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Stabile del Giallo, due mesi con Sherlock Holmes

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Il Teatro Stabile del Giallo di via al Sesto Miglio, 78, sulla Cassia, ospiterà dal 16 marzo al 12 maggio “Uno Studio in Rosso”, l’ultimo spettacolo della stagione, adattato dal primo romanzo che Sir Arthur Conan Doyle dedicò alle avventure di Sherlock Holmes. Sul palco gli attori della compagnia, diretti da Raffaele Castria, che ci ha rilasciato una breve intervista, faranno rivivere le vicende del padre degli investigatori e del fido dottor Watson.

Un breve studio (in giallo) su Sherlock

Apparso nel 1887, “A Study in Scarlet” è il romanzo nel quale si racconta l’incontro fra Sherlock Holmes e il dottor John Watson e l’inizio del loro sodalizio londinese al numero 221b di Baker Street. Spesso ammirato e stupefatto, talvolta scandalizzato e in disaccordo, Watson assiste alle bizzarrie caratteriali e descrive i metodi investigativi eterodossi o quanto meno stravaganti del suo co-inquilino, narrandoli in prima persona come una sorta di alter ego di Conan Doyle.

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Sherlock Holmes – eccentrico, spigoloso, lucidissimo, egocentrico – vede quello che gli altri non vedono: da una scena del crimine che sembra non rivelare nulla di importante, attraverso gli indizi che Scotland Yard reputa insignificanti o tramite una conversazione casuale, riesce a identificare una traccia, a rimettere a posto i tasselli del puzzle e a sbrogliare l’intricata matassa, impegnandosi corpo ed anima nella ricerca del colpevole, anche attraverso i suoi molteplici canali non ufficiali e i suoi abilissimi travestimenti.

A causa della glaciale ed inarrivabile logica deduttiva di Holmes, la polizia e i privati accorrono a frotte nell’abitazione che il detective condivide con il dottor Watson, ma l’investigatore accetta il caso sottoposto alla sua attenzione solo se lo ritiene in grado di stimolare il suo notevole intelletto, non essendo interessato né al compenso né tanto meno alla gloria personale. Infatti, quando, nonostante l’intervento decisivo di Holmes, Scotland Yard si prende il merito della risoluzione di un’inchiesta, Conan Doyle fa pronunciare al suo personaggio più celebre le parole di Orazio: “il popolo mi fischia, ma io in casa mia plaudo a me stesso, e intanto contemplo le monete del mio scrigno.”

E i lettori di tutto il mondo e di tutte le età, attraverso quattro romanzi e cinquantasei racconti dedicati al proverbiale investigatore, a casa propria come sulla metropolitana, in un parco pubblico come a teatro, hanno avuto e hanno l’immenso piacere di contemplare le monete preziosissime dello scrigno che ci ha lasciato in eredità Sir Arthur Conan Doyle.

Lo spettacolo

Prendete una buona dose di divertimento e di suspance e aggiungeteci l’arte della deduzione, shakerate e mescolate il tutto insieme ad indagini mozzafiato e colpi di scena studio-in-rosso.jpge, rigorosamente alla fine, metteteci un epilogo sorprendente. Ecco il cocktail che lo Stabile del Giallo vi servirà dal 16 marzo al 12 maggio, ecco l’accattivante spettacolo che sarà messo in scena per quasi due mesi sul palco del peculiare teatro con base sulla Cassia che propone solo ed esclusivamente rappresentazioni “gialle”.

Una compagnia, quella dello Stabile del Giallo, che dal 1986 è sinonimo di delitto ed ospitalità, è garanzia di professionalità e mistero, un gruppo consolidato che si confronta coraggiosamente con una trasposizione teatrale che combina la commedia con la ghost story, che mescola l’avventura con la gothic novel. Ci sono tutti i presupposti per regalarsi una serata differente, intelligente e stimolante!

Nei panni di Sherlock Holmes ci sarà Antonio Palumbo, già brillante interprete del commissario Maigret in Maigret al Liberty Bar, mentre Rocco Piciulo, una giovane promessa, sarà il dottor Watson. Il cast è completato da Zoe Damiani (Alice Charpentier), Giovanni Rizzuti (Agente Rance), Attilio Fabiano (Jefferson Hope), Lorenza Damiani (Lucy Ferrier), Nino D’Agata (Enoch Drebber), Riccardo Cascadan (Arthur Charpentier) e la bravissima Anna Masullo (Signora Charpentier).

Nel cast tecnico, sono da segnalare le musiche originali di Alessandro Molinari (un lunghissimo curriculum al cinema e in televisione) e le scenografie di Andrea Bianchi, storico collaboratore di Castria. Infine, i costumi sono di Francesca Mescolini, la regia delle scene filmate è di Giorgio Bruno, il montaggio di Angelo D’Agata, il disegno luci di Pietro Pignotta e l’aiuto regista è Alice Guidi.

A colloquio con Raffaele Castria

Direttore artistico del Teatro Stabile del Giallo fin dal 2000, Raffaele Castria è anche il regista di questo spettacolo e, nonostante il poco tempo a disposizione e la frenesia che caratterizza i giorni che precedono il debutto, ha accettato di scambiare quattro chiacchiere con noi di VignaClaraBlog.it. Ecco cosa ci ha detto.

Raffaele, quanto la rappresentazione sarà fedele al romanzo? La drammaturgia è al tempo stesso fedele e innovativa. Tutta la sezione riguardante i mormoni, per esempio, si trasforma in una ghost story con il fantasma di Lucy che imperversa sulla scena. Tutto, antefatto e omicidio, diventa cinematografico, con la parte antica dei mormoni raccontata con i cartelli, come accadeva nel cinema muto.

Qual è il segreto del successo di Sherlock Holmes? Il segreto del successo è Sherlock stesso! Uno dei personaggi più straordinari della storia della letteratura, insieme a Edipo, Amleto e qualche altro (ride)… Beh, Holmes ero io – continua in tono scherzoso il regista – nel senso che non mi sono mai divertito così tanto con un personaggio così…schizoide!

Uno Studio in Rosso: giallo puro e cos’altro? Detective story, gothic novel e romanzo storico, oltre che commedia e dramma: una vertigine di contaminazioni! Ma, secondo me, tutto considerato, “Uno Studio in Rosso” è “IL” giallo, un classico, cioè, qualcosa che definisce in modo definitivo il genere.

Giovanni Berti

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