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Piazza Mancini, Centioni (Axel) respinge le accuse di Inches: “è tutto in regola”

Galvanica Bruni

A seguito del comunicato di Massimo Inches, consigliere de La Destra nel II Municipio, nel quale si denunciano presunte irregolarità della pista di ghiaccio presente a Piazza Mancini che, a suo dire, “doveva essere smontata entro il 31 luglio 2011 ma dopo oltre due anni e mezzo è sempre lì”, riceviamo e pubblichiamo una nota di David Centioni, General Manager Axel, che respinge al mittente le accuse “pronto a documentare il tutto”, come afferma, con l’obiettivo di ristabilire l’esatta verità dopo un comunicato che ha vista esposta la società “a un’immagine che non merita”.

“Sono a rimettere di seguito un riassunto di quella che è la vera storia, in merito alla vicenda apparsa sul vostro quotidiano e riportata anche da altri organi di stampa, affinchè possiate chiarire la vicenda e dare una corretta informazione al fine di evitare dannosi travisamenti. E’ superfluo dire che siamo in grado produrre a corredo di quanto sosteniamo tutta la documentazione necessaria al fine di aiutarvi a svolgere nel miglior modo possibile la vostra missione informatrice”.

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Inizia così la mail inviata a VignaClaraBlog.it da David Centioni, numero uno della Axel, nella quale spiega che “il provvedimento che ha autorizzato, provvisoriamente in deroga, la realizzazione della struttura coperta si base su una procedura, prevista dalla legge, adottata in numerose altre circostanze, in alcuni casi con permessi reiterati da moltissimi anni. L’ordine di demolizione, che inspiegabilmente sembra ignorare il successivo rinnovo delle autorizzazione per i due anni successivi, in conseguenza forse dell’avvicendarsi dei dirigenti degli uffici competenti, è stato cautelativamente sospeso stanti le fondate ragioni in base alle quali è stato richiesta la sospensiva al TAR dall’Avv. Matteo Di Raimondo.”

“Dispiace che nell’articolo – continua Centioni – non si sia fatta nessuna menzione degli straordinari risultati sportivi ottenuti dall’Axel dove si è affermata la prima scuola di pattinaggio in Italia con più di mille iscritte e tesserate alla Federazione Italiana Sport Ghiaccio a soli due anni dalla sua apertura e Carolina Kostner come madrina ufficiale. Noi siamo molto orgogliosi di quanto è stato realizzato con straordinario impegno, e del grande entusiasmo di tantissima gente che frequenta la nostra struttura, che ci sembra veramente un peccato che il tutto debba essere ridotto e distorto in una questione di carte bollate”.

Poi, sempre con l’obiettivo di fare chiarezza e confutare quelle che sono state definite da Massimo Inches azioni atte a “eludere le norme urbanistiche” David Centioni ci dice: “per amor di precisione rappresentiamo di seguito i fatti. Eccoli nell’ordine:

1. l’autorizzazione della pista coperta fu chiesta per porre rimedio ad un’esigenza espressa dal mondo dello sport “vero”, urgente e grave dovuta alla mancanza di piste regolamentari coperte nel Comune di Roma, suffragata dalla lettera delle FISG e dell’Assessorato allo Sport al Comune che auspicavano la soluzione del problema in via provvisoria, in attesa di trovare una soluzione definitiva stante l’incapacità dell’amministrazione di provvedere o anche solo consentire. Non fu chiesta, per intendersi, per un’esigenza legata alle feste natalizie.

2. Alla prima DIA, della quale si contesta la decadenza, ne sono seguite altre due di rinnovo con l’ultima con scadenza ad agosto 2013. Tutto ciò è documentabile.

3. L’utilizzo della DIA per strutture temporanee si basa in effetti su un’interpretazione della norma, che nel II Municipio è però diventata prassi, e consente l’esistenza “provvisoria” da molti anni di alcune strutture dedicate allo sport: una per il volley di Mezzaroma proprio a Piazza Mancini, un’altra all’Acqua Acetosa per l’equitazione, un’altra a Villa Glori sempre per l’equitazione. Esiste anche un parere favorevole dell’avvocatura del Comune a seguito di un esposto a suo tempo fatto proprio per la struttura di Mezzaroma.

4. Un’altra struttura (che vi pregherei di andare a vedere e fotografare per rendersi conto) con pista del ghiaccio coperta (disertata dal pubblico e ad un chilometro circa di distanza dalla nostra, a Tor di Quinto) è stata realizzata nel XX Municipio in una zona a vincolo archeologico e paesaggistico. Anche la struttura in questione dovrebbe essere ben nota all’ex vigile Massimo Inches che si è costruito una buona fama quale nemico di svariati uffici amministrativi e di tanti esercenti sul territorio, visto che, guarda caso, i testimoni citati nell’esposto, peraltro ex soci dell’AXEL, svolgono proprio lì attività concorrente a quella dell’AXEL.

5. Le griglie per la rete fognaria (inesistente) o i necessari plinti di ancoraggio della struttura (peraltro i testimoni di questi lavori sono sempre gli stessi di cui sopra in quanto loro stessi, all’epoca, li hanno commissionati) nulla hanno o avrebbero a che vedere con la temporaneità della struttura che si basa non sul tipo di lavorazioni effettuate ma solo sulla credibilità del ripristino, che infatti è supportato da una fideiussione assicurativa, reiterata insieme alle DIA, di 200.000 Euro.

6. La Determina alla sospensione e la conseguente Determina alla demolizione/rimozione dei lavori effettuati di cui si parla sono provvedimenti incomprensibili perchè ignorano (come purtroppo non risulta da quanto sostiene il Signor Inches e anche, purtroppo, a chiunque abbia letto l’articolo: cosa per noi assai più grave perchè ci espone a un grave danno di immagine) la reiterazione autorizzativa protocollata in istruttoria per altri due anni. Il risultato è che il provvedimento è stato cautelativamente sospeso proprio dallo stesso ufficio che lo ha prodotto (c’è stato nel frattempo un avvicendarsi dei dirigenti) stante il riconoscimento della fondatezza delle ragioni del nostro ricorso per la sospensiva al TAR che il nostro avvocato si dice certo non possa non essere ottenuta anche per una serie innumerevole di altri vizi tecnici meno sostanziali.

7. Si ignora, ma questo è in parte giustificabile, che nel frattempo, e in tempi non sospetti, abbiamo anche avviato un iter per l’ottenimento dell’edificabilità definitiva della struttura che risulta compatibile con l’ultimo recente piano regolatore che assegna al compendio il codice B16 per area soggetta a piani di sviluppo. Questo è stato possibile dopo che l’INPS, proprietaria del terreno, nell’ambito del rinnovo del contratto ci ha garantito e concesso l’avallo alla nostra richiesta. In sostanza mentre il contenzioso amministrativo dipanerà la sua matassa abbiamo fondate ragioni di risolvere definitivamente la vicenda.”

“Spero di aver scritto cose di facile comprensione. Tutto quanto affermato – argomenta Centioni – è ovviamente documentabile e siamo altrettanto ovviamente a completa disposizione per fornire, oltre alla documentazione, anche ulteriori chiarimenti a chiunque vorrà cortesemente chiederceli”.

Smarcati i problemi di natura burocratico-amministrativa, quello che preme di più a David Centioni è “porre l’accento all’evidente successo gestionale e sportivo (abbiamo due campionesse italiane nelle loro rispettive categorie di età e Carolina Kostner come madrina) e all’idea del “progetto 365″ che prevede di non chiudere la pista mai, neanche d’estate, per affermarla come riferimento sempre più rilevante nella vita civile della città e come punto di attrazione turistica (abbiamo molti ragazzi stranieri tra i nostri utenti).”

“Abbiamo affrontato difficoltà enormi, nel pieno rispetto delle normative, per realizzare questo progetto. Siamo orgogliosi di quanto è stato fatto, del successo e dell’entusiasmo che ci premiano tutti i giorni e su questo l’invidia e la malafede di alcuni possono fare poco” sostiene Centioni sottolineando come “mille tesserate alle FISG e decine di migliaia di utenti occasionali che possono fare pattinaggio grazie alla struttura “abusiva” dovrebbe essere considerato un risultato positivo per tutta Roma, salvo forse che per la struttura concorrente che invece è, non a caso, assai poco concorrente, se non per le manovre che cerca di mettere in atto per ostacolarci approfittando delle inevitabili criticità burocratiche.
Oggi invece – conclude Centioni – ci siamo ritrovati sul vostro quotidiano e sul principale giornale cittadino esposti a un’immagine che non meritiamo”.

(NdR: per il comunicato del consigliere Massimo Inches cliccare qui)

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1 commento

  1. E’ proprio l’edificabilità definitiva che deve essere scongiurata. L’area di piazza Mancini, è una delle poche aree a corpo unico non edificate e come tale deve restare, offrendo così la “speranza” ai residenti, una volta spostati anche i capoliena degli autobus, di avere una parco verde godibile, cosa che non sarebbe più possibile una volta costruito l’edificio.

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