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Auditorium, tutto Beethoven in 90 minuti

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beethoven.jpgLa Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica ospiterà sabato 9 marzo, con inizio alle ore 21, “I Segreti della Musica – Ludwig Van Beethoven”, un percorso di parole e musica di e con Corrado Augias e Giuseppe Modugno. La voce narrante del popolare giornalista e gli interventi al pianoforte del maestro bolognese condurranno gli spettatori in un viaggio affascinante nella vita e nella musica immortale del compositore tedesco.

BEETHOVEN, FRA CLASSICISMO E ROMANTICISMO

Ludwig Van Beethoven nasce a Bonn nel 1770 e, proseguendo una tradizione familiare che risaliva almeno di due generazioni, dimostra fin da bambino uno spiccato talento musicale, che però ha modo di emergere del tutto solamente più tardi, a seguito dell’incontro con Franz Joseph Haydn.
Infatti, colpito favorevolmente dalla lettura di una cantata scritta dal giovane musicista, Haydn propone a Beethoven di continuare gli studi a Vienna sotto la sua direzione.
Così, quando ha ventidue anni, il compositore approda nella capitale europea della musica, da poco “orfana” di Mozart”, e in breve tempo ne diventa il fulcro e il riferimento più importante.

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Nell’arco di tutta la sua esistenza, Beethoven scrive opere in molti generi musicali e per una grande varietà di strumenti. L’originalità e la particolarità che contraddistinguono tutte le sue composizioni sono il risultato e lo specchio di una personalissima e ininterrotta ricerca sull’armonia: considerato che la sua opera contiene sia elementi romantici che classici, la critica musicale non è mai arrivata a una definizione precisa del suo stile, sempre in bilico fra passato e presente, fra tradizione e innovazione, ma sempre caratterizzato da un’intensa carica emozionale.

Beethoven muore a Vienna nel 1827, all’età di cinquantasette anni. Ai suoi funerali partecipano migliaia di persone e l’orazione funebre, scritta e pronunciata da un suo amico – lo scrittore e drammaturgo Franz Grillparzer – si conclude così: “dal tubare della colomba allo scrosciare della tempesta, dall’impiego sottile dei sagaci artifici al tremendo limite in cui la cultura si perde nel tumultuante caos della natura, egli ovunque è passato, tutto ha sentito. Chi verrà dopo di lui non continuerà, dovrà ricominciare, perché questo precursore ha condotto l’opera sua fino agli estremi confini dell’arte”.

LE SINFONIE: DA HAYDN ALLA FRATELLANZA UNIVERSALE

Oltre alle ouvertures, alle composizioni varie per orchestra o per banda, ai concerti per strumenti solisti e orchestra, oltre al “Fidelio”, la sua unica opera, alle cadenze, alla musica per pianoforte o da camera, senza tralasciare le cantate, le composizioni corali con orchestra e per due balletti, Beethoven porta avanti la sua infaticabile e stupefacente ricerca, che lo consacra come uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, soprattutto attraverso le nove sinfonie, composte fra il 1799 e il 1824.

La Prima Sinfonia, ultimata nel 1800 ed indubbiamente influenzata dalle ultime sinfonie di Haydn, ha tuttavia un suo carattere precipuo, in particolare nel terzo movimento (detto “scherzo), e si caratterizza per l’audacia compositiva e per le immagini visionarie che è capace di evocare.

La Seconda, terminata nel 1802 e composta durante un periodo di profonda crisi morale e spirituale, ha sorprendentemente la gioia come suo forte tratto distintivo, richiamandosi continuamente al “Flauto Magico” di Mozart.

La Terza costituisce un momento fondamentale, di svolta, in tutta l’opera di Beethoven, inaugurando il cosiddetto “stile eroico” che caratterizzerà molte delle sue composizioni successive. Dotata di grandissima forza espressiva ed universalmente conosciuta come “Eroica”, questa sinfonia, completata nel 1804, doveva essere inizialmente dedicata a Napoleone Bonaparte, che Beethoven considerava come il salvatore degli ideali della Rivoluzione Francese. Tuttavia, dopo la proclamazione dell’Impero, il compositore cancella immediatamente la dedica.

La Quarta, impregnata di un forte carattere tragico ed ultimata nel 1806, segna uno dei momenti più difficili della storia personale di Beethoven, essendo composta in un periodo durante il quale inizia a prendere coscienza della sua progressiva sordità.

La Quinta ha una lunga e travagliata gestazione e viene completata solo nel 1808: con il suo celeberrimo motivo ritmico di quattro note, quello del “destino che bussa alla porta”, che ascoltiamo fin dal primo movimento e che irradia l’intera composizione, esprime in modo sublime ed evocativo la lotta dell’uomo contro il fato.

La Sesta, terminata nel 1808 e detta “Pastorale”, evoca la natura e la placidità che è essa capace di infondere nell’animo dell’uomo, contemplando anche un movimento nel quale viene pennellata, con la straordinaria forza immaginifica delle note, la tempesta di cui parlerà Grillparzer durante il funerale di Beethoven.

La Settima, completata nel 1812, è caratterizzata dal suo aspetto gioioso e dal ritmo frenetico del suo finale, mente l’Ottava, brillante e spirituale, può essere considerata una sinfonia in linea con la tradizione classica.

La Nona Sinfonia, infine, è una delle opere più note di tutta la musica classica e costituisce indubbiamente uno dei grandi capolavori di Beethoven. Detta “Corale” e completata nel 1824, quando ormai il compositore è completamente sordo, nell’ultimo movimento include parte dell’ode “An Die Freude” (Inno alla Gioia) di Friedrich von Schiller, cantata da solisti e coro.

Animata da un ideale di fratellanza universale, questa sinfonia celebra anche la libertà dell’uomo. Infatti, si deve rilevare che il termine “freude” (gioia) è simile a “freiheit” (libertà) e che negli anni successivi alla Rivoluzione Francese quest’ultima parola era proibita in molti teatri europei. Così, non pochi autori e poeti utilizzavano scientemente la parola permessa intendendo però quella censurata.

Ricordiamo che il 25 Dicembre 1989, in occasione dei festeggiamenti per la caduta del Muro, a Berlino Leonard Bernstein sostituì la parola “freude” con “freiheit” nella convinzione che Beethoven avrebbe dato la propria benedizione.

I SEGRETI DELLA MUSICA

Dunque, sabato 9 marzo con inizio alle ore 21, Corrado Augias e il maestro Giuseppe Modugno guideranno gli spettatori in un viaggio affascinante che alternerà parole e musica, una ricognizione accattivante nei “segreti della musica”, un evento di novanta minuti senza intervallo nel corso del quale il giornalista e scrittore racconterà la biografia di Beethoven, mentre il bravissimo pianista ne farà ascoltare le composizioni, aggiungendo anche preziose informazioni sulla loro struttura musicale.

Una serata nella quale l’interazione fra i due protagonisti produrrà uno spettacolo dal carattere insieme “alto” e divulgativo, accessibile e fruibile sia dai conoscitori della musica classica che dai profani che vogliono accostarvisi.

Giovanni Berti

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