può citare, per concludere, l’esempio della CLIMAX o del Parco di Aguzzano; la CLIMAX è una coperativa di giovani naturalisti che da anni lavora e organizza visite guidate nella Riserva dell’Insugherata e corsi di educazione ambientale, corsi di fotografia, campi scuola oltre a curare la progettazione di spazi verdi e aree didattiche.

Nel Parco di Aguzzano (60 ettari di campagna facenti parte del sistema di aree protette di Roma Natura) c’è invece una associazione temporanea di impresa che gestisce da anni un Centro Visita e un Centro di Cultura Ecologica con annessa biblioteca.

Due esempi di come il verde e l’ambiente possano essere una risorsa per tutti.

Francesco Gargaglia

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6 COMMENTI

  1. La più grande risorsa che intravedo (oltre a quanto citato nell’articolo) é la realizzazione di un Parco Archeologico del Mausoleo di Marco Nonio Macrino, che oltre a trasformare il nostro. Municipio in un polo turistico decentrato e di enorme valore a livello mondiale, porterebbe tutto l’indotto in termini di occupazione, attività commerciali.

  2. Faccio presente all’amico Gargaglia che gli abusi edilizi realizzati al civico 128 di via Cassia Nuova (nel vecchio impianto della Esso) non sono “presunti” né per essi c’è possibilità di sanatoria alcuna dal momento che sono stati commessi dopo che il Parco di Veio era stato istituito.
    Riguardo ai casali abbandonati del Parco di Volusia, per i quali l’allora Assessore al Bilancio della Regione Lazio Luigi Nieri aveva stanziato 100.00,00 € che sono andati persi perché non ne è stata formalizzata l’acquisizione con un progetto di sistemazione, chiedo di sapere l’effettivo significato dell’essere stati dirottati alla FISE (dal Servizio Giardini ? e per farne che ?).
    Sull’oggetto dell’articolo ripropongo in questa sede quanto ho già fatto sapere a diverse forze politiche circa la possibilità di una vera ed immeditata risorsa di lavoro per i giovani disoccupati che può venire dalla manutenzione ordinaria e straordinaria sia delle aree di verde di arredo stradale che di tutti i parchi ed i giardini pubblici dove potrebbero fare anche da vigilanza ed intrattenimento per i bambini.
    Porto come esempio il quartiere “Tomba di Nerone” di 50.000 abitanti circa, che potrebbero versare ogni mese un euro a testa per pagare lo stipendio mensile di una serie di cooperative di giovani disoccupati che debbono essere però residenti o comunque abitanti nello stesso quartiere: questo “contributo di solidarietà” (che il Comune potrebbe anche assicurare con dei propri fondi, se solo riuscisse a trovarli) porterebbe alla doppia utilità di avere sempre in perfetto ordine il verde pubblico di ogni quartiere di Roma e di dare lavoro agli stessi propri figli disoccupati o ai figli sempre disoccupati di amici, parenti e abitanti comunque dello stesso quartiere.

  3. Apprezzo le proposte di Francesco Gargaglia e a proposito delle cubature abusive lungo via Cassia Nuova, da anni all’attenzione di Comitati e cittadini , va presa un’iniziativa per superare l’intollerabile omissione di atti d’ufficio di Comune e Ente Parco, che lasciano aperta la speranza di chi ha commesso l’abuso in una impossibile sanatoria . Si tratta di cubature da acquisire o demolire. E sarebbe eliminata anche l’orribile recinzione che attualmente nasconde l’abuso e interrompe in questo tratto della Cassia Nuova la visione del Parco dell’Inviolatella.
    Altro caso esemplare quello del piccolo casale fatiscente all’interno del cosiddetto Parco didattico dell’Inviolatella che il Mary Mount si è impegnato a restaurare, ma non ha provveduto difronte alla difficoltà derivante dalle attuali norme di salvaguardia che ne impediscono la demolizione e successiva ricostruzione. In questo caso una deroga regionale sarebbe stata utile.

  4. Concordo pienamente con le proposte di Ivana Perina e Rodolfo Bosi. Per quanto riguarda le seconde credo che i residenti di Tomba di Nerone sarebbero ben felici di versare 12 Euro all’anno per avere parchi puliti e manutenzionati e magari con servizi quali guide ambientali, vigilanza, e intrattenimento per i bambini (specie l’estate quando scuole e asili sono chiusi).
    Bisogna solo passare, in tempi rapidi, dalle “chiacchiere” ai “fatti” e a farlo devono essere i nostri rappresentanti in Comune o Municipio.
    Altrimenti bisognerà fare come in Via Capuana dove i cittadini esasperti si sono “appropriati” di un parco in stato di totale degrado e dopo aver costituito un comitato che prevede un contributo VOLONTARIO hanno trasformato quello schifo in un bel parchetto pulito e ben mautenzionato.

  5. Trovo la proposta di Rodolfo Bosi molto interessante ed applicabile sopratutto nel nostro Municipio per la sua peculiarità, in quanto ricco di aree verdi e parchi che si trovano in condizioni pietose.
    Con tale proposta si affronterebbero, a costi zero per il municipio, 2 problemi molto sentiti, la disoccupazione giovanile che ormai ha raggiunto livelli assurdi e quello della cura e manutenzione delle aree pubbliche.

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