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Auditorium, ecco la “vera storia di Traviata”

Galvanica Bruni

traviata.jpgLa Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica ospiterà giovedì 14 febbraio, con inizio alle ore 21, “La vera storia di Traviata”, un percorso di parole e musica di e con Corrado Augias e Giuseppe Modugno. La voce narrante del giornalista di RAI 3 e gli interventi al pianoforte del maestro bolognese condurranno gli spettatori in un viaggio affascinante nella genesi e nei contenuti di una delle opere più popolari di Giuseppe Verdi, del quale quest’anno ricorre il bicentenario della nascita.

“La vera storia di Traviata” – inserita nella rassegna “I segreti della musica” che proporrà il 9 marzo anche una serata dedicata a Beethoven – è una vicenda interessante e tragica che non mancherà di intrigare il pubblico dell’Auditorium.
All’origine dell’opera c’è una ragazza, Alphonsine Plessis, nata nel 1824 in Normandia da una famiglia poverissima. Quando Alphonsine ha 14 anni, suo padre la cede ad una carovana di zingari.
Alphonsine approda a Parigi e, dopo aver cambiato nome in Marie Duplessis, diventa una delle vedette della vita mondana grazie al suo ingegno e al suo fascino. Fra i suoi amanti c’è Alexandre Dumas, figlio del celeberrimo autore de “I Tre Moschettieri”. La loro relazione, intensa e burrascosa, si consuma in meno di un anno. Nel 1847, quando ha 23 anni, la ragazza muore di tisi e Dumas ne racconta la storia nel romanzo “La dame aux camélias” che fin dalla sua uscita, nel 1848, ottiene un enorme successo. Nelle pagine de “La signora delle camelie”, Marie appare con il nome di Marguerite Gautier.

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Nel 1852 Giuseppe Verdi, di passaggio a Parigi, vede a teatro la commedia ricavata dal romanzo e capisce immediatamente che quella storia fa per lui. Già l’anno successivo la sua opera in tre atti (il libretto è di Francesco Maria Piave, l’eroina cambia ancora nome in Violetta Valéry) va in scena al Teatro La Fenice di Venezia. La prima rappresentazione del 6 marzo 1853 è un fiasco clamoroso a causa della scabrosità delle tematiche proposte ma soprattutto per il fatto che gli interpreti non sono all’altezza della situazione.

Cambiati gli interpreti, il 1854 tributa a “La Traviata” il successo che merita e l’opera, seguendo “Rigoletto” e “Il Trovatore”, va a completare mirabilmente l’ineguagliata trilogia popolare verdiana.

Giovanni Berti

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