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Ponte Milvio, mancava solo l’arrotino

Galvanica Bruni

arrotino.jpgPadelle e canovacci. Biancheria e tovagliame. Magliette, tegami e ricambi del gas. E’ la domenica del villaggio a Ponte Milvio, la domenica della fiera strapaesana. E domenica 24 febbraio mancava solo che si gridasse “donne! è arrivato l’arrotino”,  il quadretto sarebbe stato completo. Mercato, ma non dovevamo vederti più?

Chi non difetta di memoria ricorderà bene che dopo una valanga di polemiche sui mercati di chincaglierie e sui banchi di cineserie che per anni furono autorizzati proprio sotto la Torretta Valadier, con un vigoroso colpo di reni il Consiglio del XX Municipio, era il 20 dicembre 2010, disse basta con i suk all’ombra della Torretta, che l’architetto Valadier torni a dormire sonni tranquilli nella sua tomba.

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Proprio così. Dopo che porchettari, paninari, tendoni, mercati di cineserie, mascherate finto rievocative, red carpet di carboni ardenti, dopo grandi e piccoli fratelli, feste paesane ed eventi pubblicitari che nulla hanno dato e tutto hanno tolto all’importanza storico-architetturale di Ponte Milvio, finalmente il XX Municipio diceva stop a baracche e burattini: la festa è finita, mai più eventi commerciali o pubblicitari all’ombra della Torretta Valadier.

Questo era il senso del documento approvato dal Consiglio quello storico lunedì 20 dicembre 2010 con il quale si impegnava “il Presidente e la Giunta ad emanare una direttiva agli uffici competenti volta a non autorizzare alcuna iniziativa da realizzare nel piazzale antistante la Torretta Valadier e le due aree a destra e sinistra, fatta eccezione per importanti iniziative istituzionali e culturali le quali comunque non dovranno avere alcun carattere commerciale/pubblicitario”.

Ma a quanto pare la strada che da via Flaminia 872 porta a Ponte Milvio è lastricata solo di buone intenzioni. In quanto a fatti è ben altra cosa.

E’ dallo scorso novembre che il mercato dell’antiquariato ogni domenica perde pezzi a favore di altra merce.

Non c’è settimana infatti che il primo tratto della rassegna di antiquari, proprio quello che inizia dalla statua del Redentore, anziché ospitare quadri, oggetti e mobili antichi, veda una dozzina di banchi esporre pentole e tegami, ricambi di gas e strofinacci, biancheria e tovaglie.
Ma non solo. Accanto a chi vende pentole e tegami sono spesso presenti stand di ambulanti provenienti addirittura dalla Toscana. Lo si evince dallo striscione “il Mercato di Forte dei Marmi” sotto il quale pendono magliette e maglioni svolazzanti a prezzi stracciati.

Una sagra paesana a tutti gli effetti che come si faccia a farla passare per “importante iniziativa culturale priva di carattere commerciale” è tutto un mistero. Ma non si era detto basta con le vendite, solo eventi culturali?

Ci si chiede come sia possibile questa assoluta inosservanza dagli indirizzi del Consiglio Municipale, che dovrebbe esser sovrano nel dettar legge sul territorio, chi e perché consenta questa fiera che nulla dà e tutto toglie a questo spicchio della città storica.

Dopo la forzata chiusura della Torretta Valadier, da un anno inaccessibile ai cittadini (leggi qui) privandoli di eventi culturali e vista mozzafiato, un altro tassello del mosaico di Ponte Milvio se ne va. Donne, è arrivato l’arrotino.

Claudio Cafasso

riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

 

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1 commento

  1. Caro Cafasso, temo non ci sia contraddizione tra la vocazione culturale dell’area e la desolazione dei banchi che offrono pentole e maglioni… è che, in più di un’occasione, chi amministra il municipio, e chi le regole sarebbe deputato a farle rispettare, è sembrato essere assai scarso di orizzonti culturali ed assai più dedito ad altri interessi.

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